passeggiate nel cuore delle Dolomiti d'Ampezzo
Una carrellata di percorsi nelle splendide Dolomiti attorno a Cortina d' Ampezzo. Si tratta di una selezione naturalmente incompleta: i percorsi attorno a Cortina sono davvero moltissimi così come numerose sono le diverse concatenazioni e varianti.
I più interessati alle vicende ed ai lasciti della Grande Guerra trovano ulteriori informazioni su questa pagina (clic) di www.cicloweb.net dedicata ai musei all'aperto ed alle escursioni tra passo Falzarego, passo Valparola ed il Lagazuoi.
RIFUGIO VANDELLI - LAGHETTO AL SORAPIS
Sentiero ripido e abbastanza impegnativo: non tanto dal punto di vista atletico quanto da quello tecnico. Dopo un tratto su forestale, pianeggiante ed ombreggiato da un fitto bosco, il sentiero 217 si inerpica superando rapidamente un dislivello di circa seicento metri.
Lo sguardo, durante la salita, si apre alle cime del gruppo del Cristallo, ai Cadini ed alle Tre Cime di Lavaredo: più in basso, il lago di Misurina, limpido specchio d'acqua dall'origine leggendaria.
Prima dell'arrivo, in vista di un buon momento per rilassarsi davanti alle splendide acque del laghetto del Sorapis, non ci si può però distrarre: il sentiero, infatti, è spesso caratterizzato da roccette e radici che richiedono una particolare dose di attenzione. Soprattutto in discesa.
All'arrivo la vista del Sorapiss che si riflette nello splendido azzurro che caratterizza le acque di questo laghetto ripagherà di ogni fatica.
GIRO DELLA CRODA DA LAGO
Un bell'itinerario circolare parte dal ponte sul rio Curto, lungo la strada del passo Giau.
Da qui s'imbocca il sentiero 437 verso il Cason del Formin e successivamente il sentiero 434: si sale nel bosco, regalandosi qualche panoramico momento di riposo per ammirare le Tofane, il Ra Gusela e le altre vette che si rincorrono in questo splendido angolo di Veneto.
Poco oltre una staccionata vale la pena deviare pochi metri dal sentiero e portarsi verso nord: si apre uno sconfinato panorama sulla conca di Cortina, una vista che non si potrà dimenticare. Il verde dei boschi e dei pascoli, l'azzurro del cielo e l'imponenza delle Dolomiti: un quadro che solo la natura sa comporre con tale maestria.
Il rifugio Palmieri alla Croda da Lago è il primo punto intermedio di questa passeggiata: si trova a 2046 metri di altitudine, a breve distanza dal lago Federa nelle cui acque si specchiano il rifugio stesso e l'Antelao. Inutile ripetere aggettivi per descrivere questo incanto.
Dopo il rifugio Palmieri si punta la forcella Ambrizzola (2277 mslm) che, posta al cospetto del Becco di Mezzodì, apre le porte dei prati di Mondeval, dove, pochi anni fa, vennero ritrovati interessanti reperti preistorici tra cui lo scheletro di un uomo primitivo.
Il lungo saliscendi prativo porta alla forcella Giau: una decisa discesa perde quota rapidamente e conduce, con attenzione, fino al punto di partenza.
Più impegnativo è chiudere l'itinerario percorrendo in discesa la val Formin: si richiede infatti di scollinare prima una nuova forcella in alta quota, forcella Lastoi de Formin, a 2465 mslm, per poi dedicarsi ad una lunga discesa per pietraie prima e lariceti dopo (imperdibile in autunno!).
FORCELLA DI TRAVENANZES
Un percorso spettacolare e non troppo impegnativo. Si colma tutto il dislivello all'inizio per poi proseguire la passeggiata con una lunga discesa poco ripida e su sentieri molto battuti.
Si parte dal passo Falzarego, in corrispondenza del parcheggio, e si prende il sentiero 402: la traccia è evidente. Come evidente è la forcella Travenanzes, quattrocento metri più in alto.
