di Paolo
Croazia! Un'idea nata quasi per caso .. e ancora in solitaria dato che trovare qualcuno con cui partire in bici .. è sempre un'impresa. E spesso un'impresa fallimentare (data: luglio 2003)
Il primo giorno è un massacro. All'una di notte parto alla volta di Trieste ed alle 5.30 sono pronto in sella alla bici. Obiettivo: giungere a Pola entro le 16. Sono 120 km, dovrei farcela. Ma all'inizio non trovo il modo per uscire da Trieste senza fare l'autostrada .. non riesco ad orientarmi e non c'è nessuno a cui chiedere. Per evitare di perdere troppo tempo prendo l'incosciente decisione di fare la bretella autostradale (che non ha caselli) e con varie "manovre" giungo alla dogana.
Transito suscitando la simpatia e la curiosità del doganiere sloveno che non crede possibile che io possa giungere a Pola. Il tratto sloveno è breve, nel pieno di una salita, appena dopo Koper (Capodistria) supero anche la dogana croata.
Il percorso è un continuo saliscendi, il tipo di altimetria che meno sopporto. Il caldo è incredibile e la fatica tanta. Ma distratto dallo splendido ambiente istriano rimango in media. E tutto pare andare bene. A mezzogiorno il fattaccio... come tre mesi prima in Corsica, anche stavolta saltano copertone e camera d'aria. Ho la camera d'aria (come in Corsica) ma non il copertone (come in Corsica) .. niente da fare .. autostop. Si ferma solo un olandese ("no problem for you but for the bike") e già dispero di arrivare a Pola.. fino al momento in cui un croato in Ducato si ferma e mi carica. Non riusciamo a parlare, non capisce nemmeno "port". Ma mi porta da un meccanico ciclista e lo ringrazio calorosamente. Anche stavolta ho "tagliato" involontariamente venti chilometri di strada.
Pola è una città dai due volti: la zona turistica è più "ricca" è accogliente, il famoso anfiteatro romano è davvero splendido.
In traghetto raggiungo Veli Losinj, dove mio fratello è in vacanza balneare. La giornata dopo è relax sulla spiaggia o meglio sugli scogli di due spiaggettine tra Veli e Mali Losinj.
Il terzo giorno mi faccio accompagnare in auto sino a Merag: traghetto per Krk e si torna a pedalare. Come in Istria anche lungo le strade di Krk dominano il secco ed il caldo. Attraverso Krk, pranzo ad Omisalj, poi il ponte che ricongiunge con la terraferma ed in seguito la costa sino a Senj. La presenza di "occidentali" si riduce drasticamente, a Senj (dove non avevo prenotato) mi sistemo in una pensioncina e mi godo la bella cittadina.
Il giorno dopo tappa breve ma intensa con 767 metri di dislivello: mi butto nella Lika, la Croazia interna, senza turisti, sventrata dalla guerra, dove ci sono ancora campi minati (delimitati da nastri gialli), case abbattute, monumenti ai caduti dietro ogni angolo, veicoli incendiati. Arrivo presto a Otocac e muovo alla ricerca della casa. Inutile dire che nessuno parla inglese..
Dormo .. poco. Purtroppo devo alzarmi alle 3 perchè l'unico pullman per Plitvice è alle 4 di mattina. Incredibile. Ma vero. Così nel buio della notte devo percorrere 5 km e sono attanagliato dalla tensione.
Una volta sul pullman mi tranquillizzo e mi godo gli scenari tipicamente balcanici dell'altopiano .. verde, coltivazioni, vegetazione spontanea e .. la casa Natale di Milan Rapajc, calciatore del Perugia, come mi dice il conducente dopo aver saputo che sono italiano.
Arrivo a Plitvice alle 6, il Parco apre alle 9 e l'Hotel non sa se avrà posto per accogliermi... così mi piazzo nella hall ed attendo. Tutto va per il meglio e così, dopo aver sistemato i bagagli in hotel, mi dedico alla visita al parco dei laghi di Plitvice. Una vera escursione: si tratta di 16 laghi alimentati dai fiumi Bijela Rijeka e Crna Rijeka (Fiume Bianco e Fiume Nero), sorgenti sotterranee, collegati tra loro da cascate, che si riversano nel fiume Korana. Nel 1979 sono stati proclamati Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco e sono visitabili grazie a una rete ben segnata di sentieri e a 18 km di passerelle.
L'ultimo giorno raggiungo, ancora in autobus, Zagabria.. visita alla capitale (in mezza giornata si conclude una visita essenziale del centro storico) e poi .. alle 17 casco dal sonno nell'hotel che mi ospita.
Il giorno seguente è tempo di rientro. Un treno proveniente da Belgrado mi conduce fino a Lubiana dove cambio e raggiungo la frontiera. Da lì scelgo la bici per percorrere gli ultimi dieci chilometri e rientrare a Trieste.
Il viaggio in treno è la terza occasione per ammirare una splendida Slovenia in cui mi riprometto di tornare.
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