da Cremona al corso del fiume Oglio, alla scoperta di due dimore storiche del territorio
Quaranta chilometri di pedalate, nessun dislivello: è letteralmente una "sgambata" in campagna questo itinerario che - dopo aver preso le mosse dalla città del Torrazzo - va alla scoperta di piccoli nuclei rurali di antica origine, campagne dove il tempo pare essersi fermato, cascine in rovina, aziende agricole all'avanguardia, navigli ottocenteschi, fiumi d'origine glaciale, ville nobiliari e residenze patrizie.
In uscita da Cremona, si azzera il contachilometri in frazione Boschetto, in corrispondenza della Motorizzazione Civile. Si pedala verso nord, lungo la strada principale che sfiora il Naviglio Civico e raggiunge Ossalengo. Questo piccolo paese conta una trentina di abitanti ed è situato nel territorio comunale di Castelverde. Fino all’età napoleonica era un’entità amministrativa autonoma. Nel 1807 fu aggregato a Cremona. Nel 1816 recuperò l’autonomia per poi aggregarsi a Livrasco nel 1824. Arrivò ad avere 791 abitanti nel 1861, anno dell’Unità d’Italia: nel 1866, con Dosso Baroardo e Marzalengo formò il comune di Tredossi che nel 1928 venne unito a Castelverde.
Si continua sulla medesima strada, ignorando le tante deviazioni verso le cascine del territorio. La successiva tappa è Casalsigone, frazione di Pozzaglio dal 1888: il nome deriva dal feudatario germanico Sichonis che - secoli fa - aveva qui il suo "casale".
Ancora verso nord, verso Olmeneta: il “paese degli olmi” non si attraversa ma si lambisce soltanto. Si procede infatti verso Gallarano lungo la SP66.
Olmeneta deve il suo nome agli "olmi" ed era un tempo nota come "Selvetta d'Olmi": curiosamente ad una decina di chilometri da Cremona, ma in direzione sud-est, si trova un altro paese che lega il suo toponimo a questa pianta, Pieve d'Olmi. L'olmo era una pianta diffusa nel Cremonese e nel centro di Olmeneta tre olmi - dal diametro di due metri e mezzo - hanno ombreggiato la piazza principale fino a metà Ottocento.
Oltre le poche case di Gallarano si supera la SP21 per arrivare a Monasterolo (km 14) che – dal 1757 al 1840 – formò un comune autonomo proprio con Gallarano, prima che entrambi i paesi venissero annessi a Robecco.
A Monasterolo l’interesse è tutto per Villa Bottini “La Limonaia”, una residenza aperta per eventi privati e visite organizzate ma anche soggiorni e degustazioni, parte del circuito delle Dimore Storiche Cremonesi. Le antiche mura proteggono la privacy della villa, circondata da un lussuoso giardino. Il circuito delle Dimore Storiche Cremonesi comprende una serie di residenze nobiliari e ville patrizie della provincia di Cremona: le visite, tutte organizzate, si possono effettuare seguendo il calendario proposto su questa pagina web www.targetturismo.com/guidaturisticacremona/66-dimore-storiche-cremonesi.html
A Monasterolo, volendo, si può effettuare un'estensione della pedalata (circa 4 km) e portarsi sulla sponda bresciana dell'Oglio grazie ad un ponte ciclopedonale installato nel 2017 e parte fondamentale della Ciclovia dell'Oglio, che segue il quinto fiume italiano da Ponte di Legno alla confluenza nel Po. Monticelli d'Oglio, frazione di Verolavecchia, è inserita nel patrimonio del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, che la descrive così: “Si tratta di una corte-borgo senza eguali che anticipa il concetto delle grandi corte padane. Monticelli riunisce in sé concetti di corte nobiliare le cui case dei braccianti fanno da corona alla casa nobiliare”.
Lasciata Monasterolo si pedala per dieci chilometri verso un’altra villa a due passi dall’Oglio: Villa Manna Roncadelli a Grumone, frazione di Corte de’ Frati.
Per arrivarci si prende la SP21 fino a Robecco: si entra nel paese seguendo la ciclabile "urbana" che affianca via Brescia ed al semaforo si svolta a destra in via Mazzini per proseguire lungo la SP21. La villa – anch’essa parte del circuito delle Dimore Storiche Cremonesi – è aperta per visite organizzate da concordare ed eventi privati. Edificata nel corso del Cinquecento, fu anche sede di un monastero prima di tornare ad una proprietà privata. La cappella privata è settecentesca.
E' giunto il momento di rientrare all'ombra del Torrazzo. Per trovare meno traffico possibile è consiglabile procedere verso Corte de’ Frati (3 km da Grumone), lasciando sulla sinistra Alfiano Vecchio. Questo piccolo insediamento era parte di una “curtis” del monastero di San Salvatore (poi Santa Giulia, con sede a Brescia) che superava il corso dell’Oglio comprendendo anche Alfianello. Corte de’ Frati, paese cui Alfiano fu aggregato nel ‘900, deve il proprio nome proprio alla presenza del monastero.
A Corte de’ Frati si svolta a sinistra verso Aspice, frazione di matrice rurale, e si pedala lungo la SP26 sfiorando Quistro ed arrivando a Dosimo (8 km da Grumone).
Qui si trova una pista ciclabile che – salvo il ponte sull’autostrada A21 – consente un rientro a Cremona in sede protetta, passando per Persichello ed il quartiere Maristella (circa nove chilometri accanto alla SP83).