il villaggio degli alpinisti nella valle di Oetz
Qualche pista da sci c’è anche qui, d’altronde siamo pur sempre in Austria, ma Vent è un vero e proprio villaggio degli alpinisti tant’è che è stato selezionato dal Club Alpino Austriaco per entrare nel ristretto novero dei Bergsteiger Dorfer, “villaggi degli alpinisti” appunto, riuniti dall’iniziativa coordinata tra i club alpini delle diverse nazioni delle Alpi (la pagina dedicata è questa: https://ita.bergsteigerdoerfer.org/38-2-Villaggio-dell-alpinismo-Vent-im-Oetztal.html)
Cosa fare a Vent? L'attraversamento delle Alpi, il percorso Venter Runde, la Via Alpina ma anche le montagne Wildspitze, Palla Bianca, Similaun e l’uomo del ghiaccio “Ötzi”: l’elenco dei punti salienti di Vent potrebbe continuare all’infinito. È un dato di fatto che nelle Alpi Venoste intorno a Vent gli alpinisti trovano paesaggi montani incontaminati, vette ghiacciate ed escursioni di ogni genere: ognuno trova la propria soddisfazione.
Vent si trova a 1895 metri di quota, nel Parco Naturale delle Alpi della Oetztal, a breve distanza dalla mondana Soelden di cui è frazione dal 1854. Vi si arriva percorrendo l’omonima valle (Venter tal) che, da Zwiselstein, si dirama in direzione sud ovest staccandosi dal tronco principale della valle di Oetz che culmina con il passo Rombo (Timmelsjoch).
La vallata è cinta da numerose vette che superano i tremila metri, si tratta di alcune tra le più alte cime tra le Alpi della Ötztal: un esempio sono il Wildspitze (3774 metri) o il Similaun, ai piedi del quale, ma già in territorio italiano, fu rinvenuta la salma di Oetzi, il cacciatore del neolitico. E proprio sulla direttrice per la val Senales nel corso dei secoli o, per meglio dire, dei millenni si sono scritte le infinite storie di chi qui ha vissuto. La “strada” per la val Senales, attraverso l’Hochjoch, era l’antica traccia della transumanza, una via di transito relativamente frequentata che metteva in comunicazione i due versanti delle Alpi. Restano tracce di un’antica mulattiera. Ancora oggi, in estate, al di sopra del villaggio e dei suoi alpeggi fioriti, è possibile incontrare fino a tremilacinquecento pecore, che spesso vengono portate a pascolare dall’Alto Adige. Ma non è tutto. Probabilmente, Vent, villaggio di origine antica e citato in documenti del 1241, fu fondato proprio da pastori del versante meridionale delle Alpi. La colonizzazione da nord, dal Tirolo, fu infatti successiva: la zona, comunque, mantenne per diverso tempo privilegi fiscali dovuti alla sua particolare collocazione.
Una storia di agricoltura e pastorizia che, negli ultimi due secoli, si è aperta all’alpinismo ed all’escursionismo. Vent ed i suoi ghiacciai sono un punto di partenza invidiabile tanto che anche il mitico “parroco del ghiacciaio”, Franz Senn, trasse ispirazione da questi luoghi per "inventare" il turismo in montagna. Ma chi era questo parroco? Trasferitosi a Vent nel 1860, Franz Senn formulò proprio in questo angolo delle Alpi i primi pensieri su come il turismo potesse migliorare la vita misera della popolazione locale: le sue idee portarono alla fondazione del Club Alpino tedesco e segnarono l’inizio dello sviluppo economico delle Alpi. Il ragionamento, che oggi diamo per scontato, era rivoluzionario: “La montagna, nella sua bellezza e varietà di esperienze, non è proprietà di singoli individui, ma appartiene a tutti coloro che vi si vogliono avvicinare. Le persone che vivono in montagna dovrebbero renderla più accessibile, portare gli ospiti nei loro alloggi, fornire assistenza ad aiuto, consigliarli e supportarli con i servizi di portineria e guida alpina. In cambio, gli ospiti dovrebbero pagare per i servizi, garantendo così una nuova forma di sostentamento. Come effetto collaterale, le valli si aprirerebbero al mondo e ne trarrebbero giovamento dal punto di vista sociale e culturale.”
Altre due curiosità su Vent?
Attorno a Vent si trovano i masi Rofanhöfe che, posti a 2014 mslm, sono i più alti costantemente abitati masi alpini dell’Austria. Oppure, se sul versante italiano delle Alpi è stato trovato un cacciatore del Neolitico, su quello austriaco c’è una grotta risalente all’età della pietra (VIII – IV secolo a.c): Hohler Stein. Chissà se anche Oetzi vi trovò rifugio qualche volta!
La storica decisione del 1980
Quasi sempre si assiste ad un dualismo tra tutela dell’ambiente e (presunto) interesse economico delle popolazioni locali. A Vent, forse proprio per l’eredità spirituale di Senn o in onore dell’atavica transumanza lungo la traccia dell’Hochjoch, non andò così. Il 12 luglio 1980, Vent, con questo comunicato firmato dalla guida alpina Luis Pirpamer, rifiutò un pesante intervento di infrastrutturazione sciistica.
"Vent, nel cuore delle Alpi, vive immerso in una natura incontaminata e la sua popolazione ha preso un’unanime decisione contro l’apertura della zona sciistica estiva presso lo Hochjochferner ed il collegamento con la val Senales. La gente è consapevole di rinunciare a nuove forme di reddito ma è fermamente convinta che la qualità dell’ambiente naturale sarà un’attrattiva formidabile per i futuri ospiti”.
Escursioni
Solo una panoramica assolutamente non esaustiva. Innanzitutto ci si può incamminare verso le tante malghe e rifugi della zona. Oppure, con più ambizione, si può programmare l’“Oetztal Trek”, che si snoda per tutta la vallata di Oetz, passando anche per Vent, per un totale di quattrocento chilometri, articolati in ventidue tappe.
A partire dal villaggio alpino di Vent, si può arrivare in vetta al Wilde Mannle, un picco alto circa tremila metri e privo di passaggi su ghiaccio. L’ascesa, però, richiede attrezzatura e competenza alpinistica. Chi non ne è in possesso può fermarsi a valle, alla Stableinalm o al Breslauer hutte.
Quest'ultimo rifugio è un punto di passaggio del Venter tour, lunga camminata che, percorribile anche in un solo giorno (l'impegno richiesto sfiora le dieci ore colmando più di 1100 metri di dislivello), regala una bella vista su cime, ghiacciai e tutta la Rofental. Si passa attraverso i rifugi Breslau e Vernagt e per l’Hochjoch Hospiz.