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Dolomiti di Brenta in val Meledrio - credit M. Cappe (scorri la gallery!)
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Val di Sole - credit C. Diederick
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Val di Sole - credit C. Diederick
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Val di Sole - credit M. Cappe
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Val di Sole - credit M. Cappe
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Downhill - credit M. Cappe
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Val di Sole, pista ciclabile - credit M. Cappe
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Trentino

Val di Sole

Dai (quasi) quattromila metri delle vette del gruppo dell'Ortles-Cevedale al verdeggiante ed ampio fondovalle scavato dal torrente Noce, dalle pendici del Parco Nazionale dello Stelvio alle Dolomiti di Brenta, dal passo del Tonale porte della val di Non, la val di Sole regala un'infinita varietà di scenari ed opportunità escursionistiche.

Per chi ama pedalare, accanto alla comoda e frequentata pista ciclabile di fondovalle, gli obiettivi sono svariati: i due valichi (Campo Carlo Magno e Tonale) per i "cacciatori di passi", le vallate laterali per guadagnare elevate altitudini e sorprendenti panorami, i piccoli grandi paesi che vegliano la vallata da posizione sopraelevata e tanti tanti itinerari su fondo sterrato nel Parco Nazionale dello Stelvio!
Altre idee per pedalare su www.visitvaldisole.it/it da cui sono tratti tutti gli itinerari e le foto, salvo la salita al passo del Tonale, inviataci da un nostro visitatore: Giovanni.


PISTA CICLABILE
La pista ciclabile della val di Sole segue il corso del torrente Noce per trentanove chilometri, oltre ai tratti in sede protetta esistono brevi momenti in cui il percorso sfrutta la viabilità minore, aperta al traffico veicolare. 
Il punto più a valle è il ponte di Mostizzolo: in questo punto, scavalca il Noce dove il torrente si getta nella diga di Santa Giustina, grande bacino chiuso a sud da una diga imponente.
Il percorso porta sino a Cogolo, in val di Pejo, per un dislivello complessivo di 1160 metri.
Il primo tratto di valle, anche se a bassa quota, offre paesaggi tipicamente alpini e la pista si addentra spesso nell'ombra dei boschi. Proseguendo, il tracciato esce tra campi coltivati ed ampi prati fino a raggiungere il centro principale della valle, Malè.
Lungo questo tratto si incontra la località Ponte Stori, attrezzata per la sosta. All'altezza di Cavizzana si trova la prima ripida salita, lungo la strada aperta anche al traffico che conduce in paese, ma prima di giungervi effettivamente si scende nuovamente verso il corso del Noce, attraversando i frutteti e transitando nei pressi di Castel Caldes.
Al settimo chilometro si passa per Contre e presto si giunge alla confluenza del torrente Rabbi nel Noce. Si supera Malè, si prosegue per Dimaro (paese dove si apre la val Meledrio che porta al cospetto delle Dolomiti di Brenta ed a Madonna di Campiglio: la salita verso il passo Campo Carlo Magno può essere effettuata sulla statale, asfaltata, o lungo un entusiasmante sterrato per mountain bike).
Ancora, si pedala verso Piano, Mezzana ed Ossana sempre tra i campi e nei pressi del corso del Noce. Giunti a 985 metri di altitudine si è al crocevia tra valle di Pejo e val di Sole: superata Fucine si prende a nord-ovest, si costeggia un capannone e si sale verso Cogolo.
La valle è stretta ed il percorso scavalca tre volte il torrente prima di arrivare alla meta.

 

A MARILLEVA
Ampi tornanti e cinquecento metri di dislivello in questo tracciato ideale per allenarsi in vista di traguardi più impegnativi: il percorso, su strada, è infatti caratterizzato da un medio livello di difficoltà.
Si sale da Mezzana a Marilleva.
L'itinerario è circolare : si può salire lungo la strada della val Laures senza proseguire sino al lago delle Malghette di Mezzana (2000 mslm) ma svoltando invece a sinistra verso Malga di Copai (1400 mslm, km 5.8).
Proseguendo oltre, si fa ritorno a Mezzana in quasi dieci chilometri di tornanti.

 

ORTISE'
Venti chilometri e 1300 metri di dislivello per un itinerario - difficile - con partenza ed arrivo a Pellizzano: si salè verso Ortisè (3.5 km da Pellizzano con vari tornanti) e giunti nella borgata si svolta a sinistra.
La strada diventa allora poco più che un sentiero carrabile e giunge fino alla Baita e poi alla malga Pozze. Giunti alla malga, a 2237 mslm, si può girare la bici e ritornare indietro oppure, seguendo la traccia 6, scendere fino al lago di Cellentino e continuare poi lungo la traccia 3 che riporta su una forestale che scende in val di Rabbi.
E' consigliabile affrontare questo percorso solo se si è in possesso di una buona tecnica, di un po' di tempo e di una buona cartina.
A Ortisè però le alternative sono tre: una è quella già proposta, le altre due si presentano superando l'abitato.
Appena dopo un bivio che riporta a fondovalle, a Mezzana, il ciclista si trova davanti ad un altro incrocio: a destra si prosegue fino alla malga del Monte (1698 mslm) lungo una strada forestale di circa quattro chilometri; a sinistra invece si raggiungono i 2083 metri di quota di malga Bronzollo.
L'ascesa a malga Bronzollo è una sfida molto impegnativa: la salita è sempre dura e dà respiro solo nelle ultime decine di metri (poco più di sei chilometri per quasi seicento metri di dislivello).
La zona di Pellizzano ed Ossana offre però altre alternative tutte da scoprire e con panorami sul gruppo dell'Ortles: superando il Noce, infatti, si possono raggiungere la malga del Dosso (1680 mslm) e la malga di Val Piana (da Ossana) mentre da Pellizzano si accede alla malga di Artuich o al lago dei Caprioli ed al rifugio Fazzon.
In particolare, si può disegnare un circuito che da Pellizzano (925 mslm) risale la val Fazzon fino al lago dei Caprioli (circa 4 km, con alcune varianti) e poi si collega in quota alla val Piana (rifugio Val Piana, 2.5 km) e scende ad Ossana (2 km). Tutto su strade secondarie.

