Olmo, Zecca, Lendine, Sommariva, Daloo, Lagunc .. quanti sono i villaggi alpini in Valchiavenna?
Ma quanti sono i borghi in quota della Val Chiavenna?
Quanti nuclei di baite più o meno numerose punteggiano gli alpeggi nei dintorni di Chiavenna o le pendici della val Bregaglia e della Valle Spluga?
E quanti, invece, sono stati assorbiti dal bosco tanto che è quasi impossibile scorgerli, salvo andarli a cercare con impegno?
E' davvero difficile elencarli tutti. Proviamo a raccontare quelli che abbiamo visto dal vivo.
Non possiamo che partire dalla suggestiva Alpe Lendine, fantastica dopo una nevicata, si trova in alta valle del Drogo, a circa 1750 metri di quota.
A breve distanza da Olmo (che è esso stesso uno di questi antichi nuclei, pur se raggiungibile in auto e quindi più "comodo") si trovano le poche baite di Zecca, crocevia delle salite verso la stessa Lendine o l'Alpe Laguzzola. Olmo, peraltro, ha tra le sue caratteristiche un dialetto diverso dagli altri della valle: il "dubiu'n" (doppione) veniva usato durante i commerci, per dialogare con i compaesani senza farsi capire dagli altri.
Se ci si volta, sul versante opposto della valle solcata dal torrente Liro si scorge Daloo, con la caratteristica chiesetta a punteggiare un verdeggiante prato. Ci si arriva anche in bici perché il villaggio in pietra è servito da una strada carrozzabile. Solo a piedi, invece, si arriva a Lagunc', poco sopra Daloo. Entrambi gli abitati stanno vivendo un fervente periodo di ristrutturazione e rinascita.
Ci sono poi le poche case dell'Alpe Scima, nelle montagne di Gordona. Per arrivarci si passa da due altri borghi rurali d'altri tempi, Cermine e Orlo, più accessibili e raggiungibili anche in bici perchè serviti da una strada asfaltata.
E che dire di Savogno? Sembra incredibile ma solo sessant'anni fa questo nucleo di baite era una comunità, con una scuola, un oratorio e diversi residenti che si dedicavano ad attività tradizionali come l'agricoltura e la pastorizia accanto a chi si guadagnava da vivere come taglialegna o boscaiolo. E' raggiungibile solo a piedi, camminando lungo i 2886 gradini - secondo il conteggio del gestore del rifugio - che dividono il fondovalle da questo paesino oggi disabitato ma ancora vivo: ospita infatti appunto un rifugio alpino e diverse case da monte di chi ha da tempo fissato più a valle la propria residenza abituale. La salita parte dai dintorni della Cascata dell'Acqua Fraggia.
Anche in Valle Spluga non mancano borghi di grande suggestione: Bondeno, ad esempio, che si raggiunge in bici o a piedi da Fracisco, o la vicina Gualdera, dove si arriva anche in auto. E sopra Isola, Borghetto, in val Febbraro, sul sentiero che porta al passo di Baldiscio, un valico che per lunghi decenni non segnò il confine amministrativo per una svista (o una furbata) dei cartografi del tempo che dovevano gestire secolari faide tra pastori. Borghetto vanta una storia non indifferente perché fino alla costruzione della strada per il passo dello Spluga la via del passo di Baldiscio era un frequentato itinerario che metteva in comunicazione la Valchiavenna con la Mesolcina in Svizzera.
Sono tantissimi questi borghi in Val Chiavenna e Valle Spluga, come tantissime sono le storie e le curiosità legate ad ognuno di essi! Se ne avete scoperti altri, raccontatecelo!