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Corno dell'Adamé dalla Baita Adamé (scorri la gallery!)
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Rifugio Lissone
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I meandri del torrente Poia in valle Adamé
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Baita Adamé
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Valle Adamé
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Passeggiando in val Grande, si parte da Tù (scorri la gallery!)
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Autunno in val Grande
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Val Grande: ideale da aprile a novembre
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Romantiche passeggiate autunnali
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I larici ad inizio novembre (val Grande)
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I colori dell'autunno e le prime nevi in val Grande
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Ampia mulattiera: percorso agevole in val Grande
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Pascoli autunnali in val Grande
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Pomeriggio autunnale: si rientra a Tù
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Autunno al lago Aviolo
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Autunno al lago Aviolo
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Autunno al lago Aviolo
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L'imponente bastionata Lavedole - Corno Baitone - Cima Laghi Gelati dal lago Aviolo
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Il piccolo sbarramento che ha regimentato il lago Aviolo nel 1935
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Rifugio Occhi all'Aviolo
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In valle delle Messi, il bivacco Linge
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Vista sulla Presanella dalla valle delle Messi
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Sant'Apollonia, baite ristrutturate
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Sforzellina dalla valle delle Messi
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In valle delle Messi
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Rifugio Valmalza
Lombardia

Val Camonica

La val Camonica è immensa ed infinite sono le opportunità escursionistiche in bassa, media ed alta valle. In questa pagina tentiamo di raccogliere qualche proposta per scoprire gli angoli più belli di questo vasto settore della montagna lombarda.
Si tratta, ovviamente, di una selezione parziale e ... dolorosa! E sicuramente incompleta.

Passeggiate ed escursioni di vario impegno! Alla zona del lago d'Iseo è dedicata una pagina: clicca qui


IN VAL GRANDE
Si chiama Val Grande ed è una delle porte d'accesso camune al Parco Nazionale dello Stelvio. Una valle ampia la cui vegetazione, fatta di latifoglie e - man mano che si sale - larici, rende particolarmente invitante la stagione autunnale. A primavera, invece, sono i rododendri delle quote più elevate a vivacizzare il paesaggio tingendolo con infinite pennellate di rosa intenso. L'autunno è una stagione consigliata anche per ascoltare il caratteristico bramito dei cervi, il particolare "verso" che questi ungulati fanno nella stagione degli amori: proprio per proteggere tale "intimità" l'accesso durante i mesi di settembre e ottobre ha alcune regole più stringenti.
Due le principali vie d'accesso a questa vallata, situata nel comune di Vezza d'Oglio e preservata dal turismo di massa, da cui si dipartono numerose destinazioni laterali: si può accedere da Grano o da, piccole frazioni proprio alle porte della vallata. E' possibile anche accedere in auto (richiedendo i permessi, numerati, alla locale Pro Loco) ma vista la sede stradale molto ridotta e la particolarità del tracciato, si sconsiglia la guida a chi non è davvero avvezzo alla guida di montagna.
La Pro Loco di Vezza d'Oglio presenta così la vallata: "La Val Grande si apre dietro l’abitato di Vezza, prosegue per oltre 20 km fino a giungere all’imponente ghiacciaio di Pietra Rossa (3212 mslm) ed è percorsa dal torrente omonimo che, nei giorni di sole, scende formando pittoresche cascate dagli spruzzi multicolori. Tale Valle deve il nome proprio alla sua estensione, infatti nei suoi confini si possono contare oltre duecentocinquanta cascine che venivano utilizzate anticamente per l’alpeggio. Di queste è di rilievo storico l’architettura rurale tipica degli alpeggi alpini. Inserita all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio è coperta in parte da foreste di larici e disseminata di laghetti e torbiere. Dal punto di vista naturalistico, soprattutto negli ultimi anni, è divenuta luogo privilegiato per i cervi che, durante la stagione degli amori fra settembre e ottobre, scorrazzano in lungo e in largo lungo i costoni erbosi, ma non mancano certo gli altri animali tipici della fauna alpina d’alta montagna, qui particolarmente protetta. In questa splendida valle, ricca di verdi pascoli, vasti cespuglietti e spumeggianti torrenti, è situato in località Plas de l’Asen (2047 mslm) il Bivacco “Saverio Occhi”, tra i rododendri e gli ontani del pian di Pietra Rossa".
Da Grano si parcheggia presso l'area pic-nic delle cascatelle e si percorre una stradina asfaltata fino alla Cappella dell'Acqua Calda (1350 mslm, circa 50') dove il fondo diventa acciottolato. Alla stessa cappella si arriva partendo dalla chiesa di (1220 mslm) o dal piccolo parcheggio poco oltre questa frazione (1340 mslm): raggiungere il citato parcheggio riduce il dislivello di circa cento metri e taglia un quarto d'ora di salita. I posti, tuttavia, sono davvero pochi. Lungo questo versante, a parte l'inizio, si cammina su un'ampia forestale sterrata che si mantiene a mezza costa sfiorando diverse case da monte fino a raggiungere un ponte appena oltre la cappella dell'Acqua Calda.
Qui le due tracce si ricongiungono.
Si prosegue su fondo che alterna tratti sterrati a tratti acciottolati e propone, in particolare all'inizio, alcuni tratti molto impegnativi dal punto di vista fisico. A dire il vero lo svolgersi della passeggiata può risultare "tecnicamente" monotono: si continua infatti a camminare su un'ampia stradina e mai si affronta un più stimolante sentiero. Ad ogni modo, tale monotonia passa in secondo piano se, alzando gli occhi dal terreno, si contemplano le meraviglie naturali della valle e, in particolare, si apprezza come l'uomo, nei secoli, abbia saputo accostarsi con rispetto alla natura per ricavare pascoli ed alpeggi. Le tipiche baite camune si inseriscono con grazia ed armonia nel paesaggio e nessuna opera dell'uomo risulta stonata. Lungo il cammino è solo uno il potenziale punto d'appoggio, una locanda situata più o meno a metà strada tra la partenza e malga Valgrande (verificare giorni ed orari di apertura).
Nei pressi dell'arrivo, lo scenario cambia: la valle si apre sempre di più, i larici si fanno sempre più radi, il torrente scorre meno impetuoso: si conquista così il pianoro dove sorgono malga Valgrande (1765 mslm, circa 2h30' lungo entrambe le vie) ed alcune baite di antica origine.
Oltre alle numerose deviazioni verso destinazioni più impegnative, si può proseguire oltre in direzione del bivacco Occhi, appena oltre i 2000 metri di quota, una struttura relativamente recente e dedicata ad un alpinista locale, caduto nel tentativo di conquistare il Lyskamm.
In inverno, ci si arriva con le ciaspole: clicca qui



