fino ai ghiacciai ed alle sorgenti del fiume che bagna Merano
(Per la realizzazione di questa pagina si ringrazia, per la collaborazione, l'ufficio turistico della val Passiria: www.valpassiria.it)
Dai dintorni di Merano fino al cuore delle Alpi di Oetz e di Stubai, la val Passiria è uno scrigno che custodisce tanti tesori. Non è infatti nota quanto meriterebbe ma tra i suoi boschi e le sue radure, tra le sue rocce ed i suoi ghiacciai, regala infiniti panorami ed altrettanti motivi di interesse.
La valle è caratterizzata dal corso del torrente Passirio che nasce nei dintorni del passo Rombo (nel pieno dell'Alpe del Tumulo, o Timmelsalm) e dopo esser sceso a valle prima impetuoso poi sempre più placido, passa per il centro di Merano (dove la passeggiata Lungo Passirio è una delle più romantiche e caratteristiche della cittadina) e confluisce poi nell'Adige. Curiosamente, mentre l'alpe di Timmels è tradotta come "Alpe del Tumulo" e così tutte le voci connese, il Timmelsjoch è tradotto passo del Rombo.
Senza pretese geografiche ma più per una "comodità descrittiva" si possono individuare quattro aree: la media e bassa val Passiria (1), che corre da nord a sud da San Leonardo in Passiria fino a Merano; la valle di Valtina (2), una laterale che si apre verso est da San Leonardo (qui passa la strada per il passo di Monte Giovo); l'alta val Passiria (3), da San Leonardo fino al passo del Rombo, da cui si apre la valle di Plan (4, o Pfelderertal) che corre verso sud-ovest, dominata dalla Hohe Wilde, la "cima Altissima". La stessa alta valle si dirama poi in due tronconi come vedremo tra qualche riga.
Superato San Leonardo ed il bivio per il passo di Monte Giovo, la strada del passo Rombo si allontana ben presto dal fondovalle ed oltre Moso si tiene sempre in quota, lontana dalle zone che, in passato, hanno dato origine a rovinosi movimenti franosi come quello che generò il Kummersee (nel XV secolo). Tale lago (il cui nome in italiano suona come "lago della Tribolazione") generò non pochi problemi alla val Passiria ed alla città di Merano perché i suoi periodici straripamenti trascinavano a valle imponenti quantità d'acqua e di detriti causando morte e distruzione. Nel 1774, durante alcuni lavori volti a ricavare un canale che ne riducesse la pericolosità il lago di svuotò e non si riformò più. Rimane, in sua memoria, un maso denominato ancora oggi Seehof ("maso del lago") ed un sentiero che ripercorre le tracce dell'antico bacino.
L'alta valle tra Moso e fino ad oltre Corvara è un profondo incavo tipicamente glaciale che si dirama infine in due direzioni: la valle del Lago (Seebertal) sale verso sud, verso i circhi glaciali del gruppo di Tessa, mentre il corso del Passirio prosegue verso nord, verso le sue sorgenti nel cuore della Timmelsalm, l'Alpe del Tumulo.
La strada del Rombo, superato il ponte del Tumulo, prosegue verso il valico arrampicandosi tra le rocce ed offrendo una vista sempre più ampia sulla valle del Lago ed il gruppo di Tessa. A due chilometri dallo scollinamento, una galleria consente di cambiare nuovamente bacino idrografico e tornare su quello del Passirio. Scriverlo è complicato, ma una semplice occhiata alla mappa Kompass dipanerà ogni eventuale dubbio.
Alla val Passiria è legato il controverso nome di una delle figure più importanti della storia del Tirolo (inteso come la storica Contea del Tirolo che comprendeva larga parte dell'attuale Trentino Alto Adige oltre ad alcuni territori oggi compresi nelle regioni Veneto e Lombardia).
Andreas Hofer nacque proprio in val Passiria e precisamente a San Leonardo. La sua famiglia era agiata e ben inserita nella politica locale. Andreas Hofer guidò gli insorti contro le truppe filonapoleoniche arrivando ad occupare Vipiteno e soprattutto ad autoproclamarsi reggente del Tirolo insediandosi ad Innsbruck dopo una vittoriosa battaglia tra le Alpi.
