un anno dopo, un'altra ciclo-avventura con un bambino, sulle piste ciclabili dell'Alto Adige Südtirol
Sgombriamo subito il campo da dubbi: sappiamo benissimo che ci sono ragazzini e bambini che già all'età di 7 anni possono affrontare salite impegnative e lunghe distanze. In questa pagina, però, manteniamo fede allo spirito che anima www.cicloweb.net da più di 24 anni e parliamo di "vacanze", "gite" e "divertimento". Ed il bambino protagonista, Giulio, è un avventuroso 7enne che non ama nemmeno troppo la fatica fisica ma che, al contrario, è coinvolto da sfide e progetti che vede come vere e proprie... avventure!
Se nel 2023, con Giulio 6enne, l'obiettivo era stato puntato sull'Alta Pusteria (vedi questa pagina: www.cicloweb.net/ispira/ispira/itinerari199.htm), quest'anno l'occhio è caduta sulla valle che si potrebbe quasi definire simmetrica, la val Venosta.
Simmetrica perché si trova dalla parte opposta dell'Alto Adige Südtirol e perchè - in questa sua simmetria - non apre le porte alle Dolomiti ma piuttosto agli spazi tipici delle Alpi Retiche con il profilo dell'Ortles a dominare la scena. In comune con la val Pusteria, invece, l'abbondanza di acqua, i numerosi piccoli grandi borghi, i castelli e la coesistenza di paesaggi agricoli e ambienti naturali più o meno incontaminati.
Tipicamente venostani sono i meleti, estesi a perdita d'occhio nella bassa e media valle.
Se avete dubbi o curiosità, scriveteci a cicloweb@hotmail.com e scorrete le foto in testata per iniziare a sognare questa pedalata!
Merano
Merano rappresenterebbe il punto di partenza ideale ma in uscita dalla città si deve affrontare un tratto molto impegnativo (per un bambino di 7 anni) che prevede il superamento di un dislivello di circa 250 metri in meno di quattro chilometri.
Per tale motivo, abbiamo preferito partire dalla vicina Tel, servita dal treno della val Venosta.
Difficile parlare di Merano in poche righe: la città delle Terme è ricca di motivi di interesse, dai giardini Trauttmansdorff alle passeggiate sulle vicine colline, affacciate sullo splendido centro storico. Senza dimenticare le terme stesse, i sentieri lungo le rogge ed i castelli dei dintorni.
La prima tappa: da Tel a Silandro
Trenta chilometri con un dislivello di circa 240 metri, ben distribuito tra lievi saliscendi e tratti in falsopiano. Si pedala sempre lungo la ciclabile, accostandosi al corso del fiume Adige, davvero impetuoso. L'occhio è rapito dal castello di Castelbello (e scusate il gioco di parole) mentre per i bambini sono tre le principali attrazioni.
La più vicina al percorso è il parco Erlebnis, a Naturno (dopo circa otto chilometri). All'ombra di un fitto bosco si possono provare i "giochi di una volta". Abilità e pazienza, mira e tenacia sono le qualità che dovranno mostrare i più piccoli per riuscire a indirizzare le "cannonate", far canestro, far scivolare le biglie lungo un percorso e tanto altro (link: www.erlebnispark.it/it/ per informazioni su orari e prezzo d'ingresso).
Comodo anche l'accesso al MondoTreno di Rablà (www.eisenbahnwelt.eu/wordpress/it/), poco dopo la partenza a Tel, ed al parco Stazione Avventura di Stava, appena oltre Naturno (informazioni qui: www.eisenbahn.it/stazione-intrattenimento, attenzione all'apertura esclusivamente di domenica).
Silandro, punto di arrivo, è il capoluogo principale della val Venosta ed offre un centro storico dove passeggiare la sera e con diverse alternative per la cena ed un gelato che premi la fatica di giornata. Abbiamo soggiornato presso il Garnì Claudia, vicino al centro e caratterizzato da un'ottima colazione.
Seconda tappa: da Silandro a Laudes
Per superare lo "scoglio" in uscita da Silandro (un dislivello di circa 150 metri, concentrato in un paio di chilometri) è bene prendere il treno fino a Lasa e proseguire per circa 18 km di falsopiani fino a Laudes, situato un paio di chilometri oltre Glorenza (bellissima cittadina medievale) e ad uguale distanza da Malles, centro principale dell'alta val Venosta e capolinea della ferrovia.
A Laudes regna la tranquillità ed è ideale per una passeggiata serale che porti dalla chiesa di San Leonardo fino alla parrocchiale, godendo di affacci sull'Ortles, sull'edilizia tipica della zona e sulla memoria dell'attività agricola tradizionale.
Glorenza merita senz'altro una sosta: è completamente chiusa da mura medievali (possibile percorrerne un tratto a piedi) intervallate da caratteristiche torri. E' la più piccola città delle Alpi e fu ricostruita da Massimiliano I, Imperatore d'Austria - Ungheria, che pianse sulle sue mura quando venne distrutta dalle truppe della Confederazione Elvetica.
La tappa è breve: per i bambini può risultare divertente un salto nella piscina comunale di Malles, aperta (nel 2024) dalle 11 alle 19 (www.sportmals.net)
Il Gasthof Lamm di Laudes è stato la scelta per il soggiorno: a differenza delle altre due strutture della vacanza, il trattamento è stato di mezza pensione.
Terza tappa: da Laudes a Resia
La prima fatica di giornata sono i 2.5 km, con dislivello di un centinaio di metri, per arrivare alla stazione dei pullman di Malles. Da qui, per superare un dislivello di quasi cinquecento metri, si prende il 273 (che secondo l'orario ufficiale carica le bici su tutte le corse, per info: www.altoadigemobilita.info/it/il-mio-viaggio/orari) fino a San Valentino alla Muta dove si riprende a pedalare.