VALLE DELLE MESSI
Partendo invece dai dintorni di Ponte di Legno, e precisamente Sant'Apollonia, si sale in valle delle Messi, un solco di ovvia origine glaciale separato dalla val Grande da un'imponente cresta montuosa tra cui spiccano Cima Monticelli, 3161 metri, e la Punta di Pietra Rossa, alta 3212 metri.
A Ponte di Legno l'orografia si fa più vivace. Qui due vallate convergono a formare il solco principale della val Camonica. Dal passo del Tonale scende l'Ogliolo che confluisce nell'Oglio che, a sua volta, proviene da nord, dal Gavia, e deriva dall'incontro di due rami, l'Oglio Frigidolfo e l'Oglio Areanello.
A monte di Ponte di Legno, sulla strada per il passo Gavia, s'incontrano due frazioni: a mezza costa Pezzo, punto di partenza per le Case di Viso e l'omonima vallata (teatro anche di piacevoli ciaspolate descritte su www.ciaspole.net (clicca), e Sant'Apollonia, più raccolta e posizionata su un pianoro erboso all'imbocco della valle delle Messi.
Proseguendo oltre Sant'Apollonia ed altri gruppi di baite - oggi splendidamente ristrutturate - si raggiunge un parcheggio da cui parte l'escursione in valle delle Messi. Sono numerose le varianti possibili ed in questa sede ci si limita a raccontare la passeggiata principale che dal fondovalle conduce fino al rifugio Valmalza (che offre un lungo periodo di apertura, risultando invitante anche ad ottobre inoltrato) ed il bivacco Linge ai piedi della cima di Pietra Rossa, di Cima Monticelli e di cima Savoretta.
La descrizione è presto fatta perchè dal fondovalle al rifugio non c'è che da seguire un'ampia mulattiera (percorsa anche da pochi mezzi motorizzati autorizzati) che dapprima si addentra nel bosco con pendenze molto attenuate, costeggiando il torrente Frigidolfo e sfiorando alcune baite, poi sale con decisione in campo aperto colmando il dislivello tra la partenza (1600 mslm) ed il rifugio (1998 mslm) in circa quattro chilometri.
Oltre il rifugio si prosegue su sentiero: suggestivo l'attraversamento di cascate e torrenti (su ponticelli in legno o camminando su sassi molto comodi) e impegnativo il breve tratto che prende quota con maggior decisione aprendo le porte del piccolo altopiano erboso dove trova sede il bivacco Linge. Il panorama è grandioso in particolar modo all'arrivo, dominato da una cresta dove diverse cime superano largamente i tremila metri.
Più a valle, invece, lo sguardo è rapito dai colori del bosco e dalle innumerevoli cascate e cascatelle che vivacizzano il panorama.
Il ritorno avviene sulla via di salita salvo si vogliano ipotizzare varianti come, ad esempio, l'anello che prevede il passaggio dal Lago Nero a due passi dalla strada del passo Gavia. Scendendo sarà facile osservare la Presanella, il suo ghiacciaio, e le altre cime del gruppo.
Nella mappa Kompass, Sant'Apollonia, il rifugio Valmalza ed il bivacco Linge (il quadratino rosso).



