tre itinerari
a cura di Marco Cumar
TRE PERCORSI NEL COLLIO SLOVENO: LA REGIONE DELLA BRDA. ED ALTRI TRE NEI DINTORNI
Brda è la parte del territorio collinare del Collio che si trova in territorio sloveno. L’area geografica collinare è posta tra il fiume Isonzo ed il suo affluente di destra, lo Iudrio. Per le sue peculiarità viene definita la Toscana di Slovenia.
Le colline di Brda sono cosparse ovunque di villaggi , tutti circondati dal verde, da vigneti , frutteti e oliveti , disposti per lo più su terrazze, in mezzo ai quali serpeggiano strade e sentieri tra cui il Sentiero della Pace e l’Alpe Adria Trail. Il nome di alcuni paesi di Brda deriva da specie di quercia: Dobrovo da “dob”, la farnia, Cerovo e Cerje da “cer”, il cerro, Gradno da “graden”, il rovere.
La tipica architettura locale con le casse rustiche in legno spesso intarsiate, le ben ventisette chiese e chiesette , i castelli ed i borghi fortificati rendono questo territorio molto interessante, in grado di soddisfare anche il visitatore più esigente.
I panorami sono magnifici in ogni direzione e l’enogastronomia è di prim’ordine. Volete saperne di più su questa regione e sul castello di Dobrovo? Partite da qui: www.brda.si/monumenti/patrimonio_culturale/2012051414482485/Castello%20di%20Dobrovo%20-%20museo/
I tre itinerari qui proposti sfruttano alcuni tratti degli otto itinerari escursionistici ben tabellati che prendono il nome da antiche varietà di ciliegie di Brda; la rete dei Sentieri dei fiori di ciliegio ha uno sviluppo di oltre ottanta chilometri.
I percorsi:
- Dobrovo e Smartno
- Chiese e castelli
- Kozbanjscek
E sempre in Slovenia, ma fuori dalla Brda, altri tre percorsi da non perdere. Eccoli - di nuovo - con le parole ed i link di Marco Cumar!
La Selva di Trnovo è un altopiano carsico che si estende in territorio sloveno a partire dai circa 800 metri di altitudine dell’abitato di Trnovo fino al punto più alto, ovvero il monte Mali Golak a 1495 metri di altezza. Essendo un’area carsica è priva di acque superficiali ma ricca di grotte, abissi, voragini e tipiche formazioni di carattere carsico quali campi solcati (karren), solchi a doccia, vaschette di corrosione e simili.
Tra i fenomeni carsici più rilevanti da menzionare la grande grotta di ghiaccio Ledenica che si trova nella Riserva Naturale Paradana. Profonda 385 m e lunga 1550 m, ha acquisito fama mondiale per la presenza di nevi e ghiacci perenni e per l’inversione vegetazionale nel cono d’ingresso. In passato i blocchi di ghiaccio estratti da questa cavità venivano esportati persino in Egitto. Sono presenti due riserve naturali: la Paradana ed il Monte Golaki con la Smrekova draga ed il monumento naturale Smrecje.
La Selva di Trnovo è quasi totalmente coperta da boschi dove il fusto prevalente è il faggio (65-67%) seguito dall’abete bianco e rosso. Nel '700 la Compagnia delle Indie ne ricavava il legname per la costruzione delle navi. Oggi lo sfruttamento del bosco è regolamentato e il rispetto per l’ambiente è massimo. Le aree prative sono veramente rare: la valletta di Lokve e i dintorni di Trnovo dedicati al pascolo e la Mala Lazna. In una foresta così vasta la presenza dell’orso è una costante ed alcuni studi hanno rilevato anche la presenza del lupo.
L’intera zona è attraversata da una fitta rete di strade forestali (120 km!) che consente di raggiungere i luoghi più belli e caratteristici di questa magnifica foresta, costantemente protetti da gallerie verdi che offrono conforto durante la stagione estiva. La notevole estensione della foresta, la scarsissima antropizzazione e la scarsità di punti di riferimento saranno complici di una sensazione di solitudine che in più punti si farà sentire con forza.
Se al termine del giro vorrete sostare per gustare i piatti caserecci (la selvaggina, il pane fatto in casa ed altre specialità), Lokve, Lazna e il rifugio Iztokova Koca alle pendici del Golaki saranno una tentazione per chiunque.
Insomma, la Selva di Trnovo è il luogo ideale per riossigenarsi ed un vero paradiso per chi ama le escursioni ed il turismo “fai da te”.
Per ulteriori dettagli: Sella di Trnovo
L'altopiano carsico di Banjšice (Bainsizza) rappresenta la porzione più occidentale degli altipiani dinarici. L’area è limitata a nord dal fiume Idrijca, ad ovest dal fiume Isonzo (So?a) e ad est dal Vallone di ?epovan dove in tempi remoti scorreva un fiume che oggi non c’è più.
L'altopiano è disposto su più livelli ognuno dei quali costituisce una sub-unità; si va da quello più basso rappresentato dal campo carsico di Grgar che un tempo accoglieva un lago, a quelli minori di Zagorje e Ravniška Polje ed infine a quello centrale di Banjšice.
