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La Brigue (foto: www.altaviadelsale.it) - scorri la gallery!
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Per le strade di Limone (foto: www.altaviadelsale.it)
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Tenda (foto: www.altaviadelsale.it)
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Upega (foto: www.altaviadelsale.it)
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Mtb lungo l'Alta Via del Sale (foto: www.altaviadelsale.it)
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Mountain bike tra terra e cielo (foto: www.altaviadelsale.it)
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Trekking lungo l'Alta Via del Sale (foto: www.altaviadelsale.it)
Piemonte

Alta Via del Sale

Il territorio dell’Alta Via del Sale coinvolge diverse province, tre regioni e due stati. Già, perché, attorno a questa antica via di transito e commerci, gli ultimi episodi storici hanno disegnato i confini delle province di Cuneo ed Imperia, in Italia, il dipartimento francese delle Alpi Marittime, le regioni italiane Piemonte e Liguria e quella francese del cosiddetto Paca (Provenza Alpi Costa Azzurra). Quest’ultimo lembo delle Alpi conserva tratti paesaggistici quasi incontaminati, o selvatici di ritorno; una storia antica e tratti culturali originali che travalicano i confini che, come detto, in epoca più o meno recente, sono stati tracciati. I segni delle attività umane affondano le radici nella Preistoria (con i graffiti) ed arrivano ai pesanti lasciti dell’età più recente, come le monumentali stazioni ferroviarie volute dal Fascismo per dimostrare grandezza al vicino francese. Grandi contrasti anche a livello paesaggistico con le praterie d’alta quota a fare da contraltare ai fitti boschi di conifere e latifoglie.

Limone Piemonte
E’ una delle località turistiche più famose del Piemonte meridionale. Posta lungo le rive del torrente Vermenagna è caratterizzata da un evocativo centro storico, dalla struttura tipicamente montana e impreziosito dal Municipio e dalla quattrocentesca parrocchiale di San Pietro in Vincoli. Non solo turismo nella storia di Limone: la località vide accrescere la sua rilevanza quando fu aperto il tracciato della strada del Col di Tenda, sbocco verso sud, verso la Liguria ed il mare. Il traforo, in realtà, non è altro che l’evoluzione moderna di un’antica via di transito che era conosciuta già dai Romani. Già i Savoia, subentrati ai Lascaris nel dominio della zona, avevano pensato ad un traforo ma le difficoltà furono ritenute insormontabili. L’attuale galleria risale al 1882 e sono in corso i lavori per un suo raddoppio. Quasi contemporanei ai lavori per il traforo sono quelli volti a fortificare il colle che iniziava a diventare un confine… “caldo” tra il Regno di Sardegna e la Francia. Nel 1891 il treno arrivò a Limone e nel 1928 la cittadina era collegata con Nizza: tuttavia, i cruenti eventi della Seconda Guerra Mondiale, che qui volle un tributo di sangue non indifferente, resero la linea inservibile fino al 1979.