LAGO AVIOLO
E' breve ma davvero impegnativa la salita al lago Aviolo (1930 mslm) a partire dal parcheggio dove termina la strada della val Paghera, cinque chilometri a sud di Vezza d'Oglio (1480 mslm). Qui, peraltro, si trova il piazzale di partenza dell'ex teleferica Enel. Una delle tante tracce idroelettriche che caratterizzano la val Camonica ed in particolare le laterali che si addentrano nel gruppo dell'Adamello.
E' una salita che inizialmente non dà tregua: si parte camminando tra le radici e si prosegue salendo su gradoni rocciosi. Ad un certo punto si esce dal bosco per costeggiare una parete rocciosa risalendo un canalone: la salita è anche qui tosta e si prende quota rapidamente, sempre accanto alla montagna ed incrociando diversi torrenti e ruscelli. Improvvisamente, dopo essersi allontanato dalle pareti rocciose ed aver superato un tratto dove ci si può eventualmente aiutare con una catena, il sentiero cambia volto (quota raggiunta circa 1800 mslm). 
Si affronta un tratto quasi pianeggiante per poi tornare a salire ma con minor decisione tra larici ed abeti. Si incontrano nuovi manufatti di origine idroelettrica: l'ex stazione intermedia ed un tunnel che è in realtà una finestra per l'accesso alla galleria idroelettrica Avio - Edolo.
Dopo circa 1h30' - 1h40' dalla partenza si guadagna l'arrivo al rifugio Occhi all'Aviolo (1930 mslm) e di lì, in un paio di minuti, ci si porta sulle rive del lago Aviolo, un bacino semiartificiale chiuso a sud da un'imponente bastionata rocciosa formata dalle vette della cima Lavedole, Corno Baitone e cima dei Laghi Gelati, limite settentrionale del gruppo dell'Adamello.
Si può, volendo, proseguire oltre fino alla malga Aviolo (oggi ristrutturata dal Parco dell'Adamello e sede di un osservatorio faunistico) o addirittura fino al passo Galinera che, a 2320 metri di quota, è presidiato dal bivacco Festa. Qui la vista si apre verso nord-ovest. Edolo, Malonno e Sonico sono milleseicento metri più in basso.
Per arrivarci, come detto, si costeggia il lago. Oltre il bacino si attraversano due piane alluvionali - torbiere - che ricordano da vicino la situazione della zona dello stesso lago Aviolo prima che, nel 1935, venisse alzato il piccolo sbarramento che ha creato il lago nella sua forma attuale. Ai prati si affiancano larici ed abeti sparsi e diversi esemplari di pino cembro oltre a tanti pini mughi.
Una volta raggiunta la sinistra orografica della vallata si prende a salire con decisione risalendo le pendici fino al valico.


VAL SALARNO
Una larga strada forestale, realizzata a servizio delle centrali idrolettriche, avvicina al rifugio Prudenzini, posto a 2235 metri di altitudine, nel cuore della val Salarno, una delle tante valli che si addentra nel gruppo dell'Adamello.
Il dislivello da colmare, da Fabrezza (1485 mslm, piccola strada asfaltata oltre Saviore dell'Adamello), è di 750 metri ed il tempo richiesto è di circa due ore e mezza. Il segnavia, sia sulla forestale sia sul sentiero, è il 14.
Fino al Lago di Macesso (o meglio a quello che fu il lago di Macesso, 1950 mslm) la forestale sale su pendenze decise, raramente intervallate da tratti più agevoli, poi si inizia a respirare un po' per chiudere su un sentiero che procede in falsopiano - con qualche strappetto - dal lago Dosazzo, a 2080 mslm (terzo bacino artificiale, il secondo è il lago Salarno) fino al rifugio.
Il rifugio Prudenzini può essere un punto di arrivo ma anche un punto di partenza per ascese più ambiziose o una comoda tappa lungo la Via dell'Adamello.


