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Il fiume Adda nei pressi di Rivolta (scorri la gallery!)
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Il Canale Vacchelli con i suoi caratteristici ponti
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Santa Caterina nel Moso
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Opere di presa del Canale Vacchelli
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Il castello visconteo di Pandino
Lombardia

All'Adda da Crema

Nonostante non manchi chi segue il Canale Vacchelli già dal centro di Crema (con un percorso off-road particolarmente impegnativo sia dal punto di vista tecnico sia da quello dell’orientamento dato che è fondamentale evitare di rimanere dal lato sbagliato della ferrovia), l’ideale è portarsi sulla ciclabile del Canale Vacchelli in località San Benedetto, appena oltre Santa Maria dei Mosi, dove le ciclabili “urbane” di Crema incrociano le rive del Canale (questo avvicinamento misura 4 km dal centro cittadino).
Da San Benedetto sarà sufficiente proseguire verso nord-ovest, costeggiando il Canale Vacchelli su una delle due sponde. Il fondo consentirà spesso una pedalata agevole mentre altre volte sarà particolarmente ostico e richiederà una conduzione salda della propria bicicletta. Ma non si presentano tratti davvero proibitivi.
A livello "turistico", oltre al tempo dedicato alla città di Crema, nel primo tratto, spicca la chiesa sconsacrata di Santa Caterina nel Moso: sotto il protiro si trovano alcune lapidi commemorative degli alpini cremonesi scomparsi e, per questo motivo, la chiesa è anche conosciuta come “Chiesa degli alpini”. "Moso", invece, indica un terreno paludoso sotto il livello della pianura (in tedesco, per chi frequenta l'Alto Adige - Südtirol, lo stesso toponimo indica i prati paludosi). Sebbene abbandonata, è un edificio recente: fu voluta dai Vimercati - Sanseverino nel 1941 ed inizialmente era dedicata a San Marco. Fu poi dedicata a Santa Caterina in onore della madre del tenente degli Alpini Marcantonio Vimercati.
Si prosegue senza timore di sbagliare: le indicazioni scarseggiano ma l’orientamento è reso davvero facile dalla presenza del Canale che va seguito senza mai lasciarlo.
Una deviazione meritevole è Pandino, piccolo paese impreziosito da un imponente castello visconteo. Una frazione di Pandino è Gradella, "borgo tra i più belli d'Italia" non tanto per fascino o architettura ma per le linee tradizionali che sono miracolosamente sopravvissute ad industrializzazione ed espansione edilizia. Una sorta di "piccolo mondo antico" in veste padana. 
Giunti alle opere di presa (16 km da San Benedetto, 20 km da Crema) vale la pena siia ammirare l’architettura delle strutture idrauliche sia leggere le iscrizioni che ricordano i protagonisti dei lavori.
La pedalata può qui proseguire lungo la ciclabile sterrata che corre lungo il fiume Adda: le indicazioni, stavolta, abbondano. Costeggiando il fiume, arrivando anzi a sfiorarlo in più punti, con un percorso che regala davvero emozioni inattese, si arriva nei pressi di Rivolta d’Adda (7.5 km dalle opere di presa): in corrispondenza di alcune rapide artificiali si svolta a destra e si entra in paese, nei pressi del campo sportivo e del celebre Parco della Preistoria.
Il ritorno può avvenire lungo la viabilità ordinaria (sfruttando le strade minori ed evitando soprattutto la trafficata SP472) oppure lungo il percorso seguito all’andata, ritrovando, da un’altra prospettiva i luoghi già vissuti all’andata. Volendo si possono inserire le deviazioni verso Gradella e Pandino proprio in fase di rientro.

Due parole sul Canale Vacchelli
Fortemente voluto dal senatore cremonese Pietro Vacchelli, il canale venne realizzato, tra il 1887 ed il 1892, dal Consorzio Irrigazioni Cremonesi. Il canale è lungo 35 chilometri; la sua portata è di 38,5 metri cubi di acqua al secondo e consente l'irrigazione di un'area di ottantamila ettari. Il Vacchelli deriva dall'Adda in località Marzano-Bocchi, nel comune di Merlino (in provincia di Lodi), ove si utilizza una chiusa del fiume per convogliare le acque nel canale, presso la morta del Bocchi che dà il nome alla località. Come raccontato in queste pagine, il canale attraversa la pianura cremasca con andamento nord ovest-sud est passando per Spino d'Adda, Pandino, Palazzo Pignano, Vaiano Cremasco e Trescore Cremasco, per poi giungere a Crema di cui attraversa, pensile, la parte settentrionale avvicinandosi in più punti alla ferrovia. Scavalca il fiume Serio mediante un ardito ponte e quindi prosegue verso Salvirola ed infine alle Tombe Morte. Il percorso del Vacchelli è quasi interamente rettilineo e le poche curve sono diventate zone caratteristiche. "Grazie alla scelta del Consorzio Irrigazioni Cremonesi di limitare al minimo gli scarichi fognari che entrano nel canale, la acque hanno conservato una buona qualità e sono ricche di fauna ittica pregiata: trote marmorate, temoli (alcuni dei quali addirittura nidificano nel Vacchelli), cavedani, carpe e rarissimi lucci italiani. Il canale è difatti mèta di alcuni recuperi volti alla conservazione delle specie ittiche autoctone". (da Wikipedia).

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