la città del Palladio ed i borghi del suo territorio
La vasta provincia di Vicenza, nota per la sua florida vitalità economica, è anche un prezioso scrigno colmo di tesori naturali ed artistici, equamente divisi tra il territorio di pianura e quello montuoso. Purtroppo, tali tesori, come le ville venete, sono spesso ostaggio di uno sviluppo economico certo lodevole ed invidiabile ma che spesso ha assunto caratteri tumultuosi e disordinati, irrispettoso verso la storia e la cultura di un intero popolo che, pure, è orgoglioso delle sue tradizioni e della sua specificità. E purtroppo anche oggi, epoca in cui la consapevolezza è cresciuta, non mancano episodi oltraggiosi verso il patrimonio artistico e l'ambiente.
La storia dell'insediamento dove attualmente sorge il capoluogo è precedente all'epoca romana: alcuni secoli avanti la nascita di Cristo, infatti, vi si stabilirono i Veneti che furono sconfitti successivamente dai Romani che organizzarono la città secondo il classico schema del Castrum.
Durante il Medioevo, Vicenza fu sede di un Ducato longobardo e poi distrutta, nell'899, da invasioni barbariche. In seguito venne costruita una prima cerchia di mura e nel XIII secolo Ezzelino III da Romano scelse Vicenza come sede della sua Signoria. Alla sua morte, anno 1259, Padova estese la sua influenza anche su Vicenza che, dopo un periodo scaligero ed uno visconteo, accettò nel 1404 di entrare a far parte della Serenissima Repubblica.
Fino al termine della millenaria storia dello stato veneto, Vicenza rimase nella repubblica di Venezia per poi seguire le sorti del Lombardo-Veneto austroungarico ed entrare infine a far parte del Regno d'Italia.
Il prezioso centro storico di Vicenza ed il legame con l'artista simbolo del territorio vicentino, Andrea Palladio, sono valsi a Vicenza la consacrazione di città Patrimonio Mondiale dell'Umanità: i beni architettonici palladiani sono infatti considerati di interesse eccezionale e di valore universale, anche per la loro influenza sulla cultura mondiale.
Andrea di Pietro della Gondola detto il Palladio fu uno dei maggiori architetti italiani del Cinquecento e durante il corso della sua vita ideò imponenti edifici civili che mutarono l'aspetto della città ed impreziosirono il territorio della provincia, ancora oggi ricco di ville, antiche residenze nobiliari. Anche Giambattista Tiepolo lavorò nel vicentino, realizzando tre cicli di affreschi presso Villa Loschi-Motterle, nella dimora costruita da Giorgio Massari per Carlo Cordellina e Villa Valmarana ai Nani.
Schio è uno dei comuni più vasti della provincia, separato dalla vallata dell'Agno da un gruppo di colline, mentre ad ovest spiccano le Piccole Dolomiti ed il monte Pasubio. Il paese vanta una secolare storia di specializzazione nell'arte laniera ed ancora oggi è un centro produttivo molto attivo. Momenti di estremo panico furono vissuti dagli abitanti di Schio nel corso della Prima Guerra Mondiale quando la spedizione punitiva condotta dall'esercito austriaco, la terribile Strafexpedition (1916), puntava proprio sulla cittadina. Ma poi sul Pasubio e sul Novegno l'esercito italiano riuscì a scongiurare un ulteriore sfondamento austriaco in Veneto e Schio scampò il pericolo.
Ai piedi del Pasubio sorge anche il comune di Valli del Pasubio, antico punto di transito della val Leogra. Nel territorio si trovano numerose testimonianze degli anni della Grande Guerra che proprio tra queste cime - come detto - visse i suoi momenti più cruenti.
Tra i centri della provincia, un ruolo di spicco ha senz'altro Bassano del Grappa, cittadina dai richiami storici e fascino culturale. Posizionato allo sbocco in pianura della Valsugana (la valle tracciata dal fiume Brenta) i suoi edifici spesso affrescati ricordano anche esteriormente la tradizione secolare di centro commerciale e produttivo di Bassano. Il "ponte in legno" o "ponte degli Alpini" è il simbolo della città: fu Palladio a concepire questa struttura ("presso a Bassano … ho ordinato il Ponte di Legname … sopra la Brenta fiume velocissimo che mette in capo a mare vicino a Venetia") che subì varie distruzioni e nel secondo Dopoguerra fu ricostruito dagli Alpini che ambientano in questo luogo una delle loro canzoni più conosciute.
Il Grappa e la grappa sono gli altri elementi caratteristici di Bassano, dominato dal monte teatro degli scontri più sanguinosi della Grande Guerra e sede di alcune delle più antiche botteghe di distillazione del celebre "spirito".
Marostica è il paese sede della celebre Piazza degli Scacchi, eredità di una sfida, proprio a scacchi, tra Rinaldo di Angarano e Vieri di Villanova, due cavalieri che si contesero nel 1454 la mano della figlia di Taddeo Parisi, allora capitano di Marostica, città della Repubblica Marciana. La partita, giocata con personaggi viventi, fu vinta da Vieri di Villanova, il favorito di Lionora. Da decenni ed ancora oggi si rievoca l'evento con una partita ogni settembre.Marostica però è qualcosa in più degli scacchi, che pure le hanno dato fama internazionale.
Marostica, infatti, ospita due castelli: quello Inferiore, costruito dagli Scaligeri di Verona nel XIV secolo (recinto merlato quadrangolare in pietra arenaria locale, protetto da un alto mastio, ospita all'interno arredi e decorazioni d'epoca) e quello Superiore, eretto nel Trecento, sempre dai Veronesi. Le due fortificazioni sono oggi unite da un sentiero panoramico che supera un dislivello di 133 metri.
Nel paese si nascondono antichi edifici come la chiesa di Sant'Antonio, risalente alla fine del Trecento, la secentesca chiesa del Carmine e la chiesa di Santa Maria.
Nella piazza principale, davanti al Castello Inferiore, si trova il Palazzo del Doglione, con un'elegante loggia e sul quale svetta la Torre Civica.
Imperdibile una camminata nei dintorni durante la fioritura dei ciliegi!
Tra verdi monti e rinomati sorgenti termali sorge Recoaro, storica località di soggiorno che già nel XVII secolo accoglieva i nobili della Serenissima Repubblica. Il conte Lelio Piovene, nel 1689, rese pubblica l'importanza curativa delle acque minerali delle locali sorgenti, note alla popolazione da tempo (secondo la tradizione), ed un secolo dopo venne eretto il primo stabilimento. Le acque di Recoaro sono classificabili in tre generi: bicarbonato-solfato-alcalino-terroso-ferruginoso, oligominerali e bicarbonato-alcalino-ferruginoso, utili per cure all'apparato digerente e urinario.
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