 

MALGA CAMPO
L'itinerario inizia all’incrocio della SS42 con la SP140 per Termenàgo - Ortisé - Menàs. L'incrocio è facilmente raggiungibile dai vicini paesi di Mezzana o Pellizzano attraverso la ciclabile fino ad incrociare una deviazione che porta verso il fiume Noce che si attraversa (Pont de le Caore) per giungere all'incrocio.
Si imbocca quindi la SP140. È una strada asfaltata, poco frequentata, che tra vasti terrazzamenti prativi in larga parte incolti, supera in notevole salita gli abitati di Termenàgo (si passa accanto al vecchio campanile del 1322 e quindi ai piedi della gradinata che porta alla chiesa “nuova” del 1850) e Castello (col tipico campanile merlato del '500) giungendo ad Ortisé (1477 mslm). Qui un rinfresco alla fontana posta in prossimità della Chiesa è d’obbligo, dopo il faticoso tratto di strada (notare il delizioso monumento al famoso micologo Giacomo Bresadola). Il luogo offre una spettacolare vista sulla Val di Sole ed i paesi del fondovalle, sul passo del Tonale, sui monti del lontano gruppo di Brenta e dell’imponente gruppo della Presanella, la cima più alta del Trentino (3556 metri).
Seguendo le indicazioni per Alpe Pozze la strada supera l’abitato e si fa sterrata. Entra nel bosco di larici a fianco di tipiche costruzioni alpine e prosegue divenendo più comoda. Mantenendosi sempre sulla sinistra, in direzione baita Pozze, si esce negli ampi pascoli delle malghe. Qui la strada, disegnando larghi tornanti nella vastità dei pascoli e dell’ambiente circostante, arriva alla citata baita Pozze (ricovero); dopo circa 600 metri si giunge ad un tornante e, sulla sinistra, una stradina-sentiero (prestare attenzione) discende gradualmente verso la dorsale di cima Vegaia. Il sentiero un po’ "scalinato" per il passaggio del bestiame porta in breve al laghetto di Celentino (2069 mslm) visibile solo nei primi mesi estivi. Il panorama sui ghiacciai e sulle cime più alte del Vioz (3645 metri di altezza) e della Presanella (3556 metri di altezza) è magnifico.
Ora il sentiero, costeggiando il laghetto, porta in direzione della Val di Peio sino alla malga Campo. Si riparte con ripida strada boschiva che scende all’abitato di Celentino (1264 mslm). Da qui si ha una veduta unica su Comasine e sulla solitaria chiesetta di Santa Lucia. Si segue la strada provinciale per Strombiano; si entra in paese e lo si attraversa; si seguono quindi le indicazioni per Cusiano (patria di Quirino Bezzi, storico ed amico della montagna) che conducono, per la vecchia strada di collegamento sterrata, fino all’incrocio tra la SS42 e la provinciale della Val di Peio. Si prosegue sulla statale fino a Cusiano ed in breve si ritorna a Pellizzano (bellissima la chiesa gotico-rinascimentale di Santa Maria).
Percorso difficile, per mountain bike, con 32 km di sviluppo e 1350 metri di dislivello.

 

AL DOSSO DI SANTA BRIGIDA
Salita non difficile - ma assolutamente non banale - su fondo prevalentemente sterrato: da Dimaro si va fino a Carciato dove si prende una strada asfaltata sulla destra che sale nella parte occidentale della frazione (zona Senasega). Giunti nell'abitato si prende una stradina in acciottolato che sale vicina al bosco ed ai prati fino a giungere in prossimità delle rive del Meledrio, il torrente che scende da passo Campo Carlo Magno fino alla val di Sole.
Si attraversa il ponticello (900 mslm, km 4) e da lì parte la salita più impegnativa che in cinque chilometri supererà i 440 metri di dislivello che mancano al Dosso Santa Brigida.
La strada (direzione Pont del Pastin - passo Campo Carlo Magno) si fa via via più stretta, si insinua nella gola e supera una galleria ed un ponticello sospeso sul Meledrio.
Giunti alla meta i chilometri percorsi sono nove. Un tempo il Dosso Santa Brigida era sede di un ospizio di pellegrini retto da monaci e sul quale circolavano leggende tenebrose. Si scende o dalla via della salita o dall'alternativa più breve che tocca Malga del Doss (1150 mslm, un chilometro sotto il Dosso) e poi ritorna a Dimaro.