I bavaresi, alleati di Napoleone, ripresero rapidamente il controllo del territorio: immediatamente dopo la pace di Schönbrunn, il Tirolo fu facilmente riconquistato da Eugenio di Beauharnais. Hofer chiese la resa in cambio della clemenza, e si ritirò presso la sua locanda.
I più indomiti, però, lo convinsero a riprendere in mano la ribellione ma venne tradito e consegnato al nemico.
Condotto a Mantova, fu portato dinanzi a un tribunale militare. La popolazione di Mantova fece una colletta di 5.000 scudi per liberare il condannato, ma non vi riuscì e si propose, allora, di pagare il suo avvocato. Secondo la testimonianza di padre Antonio Bresciani, in una notte di prigionia una stufa esalò gas tossici. Mentre il suo carceriere dormiva, Andreas Hofer si rese conto del pericolo e salvò il carceriere, nonostante l'occasione di fuga che gli si era presentata.
Venne fucilato il giorno 20 febbraio del 1810.
La creazione del mito fu successiva alle vicende storiche e trascende la realtà dei fatti. Hofer venne presentato come un patriota, fedele all'imperatore e difensore della religione, il tutto sintetizzato dal motto “Dio, Imperatore e Patria” (“Gott, Kaiser und Vaterland”). La retorica ufficiale comportò la rimozione dei reali obiettivi della rivolta (la crisi economica, l'opposizione alla vaccinazione, l'integralismo religioso, ecc.), anche perché molte delle riforme che avevano suscitato malcontento erano state confermate dallo stesso Imperatore, che aveva conservato buona parte della legislazione napoleonica, confermato l'obbligo vaccinale ed introdotto il servizio di leva.
Scomparve inoltre dalla retorica ufficiale anche l'atteggiamento ambiguo tenuto dall'Imperatore Francesco I verso gli insorti, istigati alla rivolta quando ormai era inutile e poi abbandonati a sé stessi. Pare, peraltro, che lo stesso Hofer rivolse accuse all'Imperatore durante l'esecuzione. Alcuni poeti contribuirono a creare il mito che generò anche un interesse turistico. Nel 1830, grazie ai poeti romantici, Hofer era diventato nel resto d'Europa un'icona tipica tirolese, descritto come un montanaro semplice e popolare, un impavido capopopolo, un guerriero che aveva lottato contro gli invasori della sua terra. Cominciava inoltre ad essere un simbolo del pangermanismo. Nel 1831 fu scritto il canto di Andreas Hofer, inno pangermanista, che ebbe un notevole successo, cristallizzando gli stereotipi.
Durante le guerre di indipendenza italiane (1848-1866) Hofer fu utilizzato in funzione antiliberale ed anti italiana, per divenire compiutamente, dopo il 1809, un'icona del pangermanismo. Anche negli anni del Terrorismo sudtirolese, gli anni Sessanta del Novecento, la sua immagine fu sfruttata per fini propagandistici.
Solo recentemente, anche per mano di sudtirolesi come Alexander Langer, la sua figura è stata ridimensionata così come i motivi della rivolta che non fu un moto di libertà e indipendenza ma piuttosto un tentativo di rimanere ancorati ad una sorta di autogestione tradizionale, immune alle nuove tendenze illuministiche. Durissimo il giudizio che di Hofer diede Friedrich Engels, celebre mecenate e sodale di Karl Marx, con cui scrisse le basi del socialismo scientifico: "Il nome di Hofer merita di essere applaudito da democratici? Hofer era un contadino stupido, ignorante, bigotto, fanatico, il cui entusiasmo era quello della Vandea, quello di “Chiesa e imperatore".
Più benevolo fu il giudizio di Vittorio Emanuele III, che visitò ed omaggiò i suoi luoghi natali, e di Giovanni Paolo I, Papa Albino Luciani.
