un valico di confine, un antico ricovero per emigranti e viandanti
"Das Iar siged woulchemmi im land za fiasse z'gourner's gletscher", ovvero "Che siate benvenuti ad Alagna ai piedi del ghiacciaio del Monte Rosa! "
A 2480 metri di quota, il Rifugio Sottile è l'Ospizio più alto d'Europa. Con le parole sopra, tradotte in italiano, si sarebbe stati accolti dall'antico popolo Walser che fondò Alagna, nel lontano Medioevo.Lo stesso popolo avrebbe dato il benvenuto in quello che tuttora è l'Ospizio più alto d'Europa: la sua costruzione, risalente ai primi anni del XIX secolo, ne fa uno degli edifici più storici della Val Vogna.
Due le vie di accesso (descritte dai gestori sul sito https://www.rifugioospiziosottile.com)
Dal Piemonte
Da Sant’Antonio, dove si trova il rifugio - trattoria Valle Vogna e la bella Chiesa di S. Antonio, si prende la comoda mulattiera che parte alle spalle della chiesa e che, con dolci saliscendi, ci porta ad addentrarci nella valle costeggiando il torrente Vogna.? Dopo circa mezz’ora di cammino si giunge a uno spiazzo dove troviamo una fontana in legno che offre acqua limpidissima di sorgente, luogo ideale per una prima breve sosta e per rifocillarsi. A destra sorge una croce e il monumento a ricordo della Madonna di Fatima.
Qui si trova anche il primo accesso al torrente Vogna.
Dopo circa un’ora di cammino si raggiunge uno dei luoghi più affascinanti della valle. Assai suggestivo, il borgo di Peccia, costituito da numerose case in perfetto stile Walser, circonda uno splendido laghetto artificiale dalle acque limpide e color smeraldo. A dominare l’abitato, in cima ad una breve salita troviamo la chiesetta di San Grato, costruita nel 1433. Il sentiero in questo tratto avanza pianeggiante e costeggia il torrente.
Si prosegue ancora fino al bel ponte di Napoleone, costruito dai suoi soldati intorno al 1800 e successivamente rifatto. Esso permette di oltrepassare il torrente Solivo. A sinistra, invece, un ponticello dà inizio al sentiero, con segnavia n° 5, diretto al passo del Maccagno (2495 mslm). Superato il ponte si segue il sentiero che sale sulla destra con una rilevante pendenza nel bosco. Dopo poco si giunge ad una piccola radura: l’Alpe Montata, costituita da due baite e dalla Cappella dedicata alla Madonna della Neve (1638 mslm). Si susseguono, ora, un tratto di media pendenza, un’ampia radura erbosa, alcune svolte nel bosco, un breve tratto ripido… ecco anche la Cappella della Madonna del Lacone (1739 mslm).
Il sentiero continua tra le felci nella rada boscaglia, e raggiunge pianeggiante il bivio per il Rifugio Ospizio Sottile, indicato a destra. (A sinistra, invece, con segnavia n° 1a in breve si arriverebbe all’Alpe Larecchio - 1895 mslm - un’ampia conca che accoglie alcune baite. Una di queste è l’Agriturismo Alpe Larecchio).
Seguendo il sentiero che indica l’Ospizio Sottile si supera poco dopo, attraverso un ponte, il torrente Valdobbia (1846 mslm), si lascia a destra una baita e ci si porta con ampio giro oltre un risalto al Pian del Celletto, all’incrocio con il percorso 1a (201a) che arriva dall’Alpe Larecchio (ore 1,15 – 2.30). Dai pressi del Pian del Celletto appare, ancora lontano sul Colle, l’Ospizio Sottile. Si prosegue seguendo il sentiero per la Piana Grande ed i Sasselli dell’Asina, con a destra il valloncello di Valdobbiola.?
Si entra infine nel vallone finale che si percorre con qualche tornante, lasciando poco prima a destra l’itinerario 1b (201b), per giungere al Colle Valdobbia, 2480 mslm, su cui è posto l’Ospizio Sottile (ore 3.30 da Cà di Janzo).