VALLE ADAME'
Immaginate di salire una scalinata "naturale", ovvero di arrampicarvi per 40-60 minuti su un sentiero ripido, tra gradini rocciosi e radici per poi sbucare su un piccolo laghetto artificiale, presidiato da un rifugio, ed essere catapultati in un ambiente d'alta quota completamente diverso.
Questo è l'impatto della camminata al rifugio Lissone, alla malga Adamé ed alla Baita Adamé in valle... Adamè!
Siamo nel cuore del gruppo dell'Adamello, versante camuno, e quanto descritto è la passeggiata da malga Lincino (dove termina la strada che sale da Cedegolo) fino alla valle Adamé. Si tratta di una tipica valle "pensile", frequente in Adamello-Presanella, di origine glaciale: è grandioso impatto scenografico raggiunta la quota di 2000 mslm. Il torrente scorre sinuoso solcando la valle che alterna estese pianori divisi da modesti dislivelli. Sul più basso si trovano il rifugio Lissone e la malga Adamé (che ospita galline, capre e mucche), il più alto, invece, è presidiato dalla Baita Adamé, a 2150 metri di quota, gestita dal Cai di Cedegolo. Proprio oltre la Baita si intravede il Corno dell'Adamé, alto 3275 metri, a dominare l'alta valle.
Impossibile sbagliare percorso così come è difficile non rimanere estasiati dal colore azzurro delle acque e dal verde dei prati d'alta quota.
Da non perdere la fioritura dei rododendri, a giugno.
Un pannello illustrativo, lungo la salita, spiega come questo settore fosse importante durante la Grande Guerra: qui infatti correva una sorta di "retro-fronte" a presidio del territorio italiano. Poco oltre, sulle nevi dell'Adamello, si combatteva aspramente per guadagnare pochi metri e poi difenderli. Spesso invano. Appena a monte dell'attuale rifugio Lissone si trovava la ridotta Adamé, un muraglione di blocchi di granito, servita da due teleferiche una delle quali si può far coincidere a quella che attualmente serve il rifugio.
Riassumendo quindi: 40-60 minuti di aspra salita su quella che è praticamente una scalinata naturale porta dai 1650 metri sul livello del mare di malga Lincino ai 2020 del rifugio Lissone. Poi si cammina in piano o lieve salita lungo un fondovalle caratterizzato da grandi pianori solcati dai meandri del torrente Poia: in meno di un'ora si raggiunge Baita Adamè. Oltre si salirebbe ancora, con decisione, verso i passi più in quota, collegamento con le altre vallate adamelline.



ALTA VIA DELL'ADAMELLO (in collaborazione con Parco Adamello - www.parcoadamello.it)
L'intera Alta Via è un percorso molto lungo dal quale, ovviamente, si possono ricavare escursioni più brevi, ideali anche per gite di una sola giornata, con accesso dalle valli laterali della val Camonica.
Il sentiero percorre longitudinalmente il gruppo dell'Adamello, a volte anche su terreno libero (ma sempre segnalato), sfiorando luoghi simbolo della Grande Guerra.
Dal passo Croce Domini si accede al rifugio Tita Secchi, da dove parte l'Alta Via. L'impegno è di media difficoltà: rilevante la lunghezza ma scarse le difficoltà altimetriche.
Dal rifugio Tita Secchi, nei pressi del lago della Vacca e posto ai piedi della parete sud del Cornone di Blumone, si cammina sino al rifugio Maria e Franco al passo Dernal (2574 mslm). Questa prima giornata richiede un cammino di 5 ore e porta a dominare la val Dois, una delle più caratteristiche dell'Adamello.
La seconda tappa porta al Rifugio Città di Lissone, 2017 mslm, in Val Adamè: 4h30' di cammino.
La terza tappa muove dal Città di Lissone sino al rifugio Paolo Prudenzini (4h15'), tra i Corni di Salarno e Miller, a 2225 mslm, oramai ai piedi dell'Adamello. Il giorno seguente si accede al rifugio Gnutti, 2166 mslm, in Val Miller presso l'omonimo laghetto (3h30).
Quinta tappa in direzione dei 2450 mslm del rifugio Franco Tonolini, al centro della conca di Baitone nei pressi del lago Rotondo (1h20). Ultima tappa è quella che porta al rifugio Garibaldi al lago Verenecolo, 2550 mslm, ai piedi della parete nord dell'Adamello (5 ore).
Da qui si scende su mulattiera a malga Caldea e poi a Temù, nei pressi di Ponte di Legno.


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