Il paesaggio è da subito maestoso: la Marmolada con il suo ghiacciaio è la vetta più distante, incombenti sono le pareti verticali del Lagazuoi, del Sass de la Stria e a poca distanza, verso est, spiccano le inconfondibili sagome di Averau e Cinque Torri. Un'interessante deviazione è il rifugio Lagazuoi: armati di attrezzatura, perizia e torce si può eventuamente percorrere la galleria elicoidale costruita dagli italiani durante la Prima Guerra Mondiale. E' un sentiero attrezzato che richiede la dovuta dotazione.
Restando sul 402, invece, si raggiunge la forcella dove il panorama si apre alle splendide vette che chiudono la val Travenanzes. Un paesaggio davvero unico.
Si inizia ora a scendere, sempre seguendo la traccia 402 che porta alla forcella Col del Bos: qui si rientra nel bacino del Ru de Falzarego e si tornano ad ammirare le cime del Faloria, dell'Antelao, le Cinque Torri e l'Averau.
Dopo una lunga discesa il sentiero 412 si fa più vivace: seguendo sempre le indicazioni per passo Falzarego si prosegue in saliscendi toccando anche alcune importanti testimonianze della Grande Guerra per terminare poi la passeggiata a passo Falzarego.
RIFUGIO NUVOLAU e RIFUGIO AVERAU
Appollaiato a nido d'aquila sulle Dolomiti, il rifugio Nuvolau (2574 mslm) si raggiunge da diversi punti, passando sempre per il rifugio Averau, sull'omonima forcella a 2450 mslm.
Da passo Giau si sale con decisione verso il Ra Gusela, poi si devia verso ovest in saliscendi tra sassi e rocce. Si perde quota leggermente per innestarsi sulla stradina che sale da località Federa (3 km a valle del passo Giau), camminando in un contesto alterato dagli sbancamenti per la pista da sci. E' solo un momento perché raggiunto il rifugio Averau si torna in un ambiente "intatto" e in meno di mezz'ora si raggiunge il rifugio Nuvolau.
Si può salire dal passo Falzarego, lungo il sentiero 441 ma anche tramite il sentiero 419 che passa per il bel lago Limides, oppure da località Cianzopè lungo il sentiero 439.
Qualsiasi percorso - scontate alcuni brutture legate ad abusi dell'intervento umano - regala panorami e scorci unici!
RIFUGIO GIUSSANI
Una bella salita, tosta ma breve!
Si parte dal rifugio Dibona, raggiungibile in auto, con qualche stretto tornante, oppure dal ponte sul ru Bianco, lungo la strada del passo Falzarego: in questo caso si prende quota nel bosco, salendo sulle ripide balze di un sentiero contrassegnato dal 413.
Il sentiero porta dunque al rifugio Dibona dove inizia una tortuosa risalita tra i ghiaioni fino alla forcella Fontananegra, sede del rifugio Giussani (2561 mslm, sentiero 403): panorami straordinari tra le rocce delle Tofane, sulle Cinque Torri e l'Averau e, più in là, verso le montagne del Cadore. Il rifugio può essere base di ulteriori ascese o tappa di percorsi circolari di vario impegno e diversa difficoltà: un lungo percorso - che richiede attenzione, piede fermo e perizia - muove verso forcella Travenanzes, passo Falzarego ed il rifugio Lagazuoi.
Tutt'attorno al rifugio tracce della cruenta storia che ha segnato queste montagne: baraccamenti e testimonianze della Prima Guerra Mondiale.
ATTORNO ALLA TOFANA DI ROZES
Il giro della Tofana di Rozes è un must per chi ama le Dolomiti sia per i loro paesaggi sia per il patrimonio di testimonianze storiche che ancora oggi custodiscono. Camminare attorno a questa caratteristica vetta, alta 3225 metri, è un susseguirsi di panorami ed emozioni che difficilmente si potranno scordare.