Nei fine settimana di giugno e luglio e tutti i giorni di agosto l’accesso a Sant’Antonio è limitato e la partenza avviene da Ca’ di Janzo (1354 mslm).
IN BREVE
Segnavia 1
Partenza: S. Antonio (1381 mslm)
Arrivo: Rifugio Sottile (2480 mslm)
Dislivello: 1099 metri
Tempo di percorrenza: 3h circa
Difficoltà: E
Dalla Valle d’Aosta
Arrivati a Gressoney Saint Jean (1385 mslm), superare il piazzale degli impianti sciistici del Weissmatten, il palazzetto dello sport ed alle prime case in località Valdobbia (1380 mslm) un cartello indicatore segnala verso destra la partenza del sentiero n. 11 per il Colle di Valdobbia.
Iniziare a salire per il sentiero n°11 che prende quota fra le case in direzione del bosco. Giunti tra gli alberi, il sentiero inizierà ad impennarsi ripido con continue inversioni. Ad un bivio, si lascia la diramazione di destra e si continua a sinistra. All'uscita dalla fascia boscata, il sentiero risale un canalone erboso e si porta sulla spalla di sinistra ove si gode un'ottima visuale su Gressoney-Saint-Jean.
Al termine del canalone la pendenza si attenua e si transita accanto ai ruderi di alcuni casolari. Successivamente si attraversa un'altra fascia di bosco oltre la quale si tocca l'alpeggio Cialfrezzo (Tschalvrétzò) di sotto, verso quota 1900 mslm, all’altezza delle baite, qui il vallone si apre e s’inizia ad intravedere la meta: il Colle Valdobbia, caratterizzato dall'Ospizio Sottile. Si continua, sempre sul sentiero, sino ad incontrare un torrente che si attraversa su un ponticello in legno. Immediatamente dopo si riprende la salita costeggiando il corso d'acqua per portarsi su un breve ripiano dove si incontra un bivio. Proseguendo a sinistra si giunge all'alpe Cialfrezzo di sopra, lì il sentiero transita a sinistra dell'alpeggio poi raggiunge un successivo breve pianoro. La parte finale della salita ritorna ripida, anche se il sentiero con ampi tornanti semplifica l'ascesa.
Arrivati al colle di Valdobbia si trova il Rifugio Ospizio Sottile (2480 mslm).
IN BREVE
Segnavia 11
Partenza: Gressoney S. Jean (1895 mslm)
Arrivo: Rifugio Sottile (2480 mslm)
Dislivello: 1100 metri
Tempo di percorrenza: 2 h circa
Difficoltà: E
UN PO’ DI STORIA
Riva Valdobbia era una tappa d’obbligo per gli emigranti che andavano all’estero e ne rientravano percorrendo la Grande Strada d’Aosta, l’antica Via Regia, importantissima arteria che metteva in comunicazione le terre del Ducato di Milano, del quale la Valsesia fece parte fino al 1707, con la Valle d’Aosta, la Francia e la Svizzera. La strada risaliva la Valgrande fino a Riva Valdobbia, percorreva la Val Vogna ed il Vallone di Valdobbia, attraversava il Colle per scendere a Gressoney-St. Jean. Da qui valicava i colli della Ranzola e di Joux e ad Aosta si divideva per dirigersi verso il Grande o il Piccolo S. Bernardo. Questo itinerario era frequentato da mercanti, ma soprattutto dagli emigranti stagionali, che si portavano sui luoghi di lavoro a marzo e tornavano in patria tra novembre e dicembre. L’inclemenza del clima in quei mesi e le valanghe causarono moltissime vittime.