 

RIFUGIO ORSO BRUNO
Percorso difficile, per mountain bike.
Si parte da Dimàro, una delle località più importanti della Val di Sole, per arrivare alla frazione Carciato, in particolare alla zona Senasega, la parte più occidentale della borgata.
Da qui incomincia un ciottolato che sale tra boschi e prati sino alla cascata Meledrio (ponte), distante sei chilometri dalla partenza ed alta 1160 metri sul livello del mare.
Si segue la direzione per il Pont del Pastin fino a raggiungere tale località lungo uno sterrato impegnativo e suggestivo che proseguirebbe poi verso passo Campo Carlo Magno.
Continuando in direzione del valico, la strada incrocia la statale dalla quale ci si stacca dopo breve tempo scendendo (sulla sinistra) fino ai verdi prati della malga Mondifrà (km 14, 1630 mslm), ai piedi dell'erto pendio della val Gelada.
Dalla malga si prosegue per alcuni chilometri in saliscendi: un momento per rifiatare prima dello strappo finale. Si raggiunge passo Campo Carlo Magno e, tramite la statale, si arriva ad incrociare la segnalata strada sterrata che porta alla malga Darè (4 km dal passo, in sostanziale pianura - totale 19 km). Dalla Darè, in breve si è alla malga Dimaro da cui parte la salita più dura del percorso, quella che in due chilometri e mezzo sterrati risale da 1860 a 2170 metri sul livello del mare, fino al rifugio Orso Bruno (km 25).
Da qui si può tornare alla statale ed affrontare la discesa sull'asfalto, ripetere l'itinerario di salita o prendere la sconnessa discesa sassosa che (con il fondo che migliora man mano che si scende) raggiunge malga Panciana ed in seguito incrocia la provinciale di Marilleva lungo la quale si rientra in valle (questa discesa misura 12 km).

 

GIRO DEI FORTI AUSTRIACI
La val di Sole, soprattutto nella sua parte più occidentale, verso la val Camonica, è ricca di testimonianze del primo conflitto mondiale, durante il quale fu uno dei principali snodi della linea del fronte italo-austriaco.
Questo itinerario è disegnato per conoscere i luoghi più significativi come malga Pecè, dove il comando austriaco aveva stabilito un quartier generale, l'ex forte Mero, uno dei punti più esposti della cintura difensiva, e l'ex forte Zaccarana.
Si parte da Vermiglio (un abitato che fu martoriato durante la Grande Guerra) scendendo nel vallone di Stavel fino ad un agriturismo dove si abbandona l'asfalto per salire su sterrato, rimanendo comunque paralleli al percorso asfaltato.
Si supera un ponte sul Vermiglio, si toccano alcuni masi e ruderi di antiche caserme fino ad incrociare lo sterrato che sale al forte Tonale. Lo si percorre in discesa fino alla baita di Velon, dove si riprende a salire verso il passo, arrivando a Malga Pecè. Qui bisogna osservare con attenzione i tronchi degli alberi più antichi per scoprire le schegge dei proiettili ancora incastrate nelle cortecce.
Alla malga Pecè sono stati percorsi sette chilometri e l'altitudine è di 1500 metri sul livello del mare.
Si supera la malga e si prosegue: il bosco si fa sempre più rado fino a che la strada si avvicina alla statale. Prima del ricongiungimento si svolta a sinistra verso Cantiere Presena e poi subito a destra lungo il Sentiero della Pace.
Qui si è prossimi al passo (km 14, 1883 mslm). Si prosegue sulla statale fino alla biglietteria degli impianti di risalita dove si imbocca la piccola strada che sale all' ospizio di San Bartolomeo (15 km, 1971 mslm), forse risalente al XII secolo.
Da qui si scende in breve all'ex forte Mero (km 18, 1841 mslm) da cui parte l'ultima salita che conduce al forte Zaccarana.
E' il momento della discesa finale che, attraverso la valle dello Strino e la SS42 del Tonale e della Mendola, riporta a Vermiglio.
Per mountain bike, difficoltà medio alta.

 

MALGA DEL DOS
Dall’abitato di Ossana, si sale lungo la ripida strada che dalla chiesa di S. Vigilio porta in località Valpiana. Dopo alcuni chilometri, all’imbocco della valle, in località Sant’Antonio si svolta a destra in direzione Malga del Doss. La strada, con pendenza moderata e numerosi tornanti, sale nel fitto bosco di abeti giungendo ai margini del pascolo della malga. Poco prima di essa, circa 300 metri, dopo un lungo diagonale, nei pressi di un tornante, le indicazioni segnalano il percorso per il lago di Barco-Vermiglio. La strada prosegue ora con deviazione a destra in ripida salita lungo un sentiero che dopo cento metri si immette su strada forestale. Si prosegue in salita fino alla fine di tale strada, dove un sentiero a tratti paludoso attraversa numerosi ruscelli arrivando a congiungersi con il sentiero SAT n. 205 che da Vermiglio porta al lago di Barco. (Il lago è raggiungibile a piedi da qui in circa 40 minuti).
Si percorre il sentiero SAT n. 205 in discesa per circa 200 metri sino ad incontrare la strada forestale Palù-Barco. Dopo aver superato il bivio Masi di Palù e Solcar, una lunga discesa conduce ai Masi di Volpaia e alla strada della pista da fondo che, costeggiando i prati, porta ai laghetti di Vermiglio, ai Masi Poia ed in discesa sino ad Ossana dove merita una visita il castello medievale sul colle.
Diciotto chilometri e 730 metri di dislivello.