La Tofana di Rozes è la più meridionale del gruppo e le sue pareti incombono sulla vallata che corre dai dintorni di Cortina d'Ampezzo fino al passo Falzarego: la sua vetta si scorge da ampi settori delle Dolomiti ed è pressoché inconfondibile.
Per effettuare il giro ad anello attorno alla Tofana di Rozes si può partire da diversi punti: trattandosi di un itinerario circolare, infatti, si può iniziare la camminata sfruttando i diversi sentieri che salgono dalla vallata del Falzarego (tra Cianzopè e passo Falzarego) fino ai piedi delle Tofane oppure, addirittura, salire lungo la val Travenanzes (un itinerario, però, lunghissimo!).
Per ridurre l'impegno di una camminata già decisamente impegnativa si può optare per una partenza dal rifugio Dibona, a 2037 mslm. Questo rifugio è raggiunto da una stradina asfaltata (salvo gli ultimi 1500 metri sterrati) ed è servito da un parcheggio relativamente ampio.
Dal rifugio Dibona si prende a salire sul sentiero che porta al rifugio Giussani: dopo pochi minuti, però, in località Valon de Tofana (2120 mslm) si abbandona tale direzione per proseguire sull'impegnativo sentiero 442 (segnato 404 dalle mappe Kompass) che prende quota senza indugio e si avvicina alle pareti della Tofana.
Superato un dislivello di ulteriori duecento metri (per arrivare ad un totale che si avvicina già ai trecento complessivi, fino a questo punto) il sentiero propone un bivio: a destra si proseguirebbe nuovamente verso il rifugio Giussani, a sinistra, invece, ci si dirige verso ovest, costeggiando le pareti dolomitiche in direzione delle Gallerie del Castelletto (da non raggiungere al successivo bivio).
Inizia ora un lungo traverso in saliscendi: camminando ai piedi della Tofana di Rozes si possono ammirare il Sorapis e l'Antelao, le Cinque Torri e l'Averau, la Croda da Lago ed il Sass de la Stria e, in fondo verso sud-ovest, la Marmolada. E' un tratto suggestivo non solo per le cime all'orizzonte ma anche per il paesaggio attraversato: pietraie e sfasciumi caratterizzano ampi tratti di questo versante. L'origine di questo ambiente, però, non è naturale: furono le mine ed i combattimenti della Grande Guerra a cambiare il volto della montagna. Un unico bivio si propone: invece di salire verso le gallerie del Castelletto si prosegue mantenendo la sinistra fino ad arrivare alla forcella Col dei Bos. Tale forcella è segnata in più punti con altitudini variabili: la forcella effettiva, che apre le porte della val Travenanzes, si trova a 2337 metri di quota.
Prima di arrivare alla forcella il panorama si è già ulteriormente aperto alle cime di Fanes ed ora, scendendo in val Travenanzes, si estende ancora di più abbracciando quella che è una delle più selvagge vallate delle Dolomiti.
La discesa (sentiero 403) vanifica tutte le fatiche fatte fin qui: tra prati e ghiaioni si perde quota fino a raggiungere località Munt de Travenanzes, a 2090 mslm, dove si abbandona la discesa verso il fondovalle per proseguire verso destra e tornare a camminare in saliscendi avvicinandosi nuovamente alle pareti più verticali. Ben guidati dalla segnaletica (s'incontrano più paline segnaletica che riportano la direzione Majarié - sentiero Giussani "facile") si prosegue ammirando un'esile cascata ("el Pišandro del Majarié") ed un ardito passaggio che sembra quasi una cengia. Nulla di proibitivo, ma molto di suggestivo.
In questo tratto si incontrano le indicazioni per la ferrata del Minighel, la più antica via attrezzata delle Dolomiti: è breve ma trattandosi sostanzialmente di una scala a pioli a picco sul vuoto richiede una certa preparazione atletica e soprattutto mentale. Il sentiero "facile" 403 la evita e prosegue senza tratti attrezzati.
