guida al cuore verde del Friuli Venezia Giulia
AMBIENTE, STORIA E CULTURA
Ai confini orientali del Friuli e prossima al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, la Carnia è un piccolo territorio che cela però moltissime particolarità naturali: duemila specie vegetali, un migliaio di tipi di fungo, una cinquantina di tipi di orchidee. Un vero cuore verde.
Nelle cinque valli carniche, ovvero le valli del Tagliamento, Lumiei, Degano, Valcal e del But, sono stati raccolti reperti dell'età della pietra ed è probabile che siano state attraversate dai commercianti etruschi in viaggio verso il Nord Europa.
Durante l'età del ferro fu abitata dai Carni, popolazione che ha lasciato il nome alla regione, che, venuti a contatto con la civiltà romana, ne presero gli usi e le tradizioni.
Con il tempo Zuglio divenne colonia militare ed anche sede del primo vescovado del Friuli, nel 490 dC.
Caduto in disgrazia l'Impero Romano, la Carnia passò sotto la dominazione longobarda che, tra l'altro, spostò la sede del vescovado da Zuglio a Cividale.
In seguito il territorio, nell'ambito del Sacro Romano Impero, fu parte del Patriarcato di Aquileia, stato autonomo. Dal XIII secolo in poi subì l'influenza veneziana e seguì i destini della Serenissima.
Tolmezzo si può far risalire all'anno 1000: a tale data si trovano i primi riferimenti alla località il cui successivo sviluppo commerciale ed abitativo è dovuto al patriarca Raimondo della Torre. In tempi successivi Tolmezzo fu premiata con esenzioni fiscali e donazioni che suscitarono la reazione del resto della Carnia: conseguenza furono scontri, incendi e rappresaglie.
Agitazioni e sommosse si verificarono anche nel XV secolo quando si fronteggiarono due fazioni: la prima guidata da Tolmezzo e Gemona a favore del Papa Gregorio XII, la seconda, invece, favorevole al patriarca. Il lungo periodo di tensioni e scontri si concluse con l'avanzata di Re Sigismondo d'Ungheria.
Il nuovo invasore fu osteggiato dalla Repubblica di Venezia che nel 1421 prese possesso dei territori carnici e li divise in tre aree.
Anno terribile per la Carnia fu il 1692: inondazioni violentissime distrussero strade, chiese ed edifici, cancellando intere borgate. Tali distruzioni anticiparono tuttavia un periodo di sviluppo economico dovuto in particolare all'opera di Jacopo Linussio di Paularo che impiantò due fabbriche tessili, da 20.000 pezze l'anno.
Il Trattato di Campoformido, nel 1797, consegnò la Carnia all'Impero Asburgico sotto il quale rimase fino al 1805 quando Napoleone la unì al Regno d'Italia. Con la fine dell'era napoleonica la Carnia tornò sotto la Corona austriaca nell'ambito del Regno Lombardo-Veneto.
La Carnia divenne territorio italiano dal 1866 e pochi anni dopo, durante la Prima Guerra Mondiale, offrì il suo contributo al Regno subendo anche notevoli danni diretti data la sua vicinanza al fronte di guerra.
I PAESI
I paesi principali sono Tolmezzo, Ravascletto, Forni di Sopra, Forni Avoltri, Arta Terme e Sauris: ognuno di questi ha una sua autonomia culturale che deriva da evoluzioni storiche distinte anche se nell'ambito di un percorso dalle linee guida comuni. Oltre alle testimonianze artistiche sono i fattori culturali che rimangono negli usi della gente ad evidenziare la specificità delle diverse aree, a cominciare dalla gastronomia.
Anche per questo in ogni paese rimangono testimonianze artistiche: palazzi, affreschi e chiese risalenti anche al XIII secolo. Particolarmente ricca di monumenti è la zona di Ampezzo, Enemonzo e Tolmezzo. In quest'ultimo paese, probabilmente il più importante della zona, meritano il Duomo del XVIII secolo, il castello di Torre Picotta e vari palazzi che testimoniano l'importanza del paese nella storia.
Non solo negli edifici, ma anche nelle tradizioni delle genti carniche rimangono tracce di un passato così vivace che rivive nelle manifestazioni volte a rievocare episodi significativi o momenti di vita quotidiana del passato.
Infine sono numerosi i musei nell'intera area: da quelli etnografici, ai naturalistici, alle pinacoteche ed al Museo della Grande Guerra a Timau uniti ai siti archeologici di Zuglio.
GASTRONOMIA
In val Tagliamento sono i prodotti caseari e le erbe selvatiche a dominare la scena, tanto che ogni anno a giugno si organizza la Festa delle Erbe di primavera.
In val di Lumiei si predilige il prosciutto, il celebre" prosciutto di Sauris", che, dolce e leggermente affumicato, viene stagionato per circa 12-16 mesi.
In val del Degano si producono gli Esse di Raveo, biscotti dorati che rappresentano l'espressione più famosa di una significativa produzione dolciaria. La Festa dei Frutti di Bosco, a Forni Avoltri ogni fine luglio, celebra l'abbondanza di queste delizie nei boschi della valle.
In Valcalda, a Ravascletto, la Fiesta tas Corts è la principale manifestazione gastronomica della Carnia e, ogni agosto, celebra i piatti della tradizione.
Vari sono i prodotti tipici della valle del But: a primavera le erbe spontanee, d'estate pesci e verdure, in autunno polenta, carne di selvaggina, gnocchi e molti tipi di zuppa.
Su www.cicloweb.net sono molte le pagine dedicate al Friuli Venezia Giulia. Clicca i link sotto per scoprire:
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