due suggerimenti per lasciarsi incantare dai larici all'ombra del Catinaccio
Autunno in val di Tires? Certo!
Nonostante si sia deciso di pagare un prezzo pesante alla monocultura dello sci (con la realizzazione di una mastodontica funivia che sale da San Cipriano fino alla ski-area di Latemar-Carezza) e con impattanti lavori sul rifugio Coronelle, la val di Tires rimane una destinazione molto interessante per chi ama passeggiare e camminare.
Cosa vedere in autunno in val di Tires?
Sicuramente un posto di primo piano lo meritano i colori dei larici attorno a malga Plafotsch, raggiungibile più o meno rapidamente dalla strada del passo Nigra.
La salita più bella parte da San Cipriano, attraversa i prati del Doss e si innesta poi sul sentiero 7 che si può prendere anche da Runggun (parcheggio posto appena dopo il primo tornante dopo San Cipriano, sulla strada del passo Nigra).
Il sentiero guadagna quota rapidamente tra larici ed abeti per arrivare agli ampi pascoli attorno a malga Plafotsch. Qui la vista sul Catinaccio e le Torri di Vajolet è superba ed i colori autunnali donano un fascino particolare a tutto il contesto.
In alternativa, si può salire verso il rifugio Monte Cavone (Tschafonhütte), di solito aperto fino all'inizio di novembre. Segnato, come altre zone della vallata e di tutte le Alpi, dalla furia di Vaia il rifugio è circondato dai larici e pertanto è una meta imperdibile soprattutto in autunno. Anche in estate, però, sa ritagliarsi il merito di essere un luogo non ancora affollato come altri nelle vicinanze.
Per arrivarci si parte dai Bagni di Lavina Bianca e si segue il segnavia 4, senza però immettersi sulla rotabile a servizio del rifugio. Il tempo complessivo di salita è pari a 1h40' con possibile estensione alla cima Vollsegg, dietro il rifugio, in venti minuti. Da questa vetta, si gode un ampio panorama sulla val di Tires, le Alpi di confine, le cime della val Passiria, il Cevedale, la Presanella e le Dolomiti di Brenta).
Perla della passeggiata il laghetto Wuhnleger, a 40' minuti di salita da Bagni di Lavina Bianca. E' un bacino artificiale, è vero, ma non rincorre "l'effetto wow" dei laghetti dei comprensori sciistici tanto strombazzati da alcune pagine social che ne esaltano i colori, dovuti ai teloni sotto l'acqua (superficialmente, diremmo noi).
E' un lago che funge da riserva per i Vigili del Fuoco e nelle sue acque si specchiano le Torri di Vajolet, il Catinaccio e la Roda di Vael. L'ideale è fermarsi qui ad aspettare il tramonto!
Per rientrare a Bagni di Lavina Bianca, però, bisogna poi accelerare il passo per non farsi sorprendere dall'oscurità (20-30 minuti di buon passo, in discesa).