Tenda
Il paese che dà il nome al colle ed al valico si trova oggi in territorio francese. Nel suo territorio, oltre al capoluogo, si trovano San Dalmazzo e Casterino, porta d'accesso ai parchi: Tenda, con Breil e Sospel, è uno dei comuni più estesi di questo dipartimento francese. Nel suo centro storico si mescolano stili diversi: il borgo è arroccato alla montagna e le sue strade hanno una storia antica. Su portali ed architravi sono visibili segni di famiglie antiche: sull’architrave di Place du Traou, sede dell’ex Tribunale, si vedono i segni delle due casate più rilevanti per la storia di Tenda, i Lascaris ed i Savoia. Interessante la Collegiata di Nostra Signora dell’Assunzione, esempio di stile eclettico, e molto antica la cappella di Saint Saveur, XIII secolo, posta su una rupe e raggiungibile con un sentiero che parte proprio dal centro della piazza principale.
Sono gli accessi al Parco Nazionale del Mercantour ed alla Valle delle Meraviglie a destare il più grande interesse.
Il monte Bego è una montagna sacra sin dal Neolitico: vi si trova un’elevatissima concentrazione di graffiti di epoca preistorica. Questa zona, definita come anticipato Valle delle Meraviglie, è il più grande monumento all’aperto di tutta la Francia. Sulle rocce levigate dai ghiacciai si trovano migliaia di graffiti preistorici.
Al colle di Tenda si trova invece un altare di epoca romana: proprio i Romani diedero lustro a questa via di transito che fece la fortuna, anche nei secoli successivi, dei mulattieri tendaschi. Le fortificazioni di fine Ottocento, poi, rimandano a secoli di guerra e tensione tra i Savoia e la Francia, prima, e tra Italia e Francia successivamente. La Seconda Guerra Mondiale, come già detto, vide qui scontri cruenti con violente rappresaglie ai danni dei Partigiani che combattevano la dittatura nazifascista. Tra le due guerre, si completò anche qui il Vallo Alpino, la serie di fortificazioni e casematte volute da Mussolini per proteggere i confini più esposti.
Più vicino al borgo, il castello dei Lascaris, segno della famiglia che, prima dei Savoia, dominò questo territorio nato dalla disgregazione della contea di Ventimiglia. L’attuale rocca ha origine cinquecentesca e fu danneggiata da eventi cruenti tra cui il passaggio delle truppe di Luigi XVI nel 1692.
Tenda fu italiana fino al 16 settembre 1947: fu l’ultimo comune, con La Brigue, a passare alla Francia.

La Brigue
A proposito di La Brigue è da segnalare il Santuario di Notre Dame des Fontaines, sorto su un tempio pagano e caratterizzato da affreschi del XV secolo che le sono valsi, secondo alcuni, il soprannome di Cappella Sistina delle Alpi.
Dal sacro al ... diabolico: il pont du Coq, che unisce due sponde profondamente diverse, è un’opera di ingegneria medievale o un ponte del diavolo, come da nome tradizionale?
Interessante anche la settecentesca Cappella di San Michele, contigua alla Maison du Patrimoine et des Traditions Brigasques che è una sorta di museo etnografico del paese e dell’intera vallata del Roja. Il centro storico è caratterizzato anche da dimore signorili e da architravi decorati che ospitano antichi simboli di credenze religiose o filosofiche. Ca d’Arbine, invece, è una curiosa struttura a protezione degli alveari.
Nel territorio comunale, come detto francese dal 1947, sono presenti altri luoghi sacri come la secentesca Cappella dell’Annunciazione o la romanico-gotica Collegiata di San Martino. Attorno agli abitati si estendono fitte foreste e sterminati pascoli d’alta quota che raggiungono le vette del monte Saccarello, Cima Marta o il Pas du Tanarel: in questo contesto si nascondono le cascate di Sanson. Evidente, quindi, la matrice agricola e pastorizia della storia economica di La Brigue che si imperniò sul commercio di ovini e sui principali prodotti che ne derivano, ovvero lana e formaggi.

Triora
In Liguria, in alta valle Argentina, sulle pendici del monte Trono sorge il caratteristico borgo di Triora, circondato da campi dove dominano i profumi di rosmarino e timo, salvia e origano.
Suggestivo il centro storico, ancora legato all’impianto urbanistico medievale, fatto di vicoli, piccole piazze e carruggi, che ospita oltre ad alcune dimore di antica fattura anche alcuni edifici sacri tra cui l’imponente Collegiata dell’Assunta.
Ad oggi è il comune con la superficie più estesa della provincia di Imperia. Passò al Regno di Sardegna – cui resistette con forza per decenni - con la fine della Repubblica di Genova e dopo la parentesi napoleonica: in precedenza era stato un importante possedimento per la marca Aleramica prima e quella Arduinica in seguito, per poi diventare un possedimento dei Conti di Ventimiglia. Tragici i giorni della Seconda Guerra Mondiale che videro infuriare le violenze delle truppe nazifasciste.
Dopo anni di declino e spopolamento, Triora si è rilanciata con un turismo “lento” e sostenibile, alla scoperta del Parchi limitrofi, e valorizzando lo splendore del borgo medievale che ospita numerose dimore storiche.
A cosa si deve il suo nome? Pare venga dal latino “tria ora”, tre bocche: ma quali bocche? Le bocche del mitologico Cerbero? I tre torrente che vi confluiscono (Tanarella, Argentina e Negrone)? I prodotti del territorio, castagna vite e grano? Lo stemma cittadino, ad ogni modo, segue questo filone ed ospita un cane a tre teste in campo azzurro. Qui sgorga il Tanaro che inizia il suo corso di 290 chilometri verso il fiume Po.
Monesi è l’unica frazione di Triora ad appartenere alla val Tanaro. Posta alle falde del monte Saccarello ha una storia “pioneristica” nel settore dello sci che si è recentemente voluto rivitalizzare. Oltre alle attività invernali, Monesi è base per i trekking e le uscite in mountain bike nell’area più alta della Liguria (verificare apertura strade).

