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La chiesetta dei Dodici

Oggi, probabilmente, non sarebbe più possibile costruire una chiesetta come quella situata nei pressi del rifugio XII Apostoli, nelle Dolomiti di Brenta: le riserve in tema di tutela ambientale e paesaggistica in un ambiente così fragile sarebbero troppe. E probabilmente giustificate.

Negli anni Cinquanta, tuttavia, ci si facevano meno scrupoli ed è così che in pochi mesi (dal luglio al settembre del 1952), andando di martello pneumatico e dinamite, è stato possibile scavare la roccia ricavando una sorta di "salone" in cui allestire una cappella dedicata ai Caduti della Montagna. Dal suo interno, lo sguardo verso il cielo e le montagne a nord è incorniciato da una croce di roccia che nasce dalla montagna stessa.

L'idea nacque a seguito di una tragedia: tre giovani escursionisti - Vittorio Conci, Giuseppe Fiorilla e Maria Rita Franceschini (alla disgrazia sopravvisse una quarta persona, Mauretta Lumini) - caddero in un crepaccio sulla vicina Vedretta dei Camosci, morendo. Per ricordare loro e gli altri caduti d'alta quota, si pensò di realizzare una cappella. L'ipotesi iniziale era una struttura a forma di tenda davanti al rifugio XII Apostoli, allora un "cubo di pietre" non troppo dissimile dalla struttura attuale.
Il geometra Leone Collini, però, propose di ricavare la chiesa all'interno della parete dolomitica, "rubando" cinquecento metri cubi di spazio alla montagna scavando in modo tale da lasciare sulla montagna una croce "naturale".

Ogni anno - a fine luglio - si tiene una particolare funzione religiosa, dedicata ai Caduti della Montagna. E' la giornata più affollata sui sentieri che salgono al rifugio, dalla Valagola, da malga Movlina, dalla val di Sacco o dal Doss del Sabion. A dare solennità al tutto, il coro SOSAT il cui canto riecheggia per l'ampio anfiteatro dolomitico.

Ma perché "Dodici Apostoli"? Il nome deriva da alcune rocce nei pressi del passo che chiude la val di Sacco: ai più fantasiosi sembrarono dodici uomini in preghiera e - nel Cristianesimo - al numero dodici si collegano immediatamente gli Apostoli. Così fu dato quel nome al passo, poi alla cima sovrastante ed infine al rifugio che in realtà è dedicato ai fratelli Garbari. I due, Carlo e Giuseppe, ad inizio Novecento, finanziarono la costruzione del rifugio, inaugurato nell'agosto del 1908 (il nome corretto è quindi rifugio Fratelli Garbari ai Dodici Apostoli).

Come arrivare al rifugio Dodici Apostoli? La via più frequentata è il sentiero 307 che sale dal Lago Asciutto, poco sopra il lago di Valagola. Per arrivare al Lago Asciutto si può partire dalla Valagola, appunto, lasciando l'auto alla sbarra (3 ore) o più a valle, al Vivaio Brenta, a seconda dell'affollamento della valle (3h30'). Si può partire dal Doss del Sabion, raggiungibile in funivia e seggiovia da Pinzolo, mettendo però in conto che il dislivello in salita aumenta di trecento metri perché al ritorno si dovrà tornare ai 2100 metri di altitudine del punto di partenza (3 ore). Si può partire da malga Movlina seguendo le indicazioni per il sentiero 307 (2h45') o prediligendo la più impegnativa val di Sacco che consente di arrivare al rifugio con una discesa finale, passando proprio per il passo Dodici Apostoli (3h15'). Partendo da malga Movlina si può pensare di concatenare le due vie di accesso realizzando così un bel percorso circolare. 
Attenzione ai parcheggi di Valagola e malga Movlina: verificare accessibilità, disponibilità di posti e costi sul sito del Parco Naturale Adamello Brenta!

Questa ed altre passeggiate ed escursioni nelle Dolomiti di Brenta - partendo da Pinzolo, da Madonna di Campiglio e dalle altre località della val Rendena - sono descritte qui: www.cicloweb.net/trekking/t-trentino/trekkingpinzolo.htm e qui www.cicloweb.net/trekking/t-trentino/trekkingcampiglio.htm

  19/09/2024

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