Ad Andreas Hofer, presso il maso Sandhof di San Leonardo di Passiria, è dedicato un museo. Qui vale la pena passeggiare attorno alla parrocchiale, nell'angolo più caratteristico del paese, ed andare alla scoperta dei masi più antichi oltre che salire alla Torre di Castel Giovo, ultima traccia dell'antico castello. Luogo fortificato già nel Medioevo (proprietà dei Signori di Passiria, ministeriali dei conti di Tirolo) pare fosse "magnificamente affrescato" e successivamente, sotto i conti Fuchsberg di Appiano, visitato da attori e menestrelli. La famiglia decadde e con essa il castello che, già distrutto, fu acquistato nel 1828 da un contadino che vi fece un maso. I nazisti vi nascosero molte delle opere trafugate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il centro più suggestivo della valle è senz'altro San Martino in Passiria il cui centro storico è impreziosito da alcuni edifici di antica fondazione e dalla parrocchiale di San Martino, citata per la prima volta nel 1178 e più volte rivisitata anche a livello pittorico, per mano della Scuola di Pittura della val Passiria (attiva dal 1719 al 1845, la loro "casa" si trova poco fuori dal paese ed è visitabile esternamente).
Sempre attorno a San Martino si trovano molti degli undici Masi dello Scudo. Queste costruzioni risalgono al XIII secolo: i contadini che servivano i conti con cavallo e cavaliere ricevettero come riconoscimento e ringraziamento i diritti nobiliari (esenzione dalle tasse, diritto di caccia e pesca).
L'occhio attento li scorge immediatamente: case in pietra simili a castelli, diverse dalle abitazioni in legno della gente comune. I contadini "scudati" otennero inoltre il diritto di praticare liberamente la caccia e la pesca e quello di portare la spada, il coltello e la lancia anche in chiesa e in tribunale. Curiosità: ancora oggi gli scudieri hanno il diritto di pescare nel fiume Passirio.
I Masi dello Scudo sono Gereuth, Baumkirch, Kalm, Granstein, Haupold, Saltaus e Steinhaus nei dintorni di San Martino in Passiria e Gomion, Happerg, Ebion e Buchenegg nei dintorni di San Leonardo in Passiria.
Ovviamente merita una particolare menzione il Parco Naturale del Gruppo di Tessa, il più esteso dell'Alto Adige, che tutela i crinali tra val Passiria e val Senales, confinando con il territorio protetto che, in Austria, protegge le Alpi della Oetztal. Il miglior modo di scoprire paesaggi, flora e fauna del Parco è camminarci lungo, ad esempio, alcune delle passeggiate proposte in questa pagina (clicca).
Si può anche passare dal Centro Visite che unisce storia e natura essendo ricavato in un bunker che faceva parte delle opere fasciste finalizzate a creare il vallo alpino littorio.
E lo sapevate che in val Passiria c'era un lago lungo due chilometri e largo trecento metri che oggi ... non c'è più? Si chiamava Kummersee, Lago delle Preoccupazioni. Ne parliamo qui: www.cicloweb.net/news/kummersee-il-lago-delle-preoccupazioni
La strada del passo Rombo fu voluta da Benito Mussolini, desideroso di ricavare nuovi collegamenti verso nord, alternativo ai più passi Resia e Brennero oltre che alla val Pusteria. Anche qui sono presenti alcune opere e manufatti che ricordano il vallo alpino littorio (la cosidetta linea "non mi fido") volta a presidiare il confine settentrionale in caso di invasioni da parte della Germania nazista, pur alleata del Duce.
L'incontro tra Mussolini ed Hitler pose fine ai lavori sul versante italiano. Dopo la guerra, furono invece gli austriaci a porsi l'obiettivo di collegare i ghiacciai di Solden, dove sciare al mattino, alla mediterranea Merano dove rilassarsi al pomeriggio. Il versante austriaco del passo, invece, fu reso transitabile nel 1955: gli italiani conclusero i lavori alla fine degli anni Sessanta.