In località Majariè (ovvero "grossi sfasciumi" nel ladino ampezzano) si riprende a salire, sempre sul 403: da quota 2000 mslm si dovrà arrivare a 2580 metri per raggiungere la forcella di Fontananegra ed il vicino rifugio Giussani. La salita sarà severa ed alternerà tratti ripidi a tratti ancora più ripidi tra gradinate rocciose, scalini in legno e ripide serpentine: il tutto per risalire un tipico vallone dolomitico. Saranno il panorama, e le tante testimonianze della Grande Guerra, a distrarre dalla fatica.
Attenzione: in piena estate questo tratto può essere molto esposto al sole.
Dai dintorni di forcella Col dei Bos fino al rifugio Giussani abbondano resti di trincee, camminamenti ed antiche postazioni. Si trova tanto scatolame d'epoca, filo spinato, frammenti di capanne e di baracche. Addirittura, ormai in vista della forcella di Fontananegra, si ha la possibilità di entrare in una sorta di rifugio costruito all'interno della roccia.
Vale la pena ricordare che ogni reperto va lasciato sul posto, affinché anche chi passa dopo possa notarlo e viverne l'effetto evocativo.
Se rimarrà tempo, dopo l'escursione il museo al passo Valparola sarà un utile momento per approfondire la conoscenza della Grande Guerra tra le Tofane, il Lagazuoi ed in generale l'area ampezzana.
Giunti al rifugio Giussani non resta che scendere, senza fatica ed anzi, volendo, divertendosi tagliando qualche tornante nel ghiaione, fino al rifugio Dibona.
Due parole sul rifugio Giussani che, a 2580 metri di quota, si trova incastonato tra la Tofana di Rozes e la Tofana di Mezzo. E' il più recente rifugio della zona: prima del Giussani, inaugurato nel 1972, furono realizzati il rifugio Tofana (primo rifugio delle Tofane e secondo dell'Ampezzano, fondato nel 1886, distrutto durante la Grande Guerra e recuperato come locale a servizio del Giussani) ed il Cantore, aperto dal Cai di Cortina nel 1921 e dedicato al generale Antonio Cantore che morì proprio sulla forcella di Fontananegra nel 1915.
In totale l'escursione richiede 5-6 ore di cammino (1h30'-2h fino a forcella Col di Bos; 2h30'-3h dalla forcella al rifugio Giussani, 1h scarsa per la discesa) e propone un dislivello complessivo di oltre mille metri. Attenzione: le due salite "vere" colmano un dislivello di trecento metri - dal rifugio Dibona ai piedi della Tofana di Rozes - e poco meno di seicento metri - da Majariè al rifugio Giussani, ma i frequenti saliscendi elevano non di poco il dislivello complessivo.
Non vi sono punti di appoggio fino al rifugio Giussani: in località Forcella Col dei Bos è possibile scendere verso la strada del Falzarego o proseguire verso il passo.
SASS DLA STRIA
Ancora più incisive sono le tracce lasciate dalla follia della guerra sul Sass de la Stria, uno sperone roccioso tra il passo Falzarego ed il passo Valparola.
Seguendo i sentieri che si dipanano sui versanti di questa montagna si può arrivare ai resti della postazione Goiginger e si possono scoprire gallerie nel cuore della montagna, feritoie e quant'altro. Il tutto in una posizione che oggi è solo eccezionalmente panoramica ma che un secolo fa era vista unicamente come un invidiabile punto di osservazione ed attacco sulle forze nemiche.