La Bainsizza è un altopiano leggermente ondulato con vista aperta verso sud, nord e ovest. In direzione est si sale gradualmente verso l'altopiano di Lokovška dove si raggiungono le altitudini più elevate (Laš?ek 1071 mslm). Qui il territorio è caratterizzato da alture di forma conica ricoperte fittamente da boschi di faggio e carpino e da numerose doline (il comune catastale di Lokovec ne conta in media 45 per km²!). Considerata la natura carsica del territorio, i corsi d'acqua superficiali sono rarissimi; inoltre, vista l’estrema permeabilità del terreno, in più borgate sono state costruite delle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana.
Le case, costruite su terreni disboscati ma anche in mezzo ai boschi, creano qua e là borgate e villaggi che danno l’idea che la vita sia distribuita, diffusa .
Il paesaggio è plasmato da una natura intatta e vigorosa che offre rifugio anche all’orso ed al lupo. L’altipiano ospita piante tipiche del mondo dinarico, carsico e alpino, oltre a tutta una serie di piante endemiche, cioè quelle che si possono trovare solo in queste zone. Qui crescono molte erbe pregiate, con i cui preparati gli abitanti erano soliti curarsi e sono ancora oggi componenti importanti della cucina locale e delle preparazioni erboristiche.
Un reticolo di strade, carrarecce e sentieri consente di scoprire ogni angolo di questo piccolo paradiso dove si può ancora respirare e vivere lo spirito del tempo che fu.
Dal punto di vista storico l'altopiano è noto per essere stato teatro della decima e undicesima battaglia dell'Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale .
Descrizione completa a questa pagina: Altopiano della Bainsizza
La Valle del Vipacco (Vipavska Dolina), affluente dell’Isonzo, collega la pianura friulana alla Slovenia centrale tramite la Sella di Razdrto. E’ delimitata a nord dalla Selva di Tarnova e a sud dall'altopiano del Carso.
Gli antichi romani transitarono lungo questa valle per andare alla conquista delle regioni danubiane. Tra il IV e il VI secolo d.C. questi territori subirono l’invasione dei Goti, degli Unni e dei Longobardi. Nel Medioevo e sotto l'Impero Asburgico, la parte orientale della valle apparteneva al Ducato di Carniola, mentre quella occidentale faceva parte della Contea di Gorizia e Gradisca. Fortificazioni militari (il Castrum Ad Fluvium Frigidum ad Ajdovš?ina), castelli medievali (Reifemberg a Branik, Attems a Vipavski Križ) e palazzi lussuosi (Palazzo Lantieri a Vipava) testimoniano una strana diversità dovuta alle epoche ed alle ragioni che stanno dietro alla loro creazione.
La valle gode di un clima relativamente mite che la rende particolarmente adatta alla coltivazione di diversi tipi di frutta (soprattutto ciliegie, pesche, albicocche, cachi e fichi) e della vite. La bora, il forte vento di nord–est, qui è di casa e le raffiche possono raggiungere anche i 200 chilometri all'ora. Nonostante questo, la gente del posto ama la bora perché rinfresca l'aria e disperde le nuvole; infatti la Vipavska Dolina è il luogo più soleggiato della Slovenia con in media 2100 ore di sole all’anno. In assenza della bora, il Mornik, soffiando da sud–ovest, riscalda la valle con temperature superiori ai 5 gradi per quasi 300 giorni all’anno; ciò prolunga il periodo di vegetazione del terreno di due mesi rispetto alla Slovenia centrale.
La Valle del Vipacco è la regione vinicola della Slovenia che ha conservato il maggior numero di varietà autoctone antiche (zelèn, pinela, klarnica). Nel 1844 il sacerdote Matija Vertovec pubblicò il primo libro di tecnica vitivinicola in lingua slovena, Vinoreja (“Viti e vinicoltura”), in cui vengono descritti 18 vini bianchi e 12 rossi della valle che gli diede i natali. Le cantine con archi in pietra sono solitamente situate sotto terra, scavate nella roccia, per conservare i preziosi vini in condizioni ottimali tutto l’anno. Alcune località (Go?e in primis ) vantano cantine secolari ancora oggi illuminate solo da candele.
Obbligatoria quindi una pausa presso un’enoteca, un ristorante o una osmiza per assaporare la buona cucina casereccia.
La bicicletta è il miglior mezzo per scoprire questo territorio pedalando lungo le innumerevoli strade sterrate e secondarie a scarso traffico.
Il presente itinerario collega le località più interessanti (Branik, Go?e, Lože, Vipavski Križ, Velike Žablje) e sfiora i centri più grossi che meritano sicuramente una visita (Ajdovš?ina, Vipava e Štanjel).
Nel 2018 Lonely Planet ha inserito la Valle del Vipacco nell’elenco delle 10 destinazioni europee da visitare.
I dettagli? Cliccando questo link: Alta valle del Vipacco