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Alta val Zebrù (foto Roberto Ganassa)
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In salita verso lo Stelvio
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Bormio
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Veduta di Bormio
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Un'isolata chiesetta
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I laghi di Cancano (foto Roberto Ganassa)
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Panoramica su Bormio ed il suo territorio
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Val Cedec (foto Roberto Ganassa)
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Laghi Pollore in val di Rezzalo (foto Giacomo Meneghello)
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Fioriture in val Viola (foto Roberto Ganassa)
Lombardia

Bormio

AMBIENTE, STORIA E CULTURA
La Valtellina è un'ampia regione che si sviluppa dal lago di Como al passo dello Stelvio e si può quindi dividere in diverse sottoregioni.
Una di queste è la zona detta Contea di Bormio, area che gravita attorno appunto a Bormio (1225 mslm), Livigno (1850 mslm), Valdidentro e Valfurva, una zona molto diversa dal resto della Valtellina che appare invece come un lungo solco unitario scavato dall'Adda.
La conca di Bormio si apre oltre Cepina Valdisotto ed è una zona sostanzialmente pianeggiante chiusa tra alte cime di altezza superiore ai 3000 metri.
La Valdidentro, o valle dell'Adda, è divisa in due rami: uno conduce ai laghi artificiali di Cancano e S.Giacomo, l'altro è solcato dal torrente Braulio che sale fino al passo dello Stelvio.
Presso Semogo in Valdidentro confluiscono anche la val Viola e la valle del Foscagno: quest'ultima è spartiacque tra il bacino del Mediterraneo (Adda, Po -> Adriatico) e del Mar Nero (Spol, Inn, Danubio -> Mar Nero).
Ed oltre il passo c'è Trepalle la cui chiesa, Santa Anna, è sede della parrocchia più alta d'Europa.
La Valfurva, invece, sale verso est da Bormio ed è cinta dalle Tredici Cime: chiudono la valle in un anfiteatro costituito dai gruppi del Cevedale e del Tresero, tra le cui pendici si trova il ghiacciaio dei Forni.
Estremamente significativo è il Parco Nazionale dello Stelvio, prossimo a Bormio, l'area protetta più grande d'Europa ricco di flora e fauna pregiate.
Nel cuore delle Alpi, nei pressi delle sorgenti dell'Adda e dei suoi primi affluenti si trovano Bormio, Santa Caterina Valfurva e Valdidentro. Incastonata tra cime alte quasi 4000 metri, ai confini con la Svizzera ed il Parco Nazionale dello Stelvio, Bormio è anche una cittadina caratterizzata da costruzioni storiche di pregio, in tipico stile alpino.
Scriveva Leonardo da Vinci: "In cima alla Valtolina c’è Burmi. Montagne sempre piene di neve. A Burmi sono i Bagni”.
Inutile dire quanto varie siano le possibilità di pedalare su strada - verso i grandi passi alpini - o su sterrato in un contesto ambientale così pregevole ed ampio.
Da Bormio parte la mitica ascesa allo Stelvio, da Santa Caterina l'altrettanto suggestiva salita al passo Gavia: due cime che hanno fatto la storia del ciclismo. E poco lontano si può salire al terribile passo del Mortirolo.
Numerosi gli sterrati, in valle o in quota, per divertirsi in mountain bike.
Gli amanti del trekking e del nordic walking hanno a disposizione oltre seicento chilometri di tracciati, di diverso livello di difficoltà, in grado di accontentare tutti, dalle famiglie agli alpinisti più esperti. E a fare da sfondo, c’è uno scenario mozzafiato: dalle grandi cime del gruppo Ortles Cevedale fino ai paesaggi incontaminati del Parco Nazionale dello Stelvio, dove tra l’altro è facile avvistare tanti animali selvatici. Qui infatti, nell’area protetta del Parco, tra maestosi boschi di conifere, vivono stabilmente cervi, caprioli, camosci e stambecchi; senza dimenticare la marmotta, il gufo reale, l’aquila (simbolo del Parco) e il gipeto, l’avvoltoio delle Alpi.
Inoltre Bormio offre ai suoi ospiti un campo da golf a nove buche, un palazzo del ghiaccio coperto, campi da tennis, calcio e piste ciclabili.
Bormio tuttavia non è solo sport e divertimento, ma anche arte, cultura e storia: una passeggiata nello splendido centro storico con le chiese, i palazzi e i musei, permette di immergersi nell’atmosfera d’altri tempi di quella che fu, per settecento anni, una piccola democrazia comunale al centro delle Alpi.
Particolarmente affascinante è l’antica tradizione dei Pasquali: a Pasqua tutta la popolazione scende in strada con il costume tipico per portare in sfilata i Pasquali (ovvero carri allegorici artigianali a tema religioso) e per sostenere la sua Contrada (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore). Tra tali reparti è sempre esistita una sana rivalità, che si manifesta soprattutto a febbraio durante il Palio delle Contrade: gli abitanti si sfidano, tra sfottò e scherzi, a suon di gare di sci, possibilmente vestiti “alla vecchia” o con l’abito tradizionale bormino, per decretare la Contrada regina.
Infine, non si può tralasciare la straordinaria gastronomia valtellinese: dagli “sciatt” (frittelline di formaggio croccanti fuori e morbide dentro, servite come antipasto insieme a bresaola, salumi e formaggi locali) fino agli arcinoti pizzoccheri e ai “malfatti”. Tra i secondi, dominano le carni con i salmì di selvaggina, accompagnati da polenta taragna, funghi porcini e finferli. Non si possono naturalmente dimenticare la bresaola, che qui ha un sapore unico, i formaggi tipici, su tutti Bitto e Casera e, tra i dolci, la bisciola, versione valtellinese del panettone.
Altra eccellenza di quest’area sono i vini rossi, tra i quali spiccano lo Sforzato, il Grumello, il Sassella e l'Inferno, e gli amari – Braulio e Taneda – preparati con erbe aromatiche locali.