GIRO DEL SETSAS
In una limpida giornata di sole, il giro del Setsass può trasformarsi in un'esperienza quasi irrepetibile. Camminare attorno a questo rilievo dolomitico, e raggiungerne la vetta, consente infatti di ammirare un panorama estesissimo che abbraccia praticamente tutti i gruppi dolomitici: volgendo lo sguardo in ogni direzione si osservano, a distanze ovviamente variabili, Sass dla Stria, Lagazuoi, cime di Fanes, Conturines, Lavarella, Sasso delle Dieci, Sass de Putia, il gruppo Puez con il Sassongher ed i pinnacoli del Cir, le Odle, parte del Catinaccio, la Marmolada, il Civetta, il Pelmo, l'Antelao, il Sorapiss, le Tofane, le Cinque Torri, la Croda da Lago e l'Averau.
E l'elenco si ferma alle cime principali!
La camminata, peraltro, non è nemmeno troppo impegnativa dal punto di vista dell'altimetria ma c'è da mettere in conto uno sviluppo davvero significativo ed un saliscendi quasi snervante nel finale!
Si parte dal rifugio Valparola, poco sotto l'omonimo passo che divide (pur essendo in territorio completamente bellunese) l'Alta Badia dall'Ampezzano e dal territorio di Livinallongo, seguendo le indicazioni Setsass - Pralongià (sentiero 24). Qui si trovano sia una fermata dell'autobus sia (a breve distanza) un parcheggio.
Da quota 2180 mslm si prosegue, per alcune decine di minuti, su saliscendi non impegnativi quanto a dislivello ma che richiedono attenzione trattandosi di continui passaggi su roccia. Alcuni momenti sono salienti: il primo, simbolico, è il superamento di un cancello in legno che sembra aprire le porte del Setsass mentre il secondo è il passaggio da un antico manufatto risalente alla Grande Guerra. Il vicino museo al passo Valparola potrà rappresentare un utile ... "compendio" per conoscere cos'è stata la Prima Guerra Mondiale tra queste montagne.
In questo primo tratto il panorama è aperto verso l'Alta Badia e la camminata prosegue spedita. C'è solo da prestare attenzione - come detto - ai frequenti passaggi tra le rocce.
Si perde dolcemente quota rientrando addirittura in un rado bosco di larici ed abeti: raggiunta un'ampia radura ai piedi di un pendio erboso si incontra un bivio (circa 1h30' - 1h45' dalla partenza). Per raggiungere la vetta del Setsas si procede a sinistra (a destra, invece, si continuerà per completare il giro).
La salita inizia subito con un deciso cambio di passo: si prende quota tra le praterie fino a raggiungere la cresta sommitale che inizia a schiudere un panorama davvero infinito.
Si procede addentrandosi in un contesto sempre meno ... "erboso" e sempre più roccioso. La salita è impegnativa ma mai esposta: abbondano, per l'occhio attento, tracce della Grande Guerra. Trincee, gallerie, qualche resto in ferro. Si cammina su pietraie e sfasciumi, talvolta su una traccia più ampia, talvolta superando qualche roccia.
La conquista della vetta (a 2580 mslm, circa 1h dal bivio) è il momento di massima gratificazione panoramica ed è difficile abbandonare una posizione così privilegiata.
Ma il giro del Setsas è ancora lungo ed anzi non si è nemmeno a metà della giornata.
Tornati al bivio in meno di un'ora si procede stavolta lungo il 24, in direzione del Pralongià. Si supera un valico tra le rocce e si cammina poi in cresta passando anche sotto un enorme masso. Inutile descrivere la grandiosità dei panorami: possono provarci le foto nella gallery qui sopra!
Dopo un altro incrocio che ripropone la direzione della cima del Setsas si perde qualche decina di metri e, in corrispondenza di un paio di baite, si inizia a camminare lungo il sentiero 23 (direzione Sief - Col di Lana, circa venti minuti dal bivio sul 24).
Inizia ora un nuovo lungo traverso ai piedi del Setsas, che stavolta esibisce le sue ben più verticali pareti meridionali. Tra tratti a mezza costa e passaggi tra pietraie e sfasciumi (oltre all'affaccio su alcune curiose formazioni rocciose) si giunge ad un valico in corrispondenza di una baita isolata: torna ad aprirsi la vista verso l'Ampezzano (circa un'ora lungo il sentiero 23).
