come tante città più o meno grandi in Italia ed Europa, anche Bormio è divisa in fiere contrade
Forse non tutti sanno che Bormio è divisa in cinque quartieri o rioni che prendono il nome di "reparti". "Dai documenti antichi – a partire dal Liber stratarum, il piano regolatore che descrive la situazione urbanistica di Bormio nel 1304 quelle che ora sono chiamate contrade (o in dialetto riparti) erano dette “vicinanze”, erano istituzioni a tutti gli effetti, con personalità giuridica propria. Ciascuna contrada era guidata da due deputati “I Quali” ne amministravano le attività e passività della Terra. Venivano eletti dal popolo e facevano parte del “Consiglio del Popolo” della Terra Maestra e delle Valli che avevano potere di legiferare, gestire i beni comunali e di eleggere le principali cariche pubbliche. Nel corso del tempo le responsabilità delle vicinanze divennero meno significative sino a mantenere viva solo l’usanza nel giorno di Pasqua di distribuire davanti a ogni chiesa a tutti i vicini, l’agnello pasquale cotto e benedetto. Questo rito è alla base do a delle tradizioni popolari più originali dei moderni “I Pasquali” (dal sito: https://www.repartidibormio.it/la-nostra-storia).
Quali sono i "reparti" di Bormio?
Il "reparto Maggiore" è quello residenziale, che occupa gran parte del centro storico, dalla piazza
del Kuerc in direzione ovest. Qui alloggiavano le famiglie più potenti e ricche del territorio.
Dossorovina è il reparto più antico, sorto - come dice il nome - su una grossa frana caduta intorno all'anno Mille. Anche qui risiedevano alcune famiglie nobiliari: Kuerc e Torre Civica fanno parte di Dossorovina.
Molto suggestivo è Combo, reparto sulla sinistra dell'Adda: qui è davvero piacevole camminare tra le case d'epoca in pietra locale, molto armoniche. Fu storicamente il quartiere più legato ad agricoltura ed allevamento, con la presenza di numerose stalle. La chiesa di Sant'Antonio è la più preziosa testimonianza artistica del reparto. Apprezzato soggetto fotografico, il ponte di Combo sovrasta il torrente Frodolfo dal XIV secolo, quando era l’unica via d’entrata e di uscita da Bormio per chi giungeva dalla Repubblica di Venezia attraverso il passo Gavia, passando per la Valfurva. Costruito in pietra grigia locale con un’unica arcata a schiena d’asino, reca sulla sommità due cappelle votive, raffiguranti l’una S. Giovanni Nepomuceno, protettore della furia delle acque, l’altra il trasporto della Santa Croce nella cittadina spagnola di Bellpuig, con la quale Bormio è gemellata.
Dossiglio è poi il reparto più occidentale, mentre Buglio si estende verso nord-ovest e deve il suo nome ad un'antica fontana (in dialetto "bù").
Le contrade non hanno più evidenti confini, salvo il corso dell'Adda, ma sono forti l'orgoglio e l'appartenenza degli abitanti. Numerose le manifestazioni che ne esaltano i caratteri tra cui il Palio delle Contrade, basato su competizioni sciistiche (fondo e discesa).
Brevi cenni sulla storia di Bormio visitando questa pagina: https://cicloweb.net/news/bormio