Piaggia
Piaggia è il centro abitato più meridionale del Piemonte e costituisce con Upega e Carnino il comune di Briga Alta. Luogo solitario, situato a 1310 mslm, ha un'origine medievale: impegnativi lavori di terrazzamento crearono gli spazi per costruire qui, sulle pendici di una montagna, un piccolo paese fatto di case in pietra e legno con i primi piani seminterrati e i piani superiori fuoriterra, accessibili dalle vie retrostanti. Un giro per Piaggia è davvero evocativo. Rustiche e caratteristiche le chiesette di San Rocco e San Giacomo.

Upega
Upega, Carnino e Piaggia, sede del capoluogo, formano il comune di Briga Alta, in alta Val Tanaro. Il borgo, come altri, s’è formato nel corso del Medioevo quando le genti rivierasche si riversarono nell’entroterra per sfuggire alle incursioni dei pirati. Altre fonti, però, non concordano e ritengono che all’origine di questi insediamenti vi siano dispute territoriali con i vicini (attualmente sotto il comune francese di La Brigue). Oggi popolato da pochi abitanti, Upega è caratterizzato da abitazioni davvero affascinanti, fino a cinque piani su strutture in pietra e legno, ed è posto al cospetto di vette come il monte Bertrand, la Cima del Vescovo e la Cima di Velaga.
Attorno al paese si estende il rigoglioso bosco delle Navette mentre destano curiosità la casa del forno, secentesca, la fontana della Chiesa e due edifici sacri: la Madonna della Neve e la cappella di Sant’Erim.
Anche qui furono particolarmente sanguinose le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale: le truppe partigiane dovettero pagare un caro prezzo alla violenza nazifascista.

Ormea
Città dal 1804, per volere di Napoleone, Ormea è capoluogo di un vasto territorio, dominato dal Pizzo di Ormea (2476 metri) e dal monte Antoroto. Il borgo sorge sulle rive del Tanaro ed è caratterizzato da una pregevole tradizione casearia e gastronomica: sono famosi i tultei, raviolini ripieni di cin (soffritto di porri e patate), le fozze (un pane impastato con il latte) e le lasagne di Ormea. Senza dimenticare la variante locale della polenta. Insomma, Ormea pare essere una destinazione per veri gourmand!
Ad Ormea, inoltre, si trova il capolinea della ferrovia che originariamente doveva collegare Ceva ed il Piemonte a Nizza ma il cui tracciato venne poi abbandonato per preferire la via del col di Tenda.
Fuori dal borgo, allontanandosi dalle sue dimore storiche, dalla trecentesca Casa del Marchese e dalla parrocchiale di San Martino, si può camminare lungo quaranta chilometri di sentieri tracciati lungo la cosiddetta Balconata di Ormea.

Garessio
E’ uno dei borghi più belli d’Italia, Garessio. Partendo dal basso si incontra il Borgo Ponte, sede di botteghe e commerci e posto lungo le rive del Tanaro. Nel Borgo Maggiore, invece, si trova il Palazzo Comunale con la caratteristica Torre Civica: una chiesa romanica ed i resti delle antiche mura sono le tracce della lunga storia di Garessio il cui territorio è abitato sin dalla Preistoria.
Perla del territorio il castello di Casotto, nato come Certosa e divenuto poi una residenza di caccia sotto i Savoia. Si trova immerso in una fitta foresta di faggi e conifere.

In mountain bike lungo l'Alta Via del Sale sulle pagine di www.cicloweb.net: clicca e leggi i percorsi in questo angolo di Alpi!

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