 

LE CASCATE DELLA VAL DI RABBI
Dalla località Poz di S. Bernardo si sale sul lato destro orografico del torrente Rabbies per una comoda strada sterrata sino al ponte Pralongo muovendosi nel tipico ambiente alpestre della val di Rabbi. Rimanendo sullo stesso lato, proseguendo oltre il ponte, la strada diventa sentiero ben battuto che, a fianco delle Ruaie, una delle più antiche frazioni di Rabbi e dello spumeggiante torrente, porta sino al ponte Casna incontrando una stradina asfaltata parallela alla SP86 della val di Rabbi sino alla località Forni.
Si procede prendendo verso sinistra lungo una stradina sterrata tra le prime costruzioni della località Bagni di Rabbi e si passa a fianco dell'antica segheria veneziana, ristrutturata dal Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, fino allo stabilimento termale di Bagni di Rabbi (interessante una visita allo stabilimento con assaggio dell’acqua ferrugginosa – la scoperta e l’utilizzazione delle acidule risale agli ultimi decenni del '600). Si prosegue ora in leggera salita su strada asfaltata in direzione Plan sino al ponte sul torrente dove, a sinistra, si notano le indicazioni per la cascata del Ragaiolo.
La strada sterrata, con pendenza moderata, sovrasta le zone prative del fondovalle e l’area attrezzata per campeggio estivo, sino ad arrivare al ponte della cascata. Una breve sosta gustando il fresco umido pulviscolo sollevato dalla cascata ci rinfranca in vista del tratto ripido di strada che conduce alla malga Fratte Bassa. La strada boschiva, immersa nel fitto bosco di abeti, ha una lunghezza di 2 km e pur avendo il fondo compatto impegna notevolmente. La malga Fratte Bassa, posta su di una spianata dominante offre un’ottima occasione per ammirare la valle, le cascate, gli alti pascoli e le cime spesso innevate. Qui è necessario prestare particolare attenzione alle indicazioni sulla destra per Fontanino - Malga Stablasolo. Un sentiero attraversa il pascolo della malga sul versante nord per entrare poi nel bosco; il suo percorso è stupendo, ideale per chi ama la mountain bike con passaggi tecnici, il superamento di strette serpentine, brevi serie di scalini, veloci tratti in equilibrio, sino alla località Fontanino.
La zona, di particolare rilievo faunistico-ambientale per la presenza di cervi e caprioli, impone il silenzio ed il massimo rispetto.
Dalla località Fontanino, chiamata così per la presenza di un’evidente sorgente di acqua ferrugginosa, si sale per strada sterrata sino alla Malga Stablasolo (consigliato assaggio latte e derivati e salumi tipici).
Da qui meriterebbe il giusto tempo una breve escursione a piedi (circa un'ora) alle rinomate cascate di Saent.
Il ritorno avviene per lo stesso percorso sino al Fontanino e di qui su strada asfalta fino all’uscita del bosco in prossimità dell’abitato di Somrabbi. Prima di Somrabbi, a sinistra, si imbocca una stradina boschiva con alcuni saliscendi che sale costeggiando le alte zone prative della Valle fino alla località Serra. Di qui la strada diviene asfaltata passando per le frazioni di Cavallar e Penasa ed in veloce discesa si giunge a S. Bernardo.
Itinerario per mountain bike di difficoltà medio alta.

 

MASI DA MONT
Si parte dall’abitato di Deggiano, dove si osservano alcuni rustici dalle imponenti strutture lignee e la piccola chiesa della Santissima Trinità. Nella parte alta del paese, in prossimità di una fontana, una ripidissima strada sterrata sale in mezzo a vasti prati.
La strada, con pendenza al limite della ciclabilità, entra poi nel bosco misto di latifoglie, abeti e larici.
Qui, dopo un tornante, prosegue con pendenza meno accentuata sino agli incolti spazi prativi dei masi da Mont (in tempi preromani qui sorgeva un “castelliere” per la difesa delle vecchie case retiche).
I masi presentano delle particolarità costruttive che ne fanno veri esempi di architettura montana così come la tipica fontana in pietra al servizio degli stessi. Dalla fontana, a destra, superato un breve risalto, una traccia poco evidente si inoltra, in modo pianeggiante tra i terrazzamenti prativi in direzione degli abitati di Montés - Bolentina, sulle pendici sud-orientali del monte Camucina. Poco più in alto di un piccolo baito, il sentiero entra nel bosco e superati alcuni rivi ed alcune discese tecniche arriva ad incontrare una strada sterrata che sale poco più in alto dell’abitato di Montés (il paesino oggi quasi spopolato un tempo aveva pure una scuola elementare).
La si percorre in discesa tra i terreni coltivati incontrando la strada asfaltata che da Montés sale alla chiesetta di San Valentino (del secolo XV, anche se il campanile risale al '200).
Si discende all’abitato di Montés sino alla parte più bassa dove tra le ultime case, a destra, uno stradello entra in mezzo ai prati sino ad un bellissimo maso ristrutturato. Qui il tracciato diventa sentiero, passando in salita in mezzo alla boscaglia di noccioli, supera un piccolo ruscello ed entra nel bosco di larici con andamento sinuoso per poi impennarsi con un breve ma difficile tratto sino ad un limitato spiazzo. Ha ora inizio una stradina erbosa che in breve porta nuovamente all’abitato di Deggiano.
Percorso per mountain bike caratterizzato da difficoltà medio alta.

