un trekking in cinque tappe, tra Svizzera ed Italia, all'insegna del blu di tanti laghetti alpini
Il trekking dei laghetti dell’alta Vallemaggia è un percorso in cinque tappe all’insegna dell’acqua alpina e di un’infinità di piccoli grandi laghi, di origine naturale o, talvolta, artificiale. Non solo: sorgenti, rigagnoli, rivi, ruscelli e tutto quel sistema di acque che alimentano i tre principali fiumi delle Alpi Lepontine, ovvero il Toce, il Maggia e il Ticino.
Questo trekking ha un respiro “internazionale” perché si snoda sul confine tra Italia e Svizzera, attraversandolo, e consente di usufruire di quattro rifugi, o “capanne” come le chiamano in Svizzera, dalle caratteristiche molto diverse tra loro.
Partenza ed arrivo sono fissati a Fusio, la lunghezza complessiva supera i sessantatrè chilometri per un dislivello positivo totale di circa 5600 metri.
Chi non volesse affrontare l’intero trekking può scegliere di partire anche da Robiei (accessibile in funivia da San Carlo) o dalla Valle Formazza.
Ecco il percorso tappa per tappa.
Fusio (1289 mslm) – Capanna Poncione di Braga (2003 mslm): 11.9 km, 1810 metri di dislivello in salita e millecento in discesa. Tempo di percorrenza stimato in sette ore e un quarto. Altitudine massima 2478 metri sul livello del mare.
Si parte con la tappa più impegnativa: dal villaggio di Fusio, piccolo e caratteristico, si sale all’Alpe di Röd e poi alla Bocchetta di Pisone. Da lì si scende in valle di Peccia dove si trova l’unica cava di marmo dell’intera Confederazione Elvetica. Una ripida discesa di quasi mille metri di dislivello consente di cambiare versante e portarsi, dopo una cengia naturale ed un tratto in nuova salita, fino alla quasi eremitica Capanna di Poncione di Braga.
Capanna Poncione di Braga – Capanna Basodino (1856 mslm): 10.3 km da fare in circa quattro ore e quarantacinque minuti. Il dislivello positivo è di 830 metri, quello negativo 980. Si arriva fino a 2708 metri di quota, punto più alto dei cinque giorni: è l’altitudine della Bocchetta della Froda.
Si parte dalla soleggiata Alpe Masnee per affrontare poi una costola rocciosa affiancata dal lago della Froda. Raggiunta la Bocchetta della Froda ci si ferma per ammirare un vasto panorama che abbraccia, su tutti, il Basòdino, corollato dal suo ghiacciaio che – per estensione – è il secondo del Canton Ticino. Il sentiero scende, facendosi sempre più comodo, verso Robièi, luogo più affollato del percorso dato che è raggiunto dagli escursionisti aiutati dalla funivia della val Bavona. Nella discesa si ammirano il Lago Nero ed il Lago Bianco: è territorio frequentato dagli stambecchi, con un po’ di fortuna si può avvistare qualche esemplare di questo elegante animale.
Capanna Basodino – Rifugio Maria Luisa (2157 mslm): 9.6 km da fare in quattro ore. Dislivello positivo 840 metri, negativo 530. Massima altitudine: 2633 metri sul livello del mare.
Prima l’idillio della zona chiamata Rondinascia, vallette, torbiere, piane alluvionali e rocce montonate, poi la Bocchetta di Val Maggia che consente di sconfinare in Piemonte ed aprirsi alla serie di laghi e laghetti ai piedi di Marchhorn e Kastelhorn fino a raggiungere il rifugio Maria Luisa, unico pernottamento italiano del trekking.
Rifugio Maria Luisa – Capanna Cristallina (2575 mslm): è la tappa più lunga, con uno sviluppo di 14.5 km. Si stima che siano necessarie sei ore per completare l’escursione che supera un dislivello positivo di 1220 metri (negativo 810 metri). Quota massima: 2697 metri sul livello del mare.
Si parte camminando sull’ampia sterrata che porta al passo di San Giacomo. Appena a valle del valico, già in territorio elvetico, un antico oratorio dedicato ai Santi Nicolao, Caterina e Giacomo. Qui sorgeva un ospizio per pellegrini e viandanti. In territorio italiano, invece, i resti del sogno futurista dell’architetto milanese Portaluppi, il Wagristoratore di cui parliamo qui: https://www.cicloweb.net/news/wag-ristoratore
Si torna a salire affrontando un’arida pietraia, fino ai 2698 metri del passo Grandinagia. Dopo aver ammirato il lago Sfundau si arriva infine alla Capanna Cristallina, costruita nel 2003.
Capanna Cristallina – Fusio: la tappa di rientro, con duemilacentottanta metri di dislivello in discesa ma anche novecento metri di dislivello positivo. E’ lunga 18.9 km: la quota massima sono i 2575 metri del punto di partenza.
Breve intermezzo in val Torta e si aggira il massiccio del Cristallina per tornare infine in territorio valmaggese. Si scende dapprima lungo i pratoni del versante orografico sinistro della val Sambuco per passare poi da Campo La Torba, alpeggio pregiato oggetto di dispute antichissime. Si costeggia poi il lago Sambuco ed infine, dopo aver oltrepassato l’alpeggio abbandonato di Larecc, si imbocca l’ultima discesa, quella che riporta a Fusio.