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Scorci di Lessinia (scorri la gallery!)
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Agricoltura: passato e presente della Lessinia
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Fioritura di crocus in alta Lessinia
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Fioriture primaverili in Lessinia
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Scorci in Lessinia
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Panorami in Lessinia
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Lessinia: valle delle Sfingi
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Lessinia: valle delle Sfingi
Veneto

Lessinia

L'Altopiano della Lessinia si trova poco a settentrione della città di Verona e si apre dalla valle dell'Adige fino alla provincia di Vicenza, ad un'altitudine che varia dai 1865 mslm di cima Trapola fino alle basse quote dei fondovalle dei cinque profondi solchi che segnano il territorio in direzione nord-sud. La parte più alta della zona è, dal 1990, tutelata come Parco Regionale della Lessinia, area protetta che comprende tredici comuni veronesi e due vicentini: è comunque un parco atipico perché l'ambiente, suggestivo e spesso selvaggio, è ricco di opere dell'uomo, a partire dalle numerose chiese e dalle ville, residenza di nobili e mercanti veronesi dei secoli scorsi.
A tal proposito sono da segnalare Villa Santa Sofia (Pedemonte), Villa Torre della Cazzola (Fumane), Villa Arvedi (Grezzana) e Villa Carlotti (Illasi). Tra le chiese, invece, le più importanti sono la Pieve di San Giorgio (Sant'Ambrogio), la Pieve di S.Floriano (San Pietro Incariano) e l'eremo di San Rocchetto.
Sono numerosi anche i musei: etnografici, botanici, paleontologici, dei fossili.

A livello ambientale la Lessinia è un'area molto particolare che alterna vigneti ed oliveti mediterranei ad una vegetazione più alpina, contrassegnata dai castagni e dai faggeti delle quote più elevate.
Il territorio presenta numerosi fenomeni carsici, come la Spluga della Preta, il Ponte di Veja (un'arcata di roccia lunga più di 50 metri, al Buso del Vallon (voragine cilindrica profonda 55 metri ed ampia 35), la Grotta di Roverè Mille o di Roverè Veronese ed, infine, il Covolo di Camposilvano.

Quanto alla storia dell'Altopiano, la popolazione che più ha influenzato lo sviluppo della regione sono i Cimbri, coloni bavaro tirolesi che si insediarono in regione nel 1287.
L'isolamento sostanziale delle genti lessine dalla città ha fatto in modo che nella cultura si radicasse l'influenza cimbra tanto che il dialetto parlato ora, il taucius gareida, è alto tedesco e si ritrovano ancora oggi testimonianze delle loro opere.
Rimangono anche tracce preistoriche, sia del periodo in cui queste aree erano coperte dall'acqua del mare, sia del periodo in cui l'uomo ha iniziato ad abitarle: numerosi sono i ritrovamenti fossili e di oggetti in selce scheggiati e lavorati.
 

CASTELBERTO E MALGA PIDOCCHIO, LA GRANDE GUERRA IN LESSINIA
La Lessinia non fu direttamente coinvolta dalla Grande Guerra ma si trovava comunque a breve distanza da uno dei fronti più cruenti, quello del Pasubio. Fu quindi disseminata di forti e postazioni, costruiti tra il 1881 ed il 1911. Le trincee, all'apice del loro sviluppo, misuravano otto chilometri e nascondevano caverne adibite a deposito, dormitori, reticolati, .. 
Il sistema difensivo di malga Pidocchio è un "mix" tra quanto offerto dalla geologia della Lessinia (dove abbondano sculture "naturali" di roccia) e dall'opera del uomo che spostò lastre in pietra, ricavò scale ed ambienti chiusi.
Vista l'importanza storica, parte di queste trincee e fortificazioni sono state recuperate e valorizzate dall'Ecomuseo delle Trincee di Malga Pidocchio, nome della località dove sono collocate, inaugurato nell'estate del 2014. Muoversi tra il labirinto degli stretti cunicoli di queste trincee rende perfettamente la dimensione di quanto fosse difficile la sopravvivenza dei soldati durante la Grande Guerra.
Questo complesso è raggiungibile in meno di mezz'ora (a piedi) dalla Bocchetta della Vallina, sulla provinciale che unisce Castelberto ed Erbezzo.
Un'altra mezz'ora di cammino e si raggiunge il rifugio Castelberto.
La struttura è una fedele ricostruzione di una caserma della Prima Guerra Mondiale.
La Guerra fu occasione per sistemare l'impianto viario della zona: la necessità di collegamenti rapidi trasformò antichi camminamenti e mulattiere in strade carrozzabili. Due esempi? Le strade che salgono da Peri a Fosse e da Sdruzzinà al passo Fittanze della Sega di Ala. 
La strada che da Erbezzo sale a Castelberto fu iniziata il 15 agosto 1915 ed ultimata 45 giorni dopo, il 20 settembre, dalla 10a compagnia della Milizia territoriale del 3° Genio dell'Esercito Italiano.
Al rifugio Castelberto si arriva in molti modi: a piedi, come anticipato, l'itinerario più breve parte dalla Bocchetta della Vallina (qui il link su Google Maps, clic) e passa proprio da malga Lessinia e dal complesso difensivo di malga Pidocchio.
La distanza  è di circa quattro chilometri: un'oretta a piedi percorrendo una comoda pista sterrata, tagliando talvolta tra i prati. 
In bici abbiamo raccontato questo percorso, da fare con una gravelwww.cicloweb.net/news/rifugio-castelberto
Il panorama dal rifugio spazia dalla Val d’Adige e Val dei Ronchi, fino alle vicine cime del Pasubio e del Carega. Tutta la Lessinia è visibile, la Valpolicella e il lago di Garda verso Sirmione. A ovest, il Monte Baldo, l’Altissimo ed il gruppo Adamello - Presanella. A nord, infine, le sagome delle Dolomiti di Brenta.

 

Su www.cicloweb.net:
- in bicicletta e mountain bike tra boschi e radure della Lessinia,
- passeggiate in Lessinia,
- i percorsi della Lessinia Legend Run

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