In val d'Ultimo, a due passi da Lana e Merano, l'autunno è una stagione incantevole
Non molti conoscono la val d'Ultimo, una laterale della valle dell'Adige che custodisce in realtà molti segreti. Priva di grandi infrastrutture (qualche impianto di risalita e due bacini idroelettrici), la Ultental è caratterizzata da un'infinità di larici che si accendono di vivaci tonalità tra ottobre e novembre.
Si possono organizzare escursioni anche senza allontanarsi troppo dal fondovalle, sfiorando tre esemplari secolari di questa conifera, l'unica specie tra le conifere a perdere le foglie (o meglio, gli aghi) in vista dell'inverno. Proprio il sentiero dei masi è forse il percorso ideale per iniziare a scoprire la val d'Ultimo in autunno senza dimenticare che, in stagioni più propizie, si possono raggiungere rifugi e destinazioni poste a quote ben superiori mentre il fondovalle nasconde un iconico maso realizzato su un'enorme roccia ed i resti di un antico castello.
Insomma, la val d'Ultimo è ricca di segreti da scoprire.
E l'ultimo è il romanzo Il Silenzio dei Larici, di Lenz Koppelstätter, che La Feltrinelli presenta così:
"Il remoto paesino di Santa Gertrude viene sconvolto, in una bella giornata primaverile, da una scoperta raccapricciante. Proprio vicino ai famosissimi larici millenari, monumento naturale che ha assistito allo sviluppo della civiltà e che attrae da sempre frotte di turisti, viene trovato il cadavere di una ragazza. Del delitto si autodenuncia l'architetto Haller, giunto in valle non da molto, anche se tutti credono che il vero colpevole sia il figlio Michl, un ragazzo particolarmente strano. Starà al commissario Grauner e al suo vice Saltapepe condurre le indagini in Val D'Ultimo, luogo silenzioso quanto i suoi abitanti - come può constatare il napoletano Saltapepe, ancora poco avvezzo alla flora e alla fauna locali - che sono taciturni fino a sembrare reticenti. Soprattutto quando, nei pressi del luogo del delitto, vengono trovate delle pagine appartenenti al diario di un celebre ospite della valle, in cui si rievoca un delitto avvenuto molto tempo prima, quasi cent'anni, e di cui tuttavia, gli abitanti del paese sanno più di quanto non si sia mai detto..."