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Risaie allagate nell'Alessandrino
Piemonte

Le risaie alessandrine

Un percorso in realtà non completamente pianeggiante: anzi. Tuttavia, il grande motivo di interesse sono le risaie, tipiche della pianura piemontese.
Un anello di cinquanta chilometri vicino al Po su strade poco trafficate tra le colline del Monferrato e le risaie del Vercellese.
Uscendo dalla stazione ferroviaria di Trino, si svolta a destra, si oltrepassa il passaggio a livello e, dopo il semaforo, attraversando la statale 31bis, si arriva al ponte sul Po. In una bella giornata di sole il panorama potrà spaziare dal letto del “grande fiume” alle Alpi.
Superato il ponte, si gira a destra, verso Gabiano - Rocca delle Donne.
Si percorre un tratto di pianura, accompagnati dalla presenza un po’ spettrale di un villaggio operaio abbandonato, che richiama alla memoria il film “The day after” e fa convergere l’attenzione verso la sponda opposta del fiume, dove svetta la dismessa centrale nucleare.
Si affronta una salita, non lunga ma piuttosto impegnativa, che porta al borgo di Brusaschetto Vecchio (260 mslm) .
Pedalando, non si avverte la fatica, perché immersi in un panorama mozzafiato: colline lussureggianti di vigneti con il Monte Rosa da sfondo e, in basso, il mare a quadretti delle risaie allagate. Superato il bivio per Camino si imbocca, sulla destra, la deviazione per Rocca delle Donne (260 mslm), il borgo che un tempo ospitava un convento femminile; un mare digradante di acacie fiorite la separa dalle risaie.
Laggiù in basso, tra i blu e i viola dell’acqua, si scorge un’isola di terra ferma, che la cartina indica come Palazzolo Vercellese.
Si esce quindi da Rocca e, dopo una salita di un paio di chilometri, si imbocca, sulla destra, la strada che ci conduce ad Isolengo e poi a Cantavenna, dove è possibile degustare il vino locale presso la cantina sociale della piazza e, presso la Locanda del Rubino, osservare le strambe foto di “grasso è bello”.
A due chilometri da Cantavenna, in direzione Gabiano, si arriva alla prima casa di Zoalengo in corrispondenza della quale si imbocca, sulla sinistra, un sottopasso che conduce ad una discesa, non lunga, ma ripidissima fino ad incontrare la pianura in un rettilineo, che conduce a Piagera, che ospita un mercato ortofrutticolo aperto anche la domenica. A Piagera ci si ricongiunge con la provinciale che, dopo una decina di chilometri, porta al ponte di Crescentino. Superato il ponte, non si entra a Crescentino ma, alla prima strada a destra, si gira verso la frazione Mezzi, poi, tenendo la sinistra, prima dell’abitato di Porzioni, si imbocca una stradina che supera con un ponticello la roggia della Doretta Morta.
Ci si trova quindi a pedalare attraverso le risaie allagate, accompagnati dal volo elegante degli aironi e dal gracidare delle rane, immersi in un’atmosfera particolare, che richiama alla memoria i canti delle mondine. Si giunge a S.Maria e da li si prosegue sull’argine sterrato fino a Porto Natante, dove funzionava un traghetto che, fino al 1994, collegava le due sponde del fiume. Si pedala nel Parco fluviale del Po e lo si lascia a Fontanetto.
Qui, dopo una breve sosta, si imbocca la SS 31 bis, si oltrepassa Palazzolo Vercellese, e si prosegue fino a ritornare a Trino.
Complessivamente quasi 50 chilometri.
A cura di Claudio Pasero e Daniela Pestarino – FIAB Alessandria

Per ulteriori informazioni, altimetrie e mappa: http://www.piemonteciclabile.com/percorsi-ciclabili-piemonte/il-mare-a-quadretti/

Pagina realizzata in collaborazione con www.piemonteciclabile.com e www.alexala.it

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