una laterale della Valtellina si accende di infinite tonalità tra ottobre e novembre
La scorsa settimana abbiamo avuto modo di soggiornare tre giorni nei dintorni di Bormio e di effettuare tre facili passeggiate per ammirare il calore dell'autunno sulle pendici dell'alta Valtellina.
La prima delle nostre escursioni a tema foliage si è svolta in Val Viola Bormina ed è stata un incredibile trionfo di colori. A volte si rischia di rimanere delusi da posti in cui si erano riposte tante aspettative: non è stato certo questo il caso!
La val Viola si apre verso sudovest dalla vallata che da Valdidentro porta al passo del Foscagno: l'accesso è da Arnoga, una delle frazioni - appunto - di Valdidentro (circa 1800 metri di quota).
In Val Viola ci si addentra - volendo - anche in auto: i parcheggi sono quattro, denominati appunto P1, P2, P3 e P4. Quest'ultimo, a circa 2060 metri di quota, è il più comodo per chi vuole visitare l'alta valle, perché riduce di circa un'ora l'avvicinamento: con le giornate autunnali più brevi (specie dopo il cambio dell'ora), può essere un buon punto di vantaggio. C'è da dire, però, che per un'immersione totale nei colori autunnali la partenza migliore è dal primo parcheggio: due o tre scorci tra i più belli della giornata, infatti, si godono proprio da lì. Ed uno di questi è quello della foto in testa a questa pagina.
Noi, dopo una sosta all'imbocco della valle, abbiamo lasciato l'auto al P3, confortati anche dallo scarso affollamento della valle.
Dieci - quindici minuti dopo il P3 si incontrano le deviazioni per l'agriturismo Baita Caricc (sono diversi i sentieri che vi scendono) da assecondare. Una discesa rapida conduce alle Baite Minestra, dove il torrente Minestra confluisce nel torrente Viola Bormina. A proposito di quest'ultimo, è curioso sapere che - in passato - si riteneva che potesse essere considerato il fiume principale e non un tributario dell'Adda che poi, invece, venne individuato come corso d'acqua principale.
In circa un'ora, dal P3, si raggiunge Baita Caricc (1998 mslm, verificare l'apertura e prenotare se si desidera pranzare), immersa in un prato circondato dai larici e dominato dal profilo del Corno di Dosdè (3232 metri).
Per disegnare un percorso ad anello si prende ora a salire, brevemente ma con decisione (senza faticare troppo), in direzione del rifugio Federico Valgoi in Dosdè. Si cammina in un rado bosco di larici - bellissimo in autunno - e prendendo quota si ammira la val Viola nella sua interezza.
In mezz'oretta si arriva al rifugio Federico (2133 mslm) dove è possibile contemplare il ghiacciaio di Dosdè che - curiosamente - prende il nome non dalla vetta che lo domina ma dall'alpeggio ai suoi piedi, l'Alpe di Dosdè appunto. Il Corno di Dosdè rimane più spostato ad occidente, abbastanza distante dai ghiacciai.
I larici, qui più radi vista la quota, punteggiano prati e pietraie dando macchie di colore che accendono il panorama. Recentemente il Servizio Glaciologico Lombardo ha realizzato un sentiero glaciologico che - con foto e pannelli illustrativi - racconta la storia del ghiacciaio evidenziandone il triste e veloce ritiro.
E' il momento del tratto più ostico della giornata: il sentiero per il rifugio Viola, infatti, si snoda su una pietraia, in ombra quasi tutto il giorno durante l'autunno, e talora si rischia di perdere la traccia perchè i segnavia scarseggiano, nascosti anche dall'esito di una frana. Dal rifugio Federico si raggiunge comodamente una malga (cinque minuti) poi, guidati dalle indicazioni inizialmente abbondanti, si prosegue tra le pietre.
Niente di preoccupante, comunque: la direzione da seguire è evidente e ci si orienta con un po' di esperienza. Diverso il discorso in caso di nebbia: in tal caso è necessario valutare se proseguire o rientrare sui propri passi. Comunque è solo il tratto centrale a porre problemi di orientamento.
Un'ora e quindici minuti di cammino e si intravede il laghetto a monte del quale sorge il rifugio Val Viola, 2314 metri di altitudine. Contemplato questo quadretto d'alta quota, dalle tinte nordiche, si inizia il ritorno al punto di partenza che si svolgerà sull'ampia forestale che dal rifugio Val Viola conduce alle baite di Altumeira, prossime al parcheggio P4, e poi via via ai vari parcheggi.
Durante la comoda discesa sarà possibile tornare ad ammirare i colori autunnali di tutta la vallata, il severo profilo del Corno di Dosdè e la piana solcata dal torrente che disegna diverse ondulazioni prima di confluire nel lago di val Viola. Uno scenario che ricorda altre località come Oberkrumpwasser e Unterkrumpwasser in val Passiria, altopiani quasi paludosi, o il Wieser Werfer in valle Aurina. Ma anche il valtellinese Piano di Preda Rossa in val Masino.
Questa forestale, peraltro, ben si presta anche agli amanti della mountain bike o della gravel: a loro, però, è decisamente sconsigliato l'anello descritto qui sopra. Meglio salire da Arnoga fino al passo val Viola, ad esempio, oppure disegnare un anello che faccia tappa al rifugio Federico in Dosdè per poi scendere a baita Caricc e rientrare sulla stradina della val Viola: solo il tratto tra il Federico e la baita Caricc richiederà di portare la bici a spalla.
Attenzione ai weekend ed alle giornate festive: meglio arrivare per tempo per trovare parcheggio e riuscire a disegnare l'anello descritto "massimizzando" le ore al sole. Le ombre, infatti, si allungano presto ai piedi del Corno di Dosdè!
Con le ciaspole eravamo già stati in val Viola, la ciaspolata in val Viola è descritta qui: www.ciaspole.net/itinerari1/lombardia/ciaspole-valviola.htm