Il centro storico di Malles è caratterizzato dalle case signorili medievali e dalle chiese romaniche, che risalgono all'epoca di Carlo Magno, quella di S. Benedetto, oppure al XI/XII secolo d.C., la chiesa di S. Vito. Spicca anche una torre circolare con i ruderi di una fortificazione.
San Valentino alla Muta, invece, si trova in una posizione singolare: si affaccia sul Lago della Muta, naturale, ed ai piedi della diga di Resia che forma l'omonimo bacino artificiale. Quando si superano i quaranta metri di dislivello tra i due laghi e si percorre lo sbarramento è possibile apprezzare la differenza di colore tra i due laghi.
Sono due le ciclabili lungo il lago di Resia: una corre sul versante occidentale, ed è quella che abbiamo percorso, l'altra su quello orientale ma nel 2024 è chiusa per lavori. Il tracciato occidentale è più "nervoso" con tanti saliscendi tra boschi e prati da sfalcio e bellissimi affacci sul lago, su Curon ed il suo campanile e sulla stessa Resia. Da San Valentino a Resia si pedala per poco più di otto chilometri con un dislivello complessivo di circa 150 metri: 40 metri per salire a livello del lago di Resia, un centinaio di metri, invece, sparsi per i vari saliscendi successivi.
Giunti a Resia non si può non andare al campanile di Curon, simbolo della zona affascinante quanto tristemente evocativo dal momento che rimane a ricordo di un paese evacuato, distrutto ed allagato per costruire la diga. La deviazione misura solo tre facili chilometri (per direzione) ed avviene su un tracciato in parte sterrato.
Altra chicca può essere sconfinare in Austria raggiungendo il passo Resia: pur se breve, questa deviazione risulta più impegnativa perché si sale al passo geografico per poi scendere a quello "politico". Quindi in sostanza si affrontano due salite brevi ma impegnative per un bambino.
Il divertimento, però, sarà saltellare sulla linea di confine giocando ad essere un po' in Austria, un po' in Italia.
Il panoramico Garni Froi, qualche metro sopra le rive del lago, è stata la scelta per l'ultima notte. Per cena, invece, Schwarzer Adler, per una cucina tipica abbastanza ricercata. Ai piedi del Garni si trova un bel parco giochi che è ideale per rilassarsi dopo le fatiche di giornata!
Curiosità: quando siamo passati di qui era in calendario la Reschenlauf (per informazioni: www.reschenseelauf.it/), la corsa attorno al lago di Resia, che oltre alle gare per adulti prevedeva un nutrito programma dedicato ai bambini. E così Giulio ha partecipato, iscrivendosi proprio all'ultimo, correndo per trecento metri tra prati e boschi attorno al campanile di Curon.
Quarta tappa: il rientro
La giornata ha ripercorso lunghi tratti della seconda e della terza tappa. Siamo infatti tornati a San Valentino alla Muta sul percorso del giorno prima ma ci siamo goduti la veloce discesa (attenzione con i bambini!) fino a Laudes.
E dunque saliscendi lungo il lago di Resia, discesa a San Valentino, saliscendi anche sterrato lungo il lago della Muta, con alcuni affacci davvero incantevoli, poi ci si butta in picchiata fino a Laudes dove si riprende a pedalare su fondo quasi pianeggiante verso Glorenza ed infine Sluderno che abbiamo individuato come punto finale del giro. Il paese, dominato da Castel Coira, si trova sulla ferrovia verso Merano e, in un'ora quasi esatta, il treno ci ha riportato a Tel dove s'è chiusa questa seconda ciclo avventura! Questa giornata ha previsto un centinaio di metri di dislivello positivo (sparsi tra i tanti saliscendi accanto ai due laghi) e più di cinquecento metri di dislivello in discesa. Il tutto in circa 25 km.
Una pausa - su tutte - è stata doverosa: Burgusio. Il piccolo paese, infatti, ospita il castello del Principe, o Fürstenburg. Eretto tra il 1272 e il 1282, presenta un'unica torre quadrata. Il castello subì un restauro, tra il XVI e il XVII secolo, e diverse ricostruzioni. Dopo esser stato sede dei vescovi di Chur (Coira), assurti al rango principesco, decadde e fu adibito a diversi usi: tribunale, ricovero di fortuna, caserma, prigione e, infine, come fabbrica di birra.
Un centinaio di metri più in alto si trova l'Abbazia di Monte Maria, gioiello dell'alta val Venosta, raggiungibile però solo faticando parecchio su una ripida rampa asfaltata. E' un monastero benedettino tra i più importanti del Tirolo storico ed è il più alto d'Europa (1355 mslm).
Tre note: verificare il trasporto bici sui pullman e ricordare che l'Alto Adige Card, che viene rilasciata negli hotel per il soggiorno, offre trasporti gratuiti sui mezzi per le persone ma non per le bici. Per queste è necessario acquistare il "giornaliero" che - nel 2024 - costa 7 euro. Alto Adige Card e passaggio bici devono essere validati passando sotto lo scanner il QR Code.
I tratti tra Merano e Tel, tra Silandro e Lasa e soprattutto tra Laudes e San Valentino alla Muta sono davvero impegnativi. L'ultimo, in particolare, presenta le tipiche pendenze e distanze di un passo alpino.
Come l'anno prima, un'esperienza indimenticabile con un bagaglio di ricordi indelebili!