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Al passo Baione, da Lozio (foto Costantina Magri)

Lozio

Si chiama Lozio ed ha 350 abitanti il primo Villaggio degli Alpinisti della Lombardia. E’ un comune sparso, con sede municipale a Laveno, e si estende sulla valle omonima, una tributaria della val Camonica, estesa 23,89 kmq con altitudine minima di 519 metri e massima di 2030. Le altre tre frazioni sono Sommaprada (toponimo che sta per “prati alti”), Villa e Sunciva.

UN PO’ DI STORIA
La storia di Lozio racconta di decenni di tranquilla attività agricola, in posizione defilata rispetto alle grandi direttrici militari e commerciali, con la cruenta eccezione dell’omicidio dei Nobili: nel 1410, infatti, la famiglia Federici, ghibellina e rivale dei guelfi Nobili, trucidò gran parte dei membri della famiglia avversa. Nel 1428, però, la Serenissima Repubblica di Venezia restituì ai Nobili il territorio di Lozio. A questa famiglia si riconduce una delle più importanti testimonianze storiche del comune, il castello dei Nobili, appunto, di cui restano alcune mura.
In assenza di tracce preistoriche è dubbio che Lozio abbia ospitato insediamenti camuni, ma sono al contrario certe le origini romane del Civus Loti, parte del territorio di Cividate, presidio dei Romani dopo la conquista della val Camonica, intorno al 31 a.C. Se l’epoca “veneziana” fu prospera, non altrettanto si può dire dei periodi trascorsi sotto la dominazione francese ed austriaca: si registrarono carestie e epidemie. Lozio, così apparentemente isolata, fu coinvolta anche nel Risorgimento e nelle due Guerre Mondiali. In particolare, durante la Resistenza, furono intense le attività delle Fiamme Verdi e dell’eroe locale Giacomo Cappellini.

ESCURSIONISMO
Attorno a Lozio si dispongono vette ben note agli appassionati di montagna lombardi. Una di queste è il Pizzo Camino (2492 metri). Altrettanto celebri sono il Cimon della Bagozza (2409 metri); il massiccio della Concarena, la cui cima Bacchetta, 2542 metri, è la più alta del circondario; il Sossino (2399 metri) e i monti Arano (1941 metri) e Mignone (1743 metri).
Nel territorio di Lozio, una delle escursioni più amate e frequentate conduce al rifugio san Fermo (1868 mslm, in territorio comunale di Borno). Partendo da Villa si percorrono circa sei chilometri per un dislivello complessivo di 800 metri. E’ possibile salire in jeep, con permesso giornaliero, fino alle pendici del monte Arano: l’escursione risulta quindi più breve e più semplice, solo 2.5 km di sviluppo e 400 metri di dislivello. Volendo, infine, si può salire in mountain bike da Navertino, frazione di Borno.
Sempre partendo da Villa di Lozio si può puntare al rifugio Laeng: il dislivello è di 700 metri e sono richieste circa 2h15’ di cammino.
Sulle montagne di Lozio ci sono poi un paio di bivacchi (Val Baione e Giulio Corini) oltre a diverse malghe.
I più esperti ed allenati possono pensare di raggiungere la vetta del Pizzo Camino, partendo da Villa e facendo tappa al rifugio Laeng. La salita impegna per quasi cinque ore e richiede piede fermo e assenza di vertigini.
Il Pizzo Camino si può anche “accerchiare” percorrendo l’anello Laeng – San Fermo – Laeng attraverso i passi del Costone e di Corna Busa.
Sono possibili anche escursioni di impegno inferiore come Hurtiè – il sentiero dell’acqua - o le sgambate verso il castello dei Nobili o la gita alle cave di pietra Col de l’Oca.

Con le racchette di neve si può raggiungere la sommità del monte Arano e godere così di una bella vista invernale sul Pizzo Camino. Prestando attenzione al pericolo valanghe, l’itinerario prevede la partenza da Villa ed il passaggio da malga Onder (1438 mslm) ed il colle del Mignone (1540 mslm). Da qui il percorso ricalca quello raccontato sul versante di Borno, in questa pagina www.ciaspole.net/itinerari1/lombardia/ciaspole-arano.htm
 