 

TOUR VAL DI RABBI
L'itinerario parte da località Fonti di Rabbi in corrispondenza della piccola chiesetta. Da qui si segue la strada sterrata che fiancheggia il torrente Rabbies passando a fianco alla antica segheria veneziana ristrutturata. Dopo circa 500 metri si imbocca in salita la strada forestale per la Malga Polinar. La strada sale per quattro chilometri interamente nel bosco fino ad un bivio con un'altra strada forestale che porta in discesa alla malga Stableti. Appena sotto la malga si attraversa la località Fontanon (area attrezzata) e da qui si imbocca la strada forestale per malga Cercen. Il percorso è ondulato ed ogni tanto si impenna con lunghi tratti ripidi fino a giungere alla malga Cercen Bassa. Di qui a destra la strada si fa più pianeggiante fino a raggiungere malga Vilar (2020 mslm) posta sul pendio appena oltre la vegetazione boschiva. Si prosegue in direzione di malga Fassa (2057 mslm) attraverso ampi pascoli ed un ripido canalone lungo un facile sentiero dove è necessario spingere la mtb per circa venti minuti. Poco più in là della malga, alla quale arriva pure un strada dal fondovalle, ci si sposta sulla stessa quota a malga Monte Sole Alta (2048 mslm), rinomata per la lavorazione del latte e la produzione di formaggio tipico di alta montagna. Seguendo la strada che scende per il fondovalle, dopo due tornanti sulla sinistra le indicazioni per malga Fratte Alta conducono su un sentiero che attraversa in leggera discesa un bel bosco abeti e larici. La malga (1857 mslm), abbandonata da tempo, è situata in una posizione eccezionalmente panoramica con veduta sulla Val di Rabbi e presenta delle particolarità costruttive tipiche dei tempi passati. Il sentiero scende zigzagando rapidamente tra i pascoli ed entra nel bosco e, con pendenza anche notevole (presenti alcuni tratti tecnici), conduce in breve alla malga Fratte Bassa (1482 mslm) che, posta su di una spianata dominante, offre un’ottima occasione per ammirare la valle, le cascate, gli alti pascoli e le cime spesso innevate fino all'estate. Si scende ancora fino al fondovalle dove con un'altra strada forestale si passa per la segheria veneziana molto caratteristica e si sale, avendo il torrente Rabbies sulla sinistra, fino a raggiungere la strada asfaltata che porta al Fontanino alla malga Stablasolo e alle cascate di Saent. La si imbocca a destra e dopo un chilometro a sinistra si prende una stradina boschiva con alcuni ripidi saliscendi che sale costeggiando le alte zone prative della valle (viste splendide sulla Val di Rabbi), poi rapidamente, attraverso antichi nuclei abitativi, si rientra a Fonti di Rabbi.
Circa venticinque chilometri per 1436 metri di dislivello.

 

IN VAL DI PEJO
Dalla val di Sole (Cusiano-Cogolo: 6 km, Cogolo-Peio: 6 km) si accede agevolemente alla val di Peio (o Pejo, che dir si voglia) ed a Cogolo.
Il bivio stradale per la val di Peio è poco dopo Cusiano, a 925 metri di altitudine, e la strada di fondovalle sale fino a Cogolo e Peio con pendenze medie del 5%. Impegnativo è soprattutto il tratto appena usciti da Cogolo quando alcuni tornanti scalano l'ultimo dislivello fino a Peio (400 metri di dislivello in 6 km).
Da Cogolo un itinerario, impegnativo e severo, per sole mtb: appena usciti da Cogolo si entra in valle della Mare e si percorre la carrareccia sino alla malga Mare (km 9.5). Dal momento che più d'una sono le strade che penetrano all'interno della valle è bene portare con sé una cartina che permetta di tenere sotto controllo la situazione.
La malga è prossima al lago del Careser ai piedi dell'omonima cima e del ghiacciaio, in fase di forte e rapido ritiro. Il ritorno si può effettuare lungo lo stesso itinerario dell'andata oppure tagliando verso la riva destra del Noce Bianco giungere fino a Peio paese.
Si entra quindi in valle del Monte dove si è quasi subito accolti da una breve ma intensa salita che conduce a malga Cove. Di lì lungo la vecchia strada militare si raggiunge malga Giumella: qui la fatica è finita.
Infatti ora è discesa ripida fino al lago di Pian Palù e poco dopo si rientra sull'asfalto della strada principale della valle.
Sul sito www.salite.ch, l'altimetria della salita a Peio, da Cusiano.

 

LA SALITA DELLE MINIERE
Dalla chiesa di Cogolo, attraversando la strada provinciale della Val di Peio si percorre la pista ciclabile in direzione Ossana fino a superare la località Il Mulino dove la pista ciclabile incontra la strada per Comasine. Si sale lungo tale via fino al caratteristico borgo proseguendo quindi in direzione chiesa di Santa Lucia, val Comasine. Il percorso, con pendenza uniforme, sale superando i masi Stavion ed alcune indicazioni per le Miniere di Magnetite fino a giungere, dopo diversi chilometri, al Campo di Comasine (2147 mslm), dorsale dominante la Val di Peio in cui sono visibili le cime più imponenti del gruppo Ortles-Cevedale. In questo luogo sono presenti dei cartelli indicatori di un itinerario naturalistico in cui è possibile ammirare l’imponenza dei larici secolari sopravvissuti al taglio; le piante erano tagliate per ricavare carbone da legna da utilizzare nella fusione del minerale di ferro nei secoli scorsi. Sono visibili inoltre, in tale località, il terreno scuro ed il materiale residuo di molte carbonaie. Si scende quindi lungo la valle omonima (Val Comasine) per poi risalire alla malga Mason (2176 mslm), punto posto in prossimità della zona dei larici secolari sopravvissuti.
Si ritorna seguendo il tracciato fatto in salita fino in prossimità della chiesa di Santa Lucia di Comasine. Da qui un sentiero porta fino alla ciclabile in località Plaze di Cogolo.
Più dettagli? Clicca qui