Il collegamento ha una storia secolare (ci sono menzioni di passaggi nel 1241): il nome tedesco, Timmels, è più legato alle antiche voci latine (che richiamavano il concetto di "tumulus", collina) del moderno toponimo Rombo.
Meno ardita fu la sistemazione della strada del passo del Monte Giovo che collega con la valle di Racines e Vipiteno: vi passò, nel 1921, anche il Re Vittorio Emanuele III.
Entrambi i passi fanno parte del tracciato della Oetzaler Radmarathon di cui si parla qui: clicca questo link!
Per altre pedalate in val Passiria e più in generale attorno a Merano, clicca qui.
Il BUNKER MOOSEUM
Si potrebbe forse scrivere un libro sul Bunker Mooseum di Moso in Passiria... a partire dal nome che gioca con le parole Moso (Moos in tedesco, la lingua nettamente più parlata in paese) e Museum (che in inglese significa museo).
Un punto di partenza potrebbe essere la collocazione: l'edificio moderno, in vetro legno e metallo, consente un agevole accesso ad alcune postazioni del Vallo Alpino Littorio, il complesso di bunker, trincee e fortificazioni che Mussolini volle realizzare per difendere la penisola da un'eventuale incursione della Germania nazista. Trattandosi di un'opera difensiva realizzata temendo un tradimento alleato, venne ribattezzata "linea non mi fido". La linea non venne mai utilizzata e lascia, in val Passiria, sei opere a presidio della via per il passo Rombo. L'ambientazione quindi è già di per sè suggestiva come fortemente evocativa è la scala a chiocciola che con 177 gradini risale venticinque metri nel ventre della montagna: l'uscita è sul recinto degli stambecchi e su una postazione panoramica su Moso e Plata. Un tempo doveva servire per monitorare entrambi i versanti della vallata.
Un tema cardine dell'esposizione è il Parco Nazionale Gruppo di Tessa cui sono dedicate diverse animazioni, alcuni video e diversi pannelli: habitat, animali, storia geologica sono i principali temi trattati.
Anche a Monteneve, e non poteva essere altrimenti, è dedicato molto spazio: un'intera sala è allestita con le varie tipologie di minerale estratto, con un carrello originale e sono numerosi i pannelli esplicativi. Un video nella sala TV racconta le vicende di queste miniere e del villaggio che - per diversi decenni - fu il centro abitato "permanente" più elevato d'Europa.
Nel Bunker Mooseum si parla poi di geologia, di archeologia, del Lago delle Preoccupazioni (o Kummersee, il lago che si formò nel '400 e si svuotò nel '700, con periodiche tracimazioni causa di gravissime conseguenze per tutta la valle e la città di Merano, clicca qui per approfondire), c'è un video che racconta come Moso e Plata sono cambiati in un secolo e diversi video-racconti sulla storia dei due paesi che hanno vissuto un Novecento particolarmente travagliato.
Il sito offre la possibilità di un viaggio virtuale all'interno del Museo e - ad eccezione dei video più lunghi, proiettati nell'apposita sala, c'è davvero tutto. Sembra di camminare nel museo!
Un po' di storia
"Nata nel novembre del 2016, l’associazione MuseoAltaPassiria si pone come obiettivo principale quello di gestire e coordinare i poli museali esistenti e futuri dell’alta Val Passiria. La nuova associazione ha sede presso il Bunker Mooseum di Moso in Passiria. Allestito in un ambiente singolare, anche il Bunker Mooseum è una struttura museale dedicata a temi interessanti che promuove una conoscenza più profonda dell’alta Val Passiria. In particolare il bunker – risalente agli anni Trenta dello scorso secolo – illustra diversi aspetti regionali del Parco Naturale, della storia insediativa e degli avvenimenti storici della regione, come pure l’esperienza del bunker stesso. Al contempo l’ex fortificazione militare funge da infopoint del Parco Naturale Gruppo di Tessa" (https://museum.hinterpasseier.it/it/)
Infine, un cenno all'autunno, splendido da queste parti. Una proposta? I sentieri delle rogge a due passi da Merano, in bassa val Passiria. Clicca qui!