BICICLETTA
Sono diverse le possibilità per pedalare.
In bici da corsa non c’è che da accontentarsi delle salite dal fondovalle, eventualmente programmando giri ad anello o incrociando in modi sempre nuovi le vie di salita  e discesa.
In mountain bike, invece, si può optare per un interessante percorso circolare che alterna asfalto e sterrato.
Si parte dalla frazione Villa. Attraverso la strada della Sella si raggiunge Sommaprada. Il percorso continua per i Monti di Cerveno con una salita pedalabile che – quando la visibilità è ottima – regala una vista che si apre fino al lago d’Iseo.
La discesa attraverso il bosco porta sul “Sentiero della Resistenza”, un tratto veloce e divertente che conduce nella caratteristica piazza della frazione di Laveno. Da qui, si scende attraverso una vecchia mulattiera alla frazione più bassa, Sucinva, e sulla SP92 si continua per Ossimo e Borno.
Dopo una serie di salite e discese, il percorso passa per Ossimo e da qui lungo la via Borno - Lozio arriva al centro di Borno, dove i bikers posso scegliere se tornare al punto di partenza lungo la strada percorsa all’andata oppure aumentare il grado di difficoltà della giornata.
Continuando la pedalata, quindi, dal Consorzio Forestale il percorso diventa più impegnativo, con salite dure e lunghe che mettono alla prova la resistenza di chi è in sella.
Si sale, infattti, fino al lago di Lova e poi al Colle Mignone, aggiungendo altri cinquecento metri di dislivello. Oltre il valico, il percorso diventa più piacevole, con una discesa veloce e panoramica fino alla Malga Onder. La seconda parte della discesa, un single track naturale nel bosco, offre agli atleti l’opportunità di godersi la velocità e la fluidità del percorso, con la presenza – però - di tratti più tecnici che richiedono attenzione e abilità.
La discesa termina a Villa.
 

CHIESETTA DI SANTA CRISTINA
La pagina si chiude come s’era aperta, con una nota storico-culturale.
Isolata in val Baione, a 1200 metri di quota, ai piedi dei un canalone ghiaioso, sorge la chiesetta di Santa Cristina. Le origini sono trecentesche mentre le caratteristiche sono quelle di una tipica, quando semplice, chiesetta di montagna.
Sulla chiesetta aleggia una leggenda. “Cristina giunse in Valle di Lozio insieme ai fratelli Fermo e Glisente, il più coraggioso dei tre, che lasciò i beni ereditati dalla famiglia ai poveri per partire come cavaliere al seguito dell’imperatore Carlo Magno. Un giorno i tre fratelli, dopo essersi consultati a lungo, decisero che non avrebbero più lottato e combattuto e avrebbero abbracciato la fede cristiana, l’unica capace di infondere amore e serenità. Così decisero di ritirarsi in montagna come  eremiti, andando su tre cime della valle che in seguito vennero chiamate con i loro nomi: Glisente salì su un monte di Berzo Inferiore, Fermo su uno di Borno e Cristina sul territorio di  Lozio, nella zona della Concarena. Si abbracciarono un’ultima volta, sicuri di non vedersi più su questa terra, e si promisero di accendere un falò ogni sera, per confermare l’un l’altro che erano ancor vivi. Se qualcuno non avesse acceso il falò, gli altri avrebbero capito che sarebbe subentrata la morte” (dall’opuscolo Lozio – Villaggio degli Alpinisti).

MA COSA SONO I VILLAGGI DEGLI ALPINISTI?
Citando www.bergsteigerdoerfer.org/ il sito del circuito di questi paesi alpini, sparsi per tutti gli Stati della catena (Germania, Austria, Svizzera, Francia, Italia e Slovenia): “i villaggi dell’alpinismo sono centri di sviluppo regionale esemplari nell’ambito del turismo alpino sostenibile con una tradizione corrispondente. Garantiscono un’interessante offerta turistica per gli alpinisti, vantano un’eccellente qualità paesaggistica e ambientale e sono impegnati a preservare i valori culturali e naturali del posto. Come centri di competenza alpina, i villaggi dell’alpinismo puntano su responsabilità individuale, capacità e sovranità, nonché sul comportamento rispettoso dell’ambiente e responsabile dei loro ospiti in montagna. I villaggi dell’alpinismo fungono anche da modello per raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile nella regione alpina in armonia e, naturalmente, nel rispetto delle disposizioni di legge e dei programmi in materia”. “I Villaggi degli alpinisti prestano attenzione alla qualità delle costruzioni. In particolare, si sforzano di garantire che gli edifici e le strutture corrispondano all’aspetto tipico del luogo per quanto riguarda dimensioni, scelta dei materiali e design”.
Per entrare nel circuito, è apprezzata la tutela delle attività economiche tradizionali (come l’agricoltura) e l’assenza di infrastrutture turistiche impattanti (come gli impianti di risalita).
 

LE PAROLE DEL SINDACO DI LOZIO
Ma cosa si aspetta Lozio da questo titolo? Ne abbiamo parlato con Natale Gemmi, sindaco del comune al momento della nomina ed attualmente (2025) in carica. “Il riconoscimento di “Villaggio degli Alpinisti” – ci ha detto – “è un punto di partenza e non un traguardo. Starà a noi, alla nostra comunità lavorare per valorizzare questo marchio che ci inorgoglisce e ci rende unici in Lombardia. I primi passi sono stati la mappatura dei sentieri e di un percorso ciclopedonale tra le frazioni. Raccontare la montagna, esaltare la ruralità del territorio, offrire una ricettività di qualità, destagionalizzare: queste sono le priorità!”.
Il progetto di adesione è stato richiesto dal Comune, con avallo del Cai di Borno (fondamentale per l’iter): la nomina è avvenuta nel corso del 2024 e darà a Lozio visibilità nel circuito dei club alpini dei vari stati aderenti, in particolare quelli austriaco e tedesco che contano circa due milioni e mezzo di iscritti.

  03/04/2025

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