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Un vecchio mulino ad Arabba
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Mulino a Cherz
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Annamaria si dedica alla spigolatura della canapa, a Larzonei
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Rarissimo favè, struttura usata per far seccare i mannelli di fava, a Ornella
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Veneto

Livinallongo del Col di Lana

Livinallongo del Col di Lana (Fodòm in ladino, Buchenstein in tedesco) è uno dei comuni ladini del Veneto, nonché parte di quel territorio che fino alla Prima Guerra Mondiale apparteneva al Tirolo storico e quindi all'Impero Austro Ungarico. Un territorio oggi placido e rilassante che nasconde, però, un passato cruento (nel nome si ricorda il Col di Lana, uno dei fronti più sanguinosi della Grande Guerra) e "proto-industriale" (qui attorno, infatti, si cavava il ferro e lo si lavorava, per esportarlo in altre località del Vescovado di Bressanone).
Oggi è senz'altro Arabba (Rèba, in ladino) la frazione più famosa del comune che ha sede municipale in località Pieve. Arabba è posta ai piedi del gruppo Sella, alla base delle salite ai passi Pordoi e Campolongo, servita da impianti di risalita che collegano sia alla val di Fassa sia all'Alta Badia.
Il nome italiano del comune, che poi è di derivazione ancora ladina, racconta il territorio: un vallone o meglio una gola "livinal", lunga "longo".
Il nome tedesco, Buchenstein ("buchen" + "stein", faggio sulla pietra), invece, rimanda all'antica voce che indicava questo territorio in epoca austro-ungarica così come il toponimo ladino Fodòm (dal latino fagus, per faggio).


CASTELLO DI ANDRAZ
Aggrappato alla roccia, il castello di Andraz è una delle meraviglie segrete delle Dolomiti e il tesoro storico più importante del territorio. Posto lungo l'antica Strada della Vena, l'itinerario che congiungeva Livinallongo e le miniere del Fursil (Colle di Santa Lucia) ai rudimentali impianti siderurgici di Valparola e Piccolino, in Alta Badia, il castello ebbe un ruolo fondamentale nel presidio del lembo meridionale dei possedimenti del Principe Vescovo di Bressanone.
Incanta, oltre alla posizione a dominio della vallata che sale al passo Falzarego, l'incontro tra la roccia e l'opera dell'uomo: la costruzione sembra prendere vita dal terreno naturale.
"I primi cenni storici sono successivi al'anno Mille; nel 1221 si sa che appartenne alla famiglia Schoneck (Colbello) che lo ottenne in feudo dal Vescovo di Bressanone. Rimase sino al XV sec. proprietà di vassalli alle dipendenze dei “Vescovi-Conti”. Il Vescovado di Bressanone se ne impossessò completamente nel 1416. Da allora, sino alla secolarizzazione imposta dal trattato di Parigi del 1802, il castello rimase di proprietà del Vescovo che lo utilizzò come sede di piccole guarnigioni militari poste sotto il comando di un capitano. Nicolò Cusano fu senz’altro l’ospite più illustre di Andraz, in qualità di Vescovo di Bressanone scelse la rocca a garanzia della propria incolumità per lunghi periodi di soggiorno tra il 1457 e il 1460." (da www.castellodiandraz.it/it/castello-di-andraz/storia-del-castello-di-andraz)
"Dopo le guerre napoleoniche il castello non possedeva più alcuna rilevanza strategica in conseguenza, sia delle mutate condizioni politiche e militari, sia dell’esaurimento dell’attività estrattiva, conclusasi nel 1755. Il castello fu quindi venduto a privati che lo spogliarono del tetto, nonché degli arredi e delle suppellettili nel corso del 1851. Durante il conflitto del 1915-18 fu bombardato dalle postazioni austriache del soprastante Col di Lana quando la zona fu teatro di uno dei fronti di combattimento più cruenti di tutta la prima guerra mondiale."
Oggi il Castello ospita un museo il cui scopo è  "promuovere la conoscenza del formidabile monumento e dell’ambito dolomitico circostante come espressione del locale patrimonio culturale legato all’area ladina dell’Alto Agordino, con riferimento alle attività inerenti l’estrazione del ferro, il trasporto, la fusione e le attività connesse controllate dal Principe Vescovo di Bressanone. In particolare il Museo illustra le vicende storiche di Andraz con richiamo alle trasformazioni subite dal castello e dal territorio circostante, determinate dagli interessi vescovili nell’area compresa tra le miniere del Fursil a Colle Santa Lucia in Val Fiorentina, sino a Valparola in Alta Val Badia, dove erano ubicati i forni fusori." Quello di Andraz, peraltro, è il castello più in quota delle Alpi.


COL DI LANA
In tempi più moderni, è la Grande Guerra a segnare un momento cruciale nella storia del territorio. Ottomila soldati trovarono la morte sulle pendici del Col di Lana durante il conflitto del '15-'18: la contesa per la vetta portò alla scelta da parte di entrambi gli eserciti (ma gli Italiani arrivarono per primi) di far saltare la montagna. Il 17 aprile 1916 esplosero cinque tonnellate di dinamite, distruggendo la cima e uccidendo centocinquanta soldati germanici.
La conquista della posizione fu vanificata dalla ritirata che seguì Caporetto: gli Italiani, infatti, ripiegarono fino al Monte Grappa.
Oggi la zona è una sorta di museo a cielo aperto: passo Sief, la cima omonima, i dintorni del Col di Lana sono ancora segnati da trincee e baraccamenti risalenti ad oltre un secolo fa.


LE BORGATE E LE VICINIE
Girando per la valle di Livinallongo non si può non rimanere colpiti dalle Dolomiti, ovviamente. Ma cosa dire delle borgate circondate dal verde che punteggiano radure e pendii?
Le “vicìnie” (in ladino "vijinanze") sono le frazioni, aggregazioni di insediamenti abitati che risalgono almeno all’anno Mille: il comune di Livinallongo è ancora oggi diviso in diciotto "vicinìe" (tra cui Andraz; Ciastel, a due passi dal castello; la panoramica Cherz, sulle pendici del Pralongià; Contrin; Ornella, con la quattrocentesca chiesa tra case e fienili; Varda, la borgata che "guarda" il transito attraverso il passo Campolongo; Palla e Agai, obbligate vie di transito per le truppe che andavano verso le postazioni sul Col di Lana),che ne hanno definito i tratti paesaggistici e culturali oltre che economici (quando l'attività prevalente era l'agricoltura).
Alle vicinìe spetta la gestione dei beni collettivi quali boschi, pascoli, prati, viabilità.
Nella gallery, le foto delle viciniè sono a cura di Museo Ladino Fodom.


LE DOLOMITI
Per ultime... ma ovviamente non ultime. Difficile parlare dello spettacolo delle Dolomiti viste dalle varie frazioni di Livinallongo. E' una meraviglia da godere: dal versante meridionale ed orientale del gruppo Sella agli affacci sulla Marmolada, dalla scoperta del Setsass alla vista sulla parete occidentale del Civetta.
Un territorio incredibile dove ambientare pedalate, passeggiate o giornate di relax.


Su www.cicloweb.net altre due pagine dedicate al territorio di Livinallongo del Col di Lana:
- le passeggiate ai piedi delle Dolomiti
- le pedalate a partire da Arabba e dintorni

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