Un successo organizzativo per la prima edizione della gara tra Belluno, Alpago e Nevegal
Domenica 29 agosto una bella giornata di sole, lambita solo da qualche innocua velatura di passaggio, ha caratterizzato l’esordio della GranFondo del Dragone, una manifestazione organizzata dall’ASD Dolomiti PSG tra le Alpi e le Prealpi bellunesi.
L’edizione 2022 è già in calendario: la data prefissata è quella del 4 settembre.
Perché partecipare alla Granfondo del Dragone? I motivi sono numerosi e spaziano da quelli prettamente atletici a quelli “turistici”.
Innanzitutto, si affrontano tre salite tra le più amate e temute del circondario: l’ascesa da Farra d’Alpago a Spert e Sant’Anna, la salita di Valmorel ed il versante più … rustico del Nevegàl.
L’inizio del GPM di Spert e Sant’Anna arriva dopo trenta chilometri tutto sommato agevoli, segnati dalla facile e breve conquista della Vena d’Oro ma contrassegnati più che altro da morbidi saliscendi e dai suggestivi affacci sul lago di Santa Croce. Il muro appena usciti da Farra d’Alpago resterà senz’altro nei ricordi di chi lo affronta per la prima volta!
La salita di Valmorel, versante di Limana/Refos, parte docile, tra i prati, per poi addentrarsi nei boschi e regalare un alternarsi di pendenze ed emozioni: può fare la differenza!
Ancor più dura è la salita finale, quella al Nevegal, che arriva quasi come un … rimbalzo dopo l’ascesa a Valmorel. Dopo pochi chilometri di discesa, infatti, a Pian del Monte si riprende a salire con due chilometri interminabili e severissimi: le pendenze medie sono superiori al 12%, i punti più ripidi sfiorano il 20! Successivamente la salita è più irregolare senza tornare a tali livelli ed offre, anzi, più di un tratto di respiro. E regala, particolare più unico che raro in una Granfondo, due passaggi su sterrato (stabilizzato) tra boschi martoriati dalla tempesta Vaia.
La gara propone altri tre GPM: Vena d’Oro (quasi subito), malga Cate e Pieve d’Alpago (nel tratto centrale). Non sottovalutate l’altimetria: è davvero “nervosa” e spesso ci si trova a dover rilanciare la pedalata. L’unico tratto davvero “facile” è compreso tra il GPM di Pieve d’Alpago e il ristoro di Visome, una ventina di chilometri quasi pianeggianti dopo la discesa.
Abbandonando il discorso “atletico” - che comunque ha un peso non indifferente perché i centodiciotto chilometri della gara con duemilaottocento metri di dislivello rimangono una bella sfida da raccogliere – si apre l’aspetto paesaggistico di un percorso ben studiato che consente di ammirare le placide acque del lago di Santa Croce, solcate dalle barche dei più mattinieri; le verdi pendici dell’Alpago con le sue caratteristiche case da monte e le suggestive frazioni, dove il tempo talvolta pare essersi fermato, ed infine il panorama sulle Dolomiti bellunesi che accompagna sia le prime mosse della Granfondo sia il finale quando, alzando gli occhi dal manubrio, ci si può distrarre dalla fatica ammirando il versante meridionale delle Dolomiti bellunesi. Senza dimenticarsi della città di partenza, Belluno, la “città splendente”: piccole chiese ed eleganti palazzi nobiliari portano un po’ di Venezia ai piedi delle Alpi.
Impeccabile l'organizzazione ed un applauso a tutti i volontari lungo il percorso!
Presto, su www.cicloweb.net, i dettagli delle salite, del percorso e magari una nuova pagina dedicata alle pedalate in quest'angolo di Veneto!