LE TERME
Una citazione meritano le terme di Bormio, decantate anche da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, e conosciute forse già dal I secolo. Gli studi sui poteri benefici delle loro caratteristiche partono invece nel corso dell'Ottocento. Qui l'acqua sgorga ad una temperatura variabile tra i 35° ed i 40°. 
Accanto a tutto questo sport, non poteva dunque mancare il wellness. Bormio Terme (convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale), i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi offrono oltre settanta differenti tipi di pratiche termali, comprese vasche e piscine interne ed esterne accessibili dodici mesi l’anno, con la possibilità inoltre di provare massaggi, fanghi, trattamenti estetici e molto altro ancora.

STORIA
La storia di Bormio inizia in epoca di non facile determinazione: la leggenda la riporta alla divinità Bormo che consacrò le sue acque termali.
In epoca preistorica il Bormiese è stata l'ultima zona ad essere abitata e sono stati appunto rinvenuti reperti legati all'età del Bronzo ed incisioni rupestri a Grosio, con probabile presenza di popolazioni liguri preindoeuropee (Burm è appunto radice diffusa nelle aree colonizzate da tali popolazioni).
In seguito la zona fu abitata dai Reti, dai Celti e gli etruschi che si fusero con veneti e illirici prima di essere conquistati dai Romani.
L'epoca di dominazione romana non è ben conosciuta: si sa che l'area godette di una certa autonomia, con un buon tenore di vita dovuto a fiorente attività commerciale ma ad esempio non si conosce se la zona fosse parte dell'Impero o aggregata alle province di Rezia e Vindelicia.
Il commercio fu risorsa principale anche in età medioevale: coinvolta in conflitti tra Milano, Como ed i Vescovadi di Coira (Svizzera), Bormio cercò sempre di sfruttare a proprio vantaggio questi scontri.
La cittadinanza ottenne nel 1377 la Magna Charta delle Libertà Bormiesi che rimase in vigore sino al XVIII secolo. L'autonomia fu forte anche rispetto al foro ecclesiastico tanto che la Contea di Bormio fu ben distinta dal resto della Valtellina.
Nel XIV Bormio fu annessa al Ducato di Milano sotto il quale come detto conservò i suoi privilegi e potè svilupparsi sfruttando, come sempre, la sua posizione di transito. Fu colpita nel 1468, 1476 e 1495 da tre ondate di peste.
Il XVI secolo, invece, segna il passaggio sotto gli svizzeri: due secoli di dominio dei Grigioni durante i quali i privilegi furono leggermente ridotti.
Furono invece aboliti completamente nel 1797 quando la zona, come tutto il Nord Italia, fu annessa alla Repubblica Cisalpina ed al Regno Italico napoleonici e soggetta a gravi tassazioni e leva militare.
Valchiavenna e Valtellina animarono il Congresso di Vienna: l'Austria riuscì a strappare al Cantone dei Grigioni Bormio e la sua antica Contea. La dominazione austriaca portò uno sviluppo delle vie di comunicazione, tra cui la strada dello Stelvio, ultimata nel 1825 su progetto di un ingegnere bresciano, Carlo Donegani.
Nel 1859 la zona fu liberata dai Garibaldini e, da quel momento, la zona riprese a svilupparsi anche con il turismo.
Dopo la Prima Guerra Mondiale furono costruite le dighe di San Giacomo e Cancano e le relative due centrali idroelettriche.
Tutte queste dominazioni, ed ogni epoca, sono rintracciabili negli edifici di Bormio che è più di una località sciistica: nel suo centro storico rimangono palazzi risalenti anche al XV secolo, come la Torre Alberti, e chiese altrettanto antiche (Santa Barbara, Sant'Ignazio e la ex-chiesa di Santo Spirito).
Come detto, grazie alla sua posizione centrale lungo le rotte commerciali del nord e del sud Europa, il paese ha goduto a lungo di un'autonomia e una ricchezza che si rispecchia ancora oggi nel suo centro storico. È facile, infatti, perdersi tra le vie e i vicoli dove chiese, palazzi e case medievali si mescolano alle architetture del XIV-XVI secolo, epoca d’oro del contado. Tra queste svetta il Palazzo De Simoni, risalente al XVII secolo, che, dal 1962, ospita il Museo Civico. Qui, in ventisette stanze sono esposti oltre quattromila oggetti che narrano, con una ricostruzione ambientale, la cultura, l’artigianato, il lavoro, il folklore e la vita religiosa nel bormiese.

Su www.cicloweb.net si trovano anche:
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- percorsi per passeggiate e trekking in Valtellina
Nel 2022 abbiamo partecipato alla Stelvio Santini, un'ottima occasione per mettersi alla prova sulle strade dell'Alta Valtellina, arrivando infine in vetta al passo dello Stelvio. I dettagli della gara, cliccando questo link.
Ed inoltre ciaspolate in Lombardia , da www.ciaspole.net

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