Nel 1787 Gian Giuseppe Liscotz di Gressoney ed il capitano Giovanni Giuseppe Gianoli di Riva fecero costruire sul Colle Valdobbia una stalla e una cappella, ricoveri risultati col tempo inadeguati per l’intenso passaggio degli emigranti. Figlio di emigranti lui stesso, il canonico Nicolao Sottile, nativo di Rossa in Val Sermenza, conosceva bene la situazione di quel valico talora infausto. Una disgrazia avvenuta nel 1820 lo indusse alla costruzione, a sue spese, dell’Ospizio che venne ultimato nel 1823. Sorse così presso il Colle, il primo Ospizio, il più alto delle Alpi. Da allora il transito dei viandanti fluì più sicuro.
Il canonico provvide a mantenerlo aperto nel periodo invernale dal 1822 al 1831, fino a quando lo cedette al Comune di Riva Valdobbia. Per 23 anni, dal 1833 al 1856, Giacomo Clerino, ex soldato napoleonico, esercitò lassù il duro compito di custode. L’ospizio accolse anche principi e regnanti. Nel 1871 l’ospizio acquistò maggiore importanza con l’istituzione dell’Osservatorio Meteorologico del Colle di Valdobbia, il primo in Piemonte.
Nei primi anni del 2000, la struttura è stata completamente recuperata in tutto il suo splendore e riaperta al pubblico l’antica cappella che oggi è parte integrante del rifugio. Vi si può trovare infissa nel muro una targa che ricorda la partecipazione della Regina Margherita di Savoia alla Santa Messa del 4 agosto 1890.
Impossibile non visitarla durante l'unica celebrazione della Santa Messa, nel mese di agosto!
(da https://www.rifugioospiziosottile.com/)
I WALSER
Definiti anche come "il più nobile popolo delle Alpi", i walser erano popolazioni di stirpe germanica che valicarono lo spartiacque alpino per insediarsi in diverse località del versante meridionale della catena, in particolare nel Piemonte settentrionale ed in Valle d'Aosta. L'isolamento e le difficoltà oggettive che fronteggiarono crearono nel popolo walser una grande competenza tecnica ed interessanti forme di organizzazione sociale. Alagna e Riva Valdobbia, come Gressoney ed altri borghi della valle del Lys, conservano ancora diversi tratti della cultura walser nella parlata e, soprattutto, nell'edilizia: sono tantissime le abitazioni caratteristiche, dove spicca un affascinante connubio di legno e pietra.
Ma da dove venivano i walser? Premesso che tanti aspetti della loro migrazione non sono ancora stati chiariti, è invece noto che la loro provenienza, come suggerisce anche il nome stesso, è legata al territorio ora noto come Vallese (e dunque walser come contrazione di "walliser"), in Svizzera. La loro parlata è il Titsch, una variante del tedesco (deutsch) con cui, ovviamente, permangono molte similitudini (basti solo pensare alla parola "dorf" inteso come nucleo del villaggio): ogni area ha la sua variante, si parla dunque di titsch di Gressoney-Saint-Jean e La-Trinité, il töitschu di Issime e il titzschu di Alagna Valsesia e Rimella. Si ipotizza che la migrazione dei Walser sia stata dovuta a diverse concause: un periodo climatico favorevole, una sovrappopolazione dei territori di partenza ed alcuni "incentivi", diremmo oggi, concessi dai signori dell'epoca.
La cultura walser caratterizza diverse località del nord-ovest, in particolare, ma non solo, nei pressi del Monte Rosa. Ecco alcune pagine da visitare su www.cicloweb.net:
- le passeggiate in val d'Ayas,
- la scoperta del vallone delle Cime Bianche,
- le passeggiate in val Sesia,
- le passeggiate da Macugnaga,
- la salita piemontese all'Ospizio Sottile,
- la salita valdostana all'Ospizio Sottile,
- le pedalate in val Formazza e verso Macugnaga, nella pagina dedicata alla provincia del Verbanio Cusio Ossola,
- le pedalate in val Sesia,
- le pedalate in valle del Lys (valle di Gressoney),
- la guida alla val Sesia,
- la guida a Macugnaga e dintorni
- la guida alle val Formazza,
- la guida alla val d'Ayas,
- la guida alla valle di Gressoney (valle del Lys)