 

EPIC TOUR ORTLES CEVEDALE
Dall’abitato di Cogolo (parcheggio adiacente alla Chiesa) ci si trasferisce a Celledizzo (da vedere la cappella di S. Antonio con pitture murali di Giovanni e Battista Baschenis, del 1473 e il Museo Etnografico del legno ospitato presso l’antica segheria restaurata) dove, superato il centro del paese, si segue una strada sterrata tra i prati che fanno da contorno in direzione di malga Borche (un occhio attento legge ancora sul terreno la traccia delle antiche miniere di ferro del luogo, attive fra il XIV ed il XVIII secolo). Dopo qualche chilometro con pendenza moderata e costante la strada entra nel bosco di abeti, sino ad un bivio con indicazioni a sinistra per Coronaccia - malga Pontevecchio. La strada nel bosco misto di pino cembro e abete rosso supera vari rivi che discendono dalle cime circostanti, divenendo sentiero per un breve tratto per poi scendere alla malga Pontevecchio (1762 mslm). Da questa posizione è frequente avvistare l’aquila che vola alta nel cielo a caccia dei piccoli dei camosci che tranquillamente brucano sugli spogli e ripidi pendii. Da qui si discende per un breve tratto incontrando la strada asfaltata di servizio alla centrale idroelettrica posta in località malga Mare (2031 mslm). La si raggiunge superata la Malga Prà Bon ed alcuni tornanti. Proseguendo oltre la centrale si passa sopra il ponte che supera il deflusso dell’acqua seguendo le indicazioni per il sentiero SAT n. 127. Il sentiero, ben visibile, è molto tecnico, richiede in alcuni tratti doti di notevole equilibrio ed ha un andamento vivace nel sottobosco di rododendri. Essendo inoltre percorso frequentato da escursionisti a piedi è opportuno moderare la velocità rispettando il loro passaggio. Si arriva su una larga strada pianeggiante ed erbosa sovrastante le tubature dell’acqua provenienti dalla centrale lungo il versante sud del monte Vioz. Superata la stradina che da Peio Paese porta a malga Saline seguendo le indicazioni per Rifugio Scoiattolo, in vista di ciclopiche tubature per condotte forzate (degli anni ’30), la strada ridiventa sentiero ed in breve ma ripida ascesa (si consiglia di scendere dalla mtb) si giunge al rifugio.
Una breve sosta, per scendere poi lungo la strada sterrata che percorre la pista da sci. In prossimità di un tornante si imbocca un sentiero sulla destra che porta al sentiero SAT n.125 per le cascate Cadini. Sentiero divertente che passa a ridosso delle suggestive cascate Cadini e porta ad incrociarsi con una strada sterrata. La strada, costruita dagli austriaci prima della guerra del '14-'18, è un esempio di solidità e di saggezza costruttiva; in prossimità del percorso sono inoltre visibili resti di fortificazioni militari chiamati “stoi” recentemente recuperati. La si percorre attraversando la val degli Orsi e giungendo alla malga Giumella, che prende il nome dall’alta cima che la sovrasta.
La malga, posta in posizione dominante permette una bella vista sull’invaso azzurro-verde di Pian Palù (risale agli anni Trenta). Si discende in direzione del lago per stradina ciottolosa fino alla diga. Da qui attraverso comoda strada sterrata si arriva alla località Fontanino nota per la sorgente di acque minerali di indubbio valore (non sfugga il Fontanino di Celentino, sulla destra del torrente). Da qui parte un divertente single track che, con un piccolo tratto a spinta, porta al forte Barba De Fior (spettacolare fortificazione risalente al primo conflitto mondiale).  
Si riprende la strada asfaltata, si scende a Peio Fonti, si devia sulla sinistra in prossimità della partenza della funivia, si segue una strada sterrata con piccoli strappi in salita e ci si collega al sentiero botanico, un single track stretto e divertente che porta in picchiata fino alla piana di S. Bartolomeo (da ammirare il S. Cristoforo affrescato sulla facciata della chiesa di Pegaia, un antico centro minerario scomparso forse ai primi del 1500) e quindi subito a Cogolo.
Più dettagli? Clicca qui. Il percorso misura 37 km ed ha un dislivello che sfiora i milleseicento metri.



PASSO TONALE
"Il passo del Tonale non è certo tra i più difficili del Trentino ma mi ha comunque impegnato. Inoltre dal passo si possono iniziare nuovi itinerari che portano sia a località di grande interesse storico che a luoghi di elevato fascino naturalistico.
Partito da Dimaro, 737 metri slm, ho pedalato sulla strada statale che non è così trafficata. In sei chilometri si è a Mezzana: questi sono i chilometri più facili, un lungo falsopiano che alza l'altitudine di soli 200 metri. Da Mezzana a Pellizzano altri cinque chilometri facili prima di incominciare a faticare un po' di più. Alcuni tratti raggiungono pendenze tra l'8 ed il 10% (dopo Pizzano anche qualche tratto al 12%) e questi ultimi quattordici chilometri portano da 925 a 1880 metri di quota. In sostanza salvo qualche breve strappo il Tonale si presenta come un valico che i più allenati possono superare con facilità, mentre è un bel banco di prova per i meno allenati".
Itinerario descritto da Giovanni.
Sul sito www.salite.ch, l'altimetria del percorso.