Passo Sief è vicino ma non lo si raggiunge, si procede invece verso sinistra in direzione del passo Valparola.
Sembra fatta ma ci sarà, invece, da camminare per più di un'ora ancora tra prati e boschi, sempre ai piedi del Setsass. Il finale è velenoso con una breve ma ripida salita: costeggiando un ruscello si supera un leggero dislivello aiutati anche da qualche piolo in ferro. Ancora qualche prato, il passaggio dal laghetto del Valparola e si sarà tornati al punto di partenza.
In tutto si sarà camminato per circa sei ore - più le pause - colmando un dislivello complessivo di circa novecento metri: gran parte di questo dislivello, però, è annacquato in tanti saliscendi. La salita "vera", quella alla cima del Setsas, ha un dislivello di quattrocento metri.
La guida a Cortina d'Ampezzo e dintorni: https://www.cicloweb.net/guide/g-veneto/nscortina.htm
Pedalate in bicicletta e mountain bike attorno a Cortina d'Ampezzo: https://www.cicloweb.net/bicicletta/b-veneto/newcortina.htm
E quando c'è la neve, con le ciaspole tra le Dolomiti venete, anche vicino a Cortina: www.ciaspole.net/itinerari1/veneto
Hotel Montana
Corso Italia, 94
32043 Cortina d'Ampezzo BL
Telefono: 0436.860498
Fax 0436.868211
montana@cortina-hotel.com
L'Hotel Montana è un Meuble situato in posizione centralissima lungo l'isola pedonale di Corso Italia a Cortina d'Ampezzo vicino agli impianti di risalita ed ai maggiori impianti sportivi. L'albergo offre sala colazioni con vista sul corso, sala tv con videogiochi e videoteca.
Dispone inoltre di parcheggio privato e di deposito sci attrezzato con tavolo per sciolinatura professionale.
L'Hotel Montana nasce come edificio intorno al 1927. Le prime grosse modifiche ed ampliamenti si hanno nel 1937, quando il fienile e la stalla che facevano parte della casa antistante, che funzionava come dipendenza dell' Hotel Cortina, vennero demoliti per ampliare notevolmente la dipendenza. Dal 1949, quando l'immobile iniziò a funzionare come Hotel Montana vennero eseguiti altri lavori. Gestito fino al 1989 dalla famiglia Apollonio, ora dalla famiglia Lorenzi.
Oggi conta 45 posti letto distribuiti in 30 camere, ciascuna con bagno privato, telefono con chiamata diretta e televisione. Ricche colazioni sono servite a buffet o direttamente in camera con il nostro curato room-services.
http://www.cortina-hotel.com
Hotel Des Alpes
Via la Verra 2
32043 Cortina d'Ampezzo BL
Tel. +39 0436 862021
Fax +39 0436 868165
Attorniato dalle suggestive e maestose cime delle Dolomiti , in una posizione panoramica a due km dal centro di Cortina d'Ampezzo si trova l'Hotel Des Alpes. Albergo dalle antiche tradizioni , condotto da sempre dalla Proprietà , Famiglia Ghedina. La ns. Casa ospita fino a 70 Persone, alle quali offre un ristorante dalla cucina curata direttamente dalla proprietà , con una sala da pranzo in splendida posizione dalla quale ammirare il meraviglioso panorama delle Tofane. La prima colazione e ricca e abbondante con buffet Le camere offrono bagno privato, TV satellite e telefono a chiamata diretta , molte dispongono di balcone .
Per gli amici ciclisti disponiamo di ampio garage per le biciclette , nonché di assistenza tecnica a 100 metri dall'albergo presso il negozio Cicli Cortina .
Condizioni particolari potranno essere offerte a partire da piccoli gruppi di 10 persone .
Il proprietario, ciclista da 25 anni vi potrà consigliare in ogni occasione su percorsi e difficoltà .
e-mail:info@desalpescortina.it