partenza grigia con qualche piovasco,
ma poi una splendida giornata tra le Dolomiti
Diciamo la verità ... il risveglio di sabato 28 settembre non è stato tra i più invitanti. Partecipare ad una gara di corsa in montagna (o trail run) è senza dubbio una sfida atletica e quando si attacca un pettorale alla maglietta l'obiettivo è sempre migliorarsi e correre nel miglior tempo possibile.
Se, però, si partecipa ad una gara come il Delicious Trail Dolomiti si cerca anche qualcos'altro. La soddisfazione del panorama e la possibilità di godersi i ristori con un po' di ... relax (per quanto relax si possa avere durante una competizione).
Per questa serie di considerazioni lo scroscio delle otto sull'Alta Badia aveva un po' tarpato le ali all'entusiasmo. Un vero diluvio, accompagnato da qualche folata di vento.
E invece... invece come per magia alle 9, ora di partenza del percorso Medium, il cielo sopra La Villa iniziava a lasciar intravedere qualche apertura. Le nuvole si aprivano, i primi chilometri in salita verso il Piz La Ila si sono svolti ammirando il profilo del Sass dla Crusc, del Lavarella e del Piz dles Conturines che svettavano sopra San Cassiano, emergendo dalle nubi.
Giochi di nubi, sprazzi di sereno, il sole che filtrava attraverso le prime aperture illuminando una volta il Sassongher, una volta il Pisciadù. La Marmolada che si stagliava all'orizzonte poi, dopo una curva, le nubi basse impedivano la vista. Che panorami, che vista, che bello!
Se avessimo avuto una macchina fotografica avremmo perso almeno un'ora per ritrarre le Dolomiti in questa situazione di luce davvero impagabile.
E - restando asciutti per tutta la gara - ci si è potuti ristorare all'esterno dei rifugi, apprezzando senza problemi i prodotti tipici proposti (e che descriviamo qui: www.cicloweb.net/news/i-ristori-deliziosi-delledizione-2024)
Verso le 11, poi, le aperture si sono fatte sempre più estese ed alla fine si può dire che la gara si sia svolta sotto il sole. Un sole settembrino, non fastidioso, che ha anzi aiutato a sopportare le temperature rigide portate dal vento settentrionale. Pare che al rifugio Lagazuoi, "cima Coppi" del percorso, a 2776 mslm, la temperatura non si sia discostata molto dallo zero. Dall'Armentarola a Pocol abbiamo corso "baciati dal sole" apprezzando lo splendido scenario dolomitico del Lagaciò, abbiamo superato il tratto più tecnico (con qualche scaletta ed alcune corde fisse) arrivando poi ad abbracciare con lo sguardo il Sorapiss e l'Antelao, il Pelmo ed il Civetta ed a dominare dall'alto - sembra incredibile - il Setsas ed il Sass dla Stria.
Ristoro in alta quota e via ... in discesa, ai piedi della Tofana di Rozes (con una scenografica spruzzata di neve fresca), dapprima in ambiente roccioso (con un'occhiata attraverso le feritoie della Grande Guerra che oggi sono solo una cornice per la Croda da Lago o le Tofane, mentre un tempo erano un punto di presidio fondamentale per lo svolgimento delle battaglie), poi ai piedi delle pareti dolomitiche e poi un fitto bosco di larici ed abeti fino alla ... deliziosa festa finale a Pocol. La gioia dell'arrivo, la musica, un ristoro con ... i fiocchi sia per la qualità del cibo sia per la gentilezza dello staff.
Che dire ... super!
Le stesse emozioni sono state offerte dal percorso più breve, lo short che ha preso il via da Pocol e che sempre a Pocol ha visto il traguardo. Qui il cielo si è aperto un po' dopo, qualche goccia è scesa ma niente di che. La giornata si è poi aperta offrendo superbi panorami sul versante meridionale della valle solcata dal Ru de Falzarego, non raggiunta dal percorso Medium. La vista a trecentosessanta gradi offerta dal rifugio Nuvolau, le Cinque Torri quasi da sfiorare... l'Averau: ricordi unici!
Chi ha scelto, infine, il percorso più lungo - 43 km e oltre tremila metri di dislivello, compreso il passaggio nella galleria di guerra del Lagazuoi - ha invece trovato anche grandine e nevischio prima di godersi il resto della giornata sotto il sole!
Appuntamento al 2025!