 

PASSO CAMPO CARLO MAGNO
Impegnativa salita in direzione di Madonna di Campiglio, delle Dolomiti di Brenta e della val Rendena.
Raggiungere lo scollinamento del passo Campo Carlo Magno da Dimaro è senza dubbio una bella salita consigliabile sia agli appassionati di mtb sia agli amanti della bici da corsa. La strada è abbastanza trafficata: è meglio percorrerla nelle prime ore del mattino quando i turisti che si dirigono verso Madonna di Campiglio e le Dolomiti di Brenta non l'hanno ancora affollta.
Ed in discesa c'è da sperare di non doversi accodare a qualche pullman.
I primi sette chilometri della strada sono i più ripidi e conducono, con numerosi ed ampi tornanti, a Folgarida, a quota 1300 mslm. Raggiunta questa quota, la salita si fa più abbordabile e, con relativa facilità, si raggiunge il passo Campo Carlo Magno da cui si gode un'ottima vista sul gruppo del Brenta, tra il Grostè e la ripida val Gelada.
Chi non è ancora stanco ha varie possibilità di estendere l'itinerario: ad esempio, salire a malga Zeledria (1767 mslm) con un breve strappo in salita asfaltata (svolta a destra in prossimità del passo) oppure ridiscendere verso Dimaro e svoltare sulla sinistra verso la malga di Vigo (1803 mslm, sterrato).
Alternativa sterrata: da Dimàro si raggiunge il passo anche lungo uno sterrato che segue il corso del torrente Meledrio. Questo percorso si incrocia sul primo tornante della strada statale (tenere la sinistra) ed alterna tratti impegnativi a tratti più semplici. Lo sterrato tocca due ex-malghe ed arriva alla malga Mondifrà dalla quale si giunge agevolmente in località Fortini (funivia Grostè) dove si svolta a destra e percorrendo anche un tratto della strada statale si giunge a passo Campo Carlo Magno in un chilometro circa.
Altimetria grazie a www.salite.ch

 

IN VAL DI PEJO, SU STRADA MILITARE
Salita breve e concentrata con successiva discesa pedalabile per questo itinerario che, nel cuore della val di Peio, misura venti chilometri.
Da Peio Fonti si affronta il primo tornante verso Peio paese e lì una strada asfaltata (indicazioni Pian Palù) si addentra nella valle del Monte. Al secondo chilometro si è raggiunta la malga Termenago di Sotto e si abbandona la strada per Pian Palù seguendo invece una strada boschiva che sale su pendenze moderate staccandosi dai fianchi della malga: è una strada costruita dagli austriaci che porta a raggiungere con tornanti ampi e poco pendenti il punto più alto dell'itinerario, località Vegaia a 1980 metri sul livello del mare.
Incomincia la discesa, prima su sterrato poi su sentiero, per malga Palù (da vedere il lago omonimo) e, in piano, fino a malga Celentino (1830 mslm, km 13).
Il sentiero scende, ripido e ciottoloso, fino al Fontanino dove ricomincia l'asfalto che riporta al punto di partenza (1390 mslm, km 20).
Per mtb, difficile.

 

