fuciadecrocus-min.jpg

Alla ricerca dei crocus

Dove andare a cercare i crocus? Queste piante fioriscono in molti luoghi nelle Alpi (anche se sono eccezionali le fioriture nei monti Tatra, tra Polonia e Slovenia) ma le “praterie fiorite” non sono poi così tante. Tra i luoghi più belli dove trovare le fioriture di crocus figura senz’altro il rifugio Fuciade, dove siamo andati a curiosare qualche anno fa.
Il rifugio, molto frequentato sia d’inverno sia d’estate, si trova ai piedi della Cima dell’Uomo, tra la val di Fassa e la valle del Biois veneta (Falcade).
Per arrivarci si parte dal passo San Pellegrino se si desidera seguire la variante più facile, e forse banale: un’oretta a piedi, pochi minuti in bici, senza faticare troppo. Più impegnativo e gratificante, ma solo a piedi, risulta salire dalla baita Flora Alpina sul versante di Falcade, seguendo le indicazioni escursionistiche CAI.
Il punto più incantevole si trova a breve distanza dal rifugio Fuciade ed è un immenso prato tappezzato di crocus bianchi e viola. Una vera meraviglia!

Se pedalate su una gravel, la fioritura dei crocus può essere un’occasione per mettere in agenda un giro ad anello che partendo da Predazzo salga a Moena e poi al passo San Pellegrino, passi appunto dai dintorni di Fuciade per proseguire in discesa verso Falcade fino ad incontrare la deviazione per passo Valles.
Da quest’ultimo valico, nuovo confine tra Veneto e Trentino, si scende in picchiata fino a Predazzo immettendosi, dopo 6.5 km di discesa, sulla strada del passo Rolle.
Non è finita però: perché un chilometro prima di questo incrocio, si può svoltare a sinistra verso Pian dei Casoni e – sempre con una gravel o una mountain bike – risalire tutta la val Venegia fino a Baita Segantini e passo Rolle. Oltre allo spettacolo delle Pale di San Martino, si potrà andare alla ricerca di nuove fioriture di crocus, diffuse anche in val Venegia.
Il giro è descritto nei dettagli qui: https://www.cicloweb.net/ispira/ispira/itinerari56.htm

I crocus sono un genere di piante spermatofite monocotiledoni bulbose appartenenti alla famiglia delle Iridacee. Membri della famiglia dello zafferano e del colchicum, sono tossici quindi vale più che mai il detto “guardare e non toccare” anche se molti animali, tra cui i caprioli, ne sono ghiotti.
In passato, si segnalano coltivazioni di crocus nel palazzo di Cnosso, a Creta, mentre nell’antica Grecia erano utilizzati come fiore nuziale. E’ coltivato in giardini da circa quattrocento anni: l’esempio più famoso, al giorno d’oggi, è nelle aiuole che incorniciano il castello di Rosenborg, in Danimarca.

  28/04/2022

Condividi su  -