TRAVERSATA DEL MONTE PELLER
Itinerario - impegnativo, per mountain bike - molto panoramico tra i più suggestivi per i numerosi ambienti attraversati: dalle fitte ed ombrose abetaie della Val di Sole alle zone più calde e secche, ricche di latifoglie del versante sud del monte Peller, dai vasti spiazzi prativi del Verdè alle altrettanto vaste praterie d’alta montagna del passo Forcola. Itinerario soleggiato, ideale nei primi mesi estivi per la ricca varietà floristica riscontrabile; percorso lungo con notevole dislivello ed alcune difficoltà tecniche praticabile da chi ha già un certo allenamento ed esperienza effettuabile anche in due giorni con pernottamento al rifugio Peller (da non perdere, nel caso, la salita alla cima a piedi per sentiero attrezzato).
Da Malè, si percorre la pista ciclabile che si imbocca in località Molini (visibile la segheria ristrutturata) fino a Mostizzolo.
In prossimità del ponte di Mostizzolo (il nome pare derivare dal dazio che si diceva sorgesse a capo del monte, dove si "doveva pagare" ovvero “musst bezahlen”, in tedesco) si imbocca la SS43 in direzione del paese di Cles per circa 4 km (strada molto trafficata).
All’entrata del paese, a destra, si sale nella sua parte più antica sino alla Piazza Granda, contornata da antiche dimore dell’aristocrazia clesiana, e di qui, a destra, verso la località Bersaglio (era il luogo del “casino di bersaglio” degli Schützen fino al 1918) che si raggiunge dopo aver superato un ultimo tratto asfaltato piuttosto ripido.
Di qui la strada si fa sterrata e sale, con lunghissime diagonali, sino alla località Verdè per circa undici km (si consiglia il percorso nelle ore più fresche del mattino per la notevole esposizione al sole avendo premura di portare con sé il necessario per idratarsi).
All’ultimo tornante in prossimità della cappella di S. Antonio è consigliabile una breve sosta per ammirare la val di Non con il lago di Santa Giustina (lungo oltre km 7,5, profondo 150 m. e con una capacità di 172 milioni di metri cubi d’acqua).
Poco dopo la strada spiana ed una caratteristica fontanella in legno permette il riempimento della borraccia. Alcuni saliscendi passando tra zone boschive e prative portano al laghetto del Verdè visibile nei primi mesi estivi. Avanti si staglia la corposa sagoma del monte Peller con il rifugio omonimo.
La strada prosegue con andamento altalenante a fianco di numerose baite ben inserite nell’ambiente circostante, superando la località Fontana Maora sino a giungere al passo Fraine, dove si impenna in maniera decisa. Salendo a sinistra su di essa la strada supera la località passo delle Fraine e con alcune variazioni di pendenza entra nelle ampie praterie alpine sino al lago Durigal di orgine carsica; nei pressi la chiesetta della Madonna della Neve. Qui proseguendo a destra si arriva al visibile rifugio Peller – Malga Clesera, proseguendo a sinistra, una ripidissima salita porta sui pendii esposti a sud del Monte Peller in direzione della malga Tassulla e della sottostante val di Tovel che si inoltra per dodici km fino al laghetto omonimo a quota 1178 mslm, dovuto a sbarramento di frana su bacino glaciale.
Il panorama a questo punto è vastissimo sulle successione delle valli sino alle montagne e cime innevate dell’Austria.
Si giunge alla malga Tassulla, quota 2090 mslm, dove la strada ha termine nel cospetto dell’ampio vallone del Pian della Nana. In esso si inoltrano alcuni sentieri alpini che portano nel cuore del gruppo di Brenta; si percorre a destra il sentiero n.306 che a mezza costa in breve porta al visibile passo della Forcola (2104 mslm) spartiacque tra la val di Non e di Sole.
Di qui in forte discesa poco più in alto del bel laghetto delle Salare si giunge, seguendo i pascoli a destra, alla malga Clesera, in prossimità della quale il sentiero n.308 discende, con alcuni tratti abbastanza ripidi, sino ad incontrare la strada boschiva che sale dal Prà della Selva – rifugio Mezol.
Mantenendoci sempre sulla destra si giunge a uno spiazzo, detto Prà della Selva, dove è possibile una discesa molto spettacolare e tecnica adatta a chi ama il downhill; si abbandona l’evidente strada girando a sinistra nello spiazzo, a fianco dei ruderi della vecchia seggiovia sino a Malè.
Per chi invece preferisce una discesa su comoda strada sterrata si prosegue dal Prà della Selva sulla destra verso rifugio Mezol e di qui ai Molini di Terzolas e per la pista ciclabile a Malè.

 

CIMA MANDRIE
Quarantacinque chilometri e più di 2100 metri di dislivello per questo difficile percorso dedicato alle mountain bike.
Dall’abitato di Malè attraverso la strada asfaltata principale si passa per centro del paese di Terzolas. In prossimità del Palazzo Torraccia (un tempo residenza nobiliare della famiglia Malanotti è ora sede del Municipio - notevole l’armonia delle torrette angolari; all’interno resti di affreschi) si prosegue a sinistra in leggera salita in direzione della chiesa edificata all’inizio dell'800. Di qui sempre diritti attraverso l’antico borgo e uscendo in vasti frutteti in direzione Samoclevo. Giunti in paese, con una ripida salita, (a sinistra fontanella) si prosegue in direzione dell’antica Rocca, un tempo castello della famiglia dei Caldes e poi dei conti Thun (una leggenda parla del tunnel che collega le sue dimore nobiliari), posta sopra il paese. Al termine del tratto asfaltato, imboccando a destra una comoda e sinuosa strada asfaltata di interesse agricolo, si giunge all’abitato di San Giacomo. Fino a qualche secolo fa esso si chiamava Solasna; ha una chiesetta gotica di solare bellezza. Lo si attraversa sotto degli stretti portici uscendo sul lato opposto dove la strada si fa sterrata e punta decisamente verso il paese di Cis.
Si arriva in paese e si prosegue sulla strada asfaltata verso Livo. In corrispondenza del centro raccolta rifiuti si abbandona la strada principale e si imbocca una strada a sinistra che con delle rampe impegnative sale la val di Bresimo fino a giungere all’abitato che dà il nome alla valle. Da qui una strada asfaltata porta alla malga Bordolona bassa. Si continua in salita su sterrato fino alla Malga Bordolona alta. Un attimo di ristoro e si comincia l’impegnativa salita al passo Palù da fare a piedi. Dal passo Palù (2412 mslm) si gode di una bellissima vista immersi in un paesaggio ancora incontaminato. In discesa sempre a piedi si arriva alla Malga Palù. Da qui, finalmente in sella, su strada sterrata si passa la malga Caldesa e si giunge a Piazzola di Rabbi. Adesso tutta discesa fino a rientrare a Malè.
Più dettagli? Clicca qui

Per scoprire la val di Sole su www.cicloweb.net:
- Alpine Gravel in val di Sole, solo percorsi gravel in questa pagina: www.cicloweb.net/bicicletta/b-trentino/newmalegravel.htm
- passeggiate e trekking verso i rifugi Larcher e Mantova al Vioz
- la guida alla val di Sole
E quando nevica? Tante idee per ciaspolare in Trentino (da www.ciaspole.net)



La cartografia è fornita da Kompass
Carta K71 Adamello - Presanella
Carta K72 Parco Nazionale dello Stelvio
Carta k73 Dolomiti di Brenta www.kompass-italia.com

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