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Iseo dalla strada del passo Tre Termini
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Lago d'Iseo (scorri la gallery!)
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Tramonto sul Sebino
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Verso le Orobie
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Vista sul lago dalla strada per Nistisino
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Vista sul lago e Montisola, dalla strada per Nistisino
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Lungo l'Oglio
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Ciclabile dell'Oglio lungo il tratto sebino
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Ciclabile dell'Oglio
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Sulzano dalla strada per Nistisino
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Torbiere a due passi dal lago
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Un tratto in pavè salendo a Nistisino, parte dell'antica via Valeriana
Lombardia

Lago d'Iseo

Il lago d'Iseo, detto anche Sebino è, come gli altri tre maggiori laghi di Lombardia, di origine glaciale. Si differenzia dagli altri per la presenza di Montisola, la più grande isola lacustre in Italia: un tratto di originalità che custodisce una preziosa storia da scoprire.
La riva bresciana del Sebino - prossima alla zona morenica della Franciacorta, cara agli amanti dei vini - offre la possibilità di salire verso varie destinazioni, impegnative e non, interessanti anche dal punto di vista naturalistico: un esempio sono le piramidi di Zone, poco sopra l'abitato di Marone. A valle del lago si estendono le torbiere di Iseo sulle quali vigila il monastero di Lamosa.
Inoltre, su questo sito: http://www.mtbvalcamonica.it si trovano altri itinerari per la mountain bike. Un'altra collezione di itinerari cliccando sulle pagine di http://www.vallecamonicapaesealbergo.com. Itinerari per tutta la provincia di Brescia su http://www.bresciainbici.it/.


CICLABILE BRESCIA ISEO
Il percorso ciclopedonale Brescia - Paratico misura trenta chilometri ed è privo di difficoltà tecniche degne di nota. Certo la lunghezza del tragitto andata + ritorno scoraggia le persone totalmente prive di allenamento: sessanta chilometri non sono pochi! Dopo i primi chilometri (Brescia ovest in direzione Cellatica e Gussago) il percorso (con apposita segnaletica) transita da Paderno Franciacorta, Passirano e Provaglio d'Iseo e tocca punti di interesse sia artistico sia naturalistico.
I primi ad essere incrociati sono il Santuario della Stella (XVI secolo). Sul colle della Santissima è costruito un antico convento trasformato nel XIX secolo in un piccolo castello.
All'ottavo chilometro è il momento di osservare l'Abbazia Olivetana che conserva affreschi del XV e XVI secolo e che preannuncia l'ingresso in Paderno Franciacorta, sede di un antico castello ristrutturato nel secolo scorso.
Sulla sinistra, in lontananza, il castello di Bornato. Altri otto chilometri separano da Provaglio e dalla zona delle Torbiere di Iseo, che si raggiungono al km 19 da Brescia.
Il Parco delle Torbiere è dominato dal monastero di San Pietro in Lamosa, molto antico: risale infatti al XI secolo.
Oltre le Torbiere, nei pressi di Cremignane (e della sua chiesa parrocchiale) si può svoltare a destra e giungere a Paratico (concludendo così 30 km di percorso) o a sinistra verso Iseo (via più corta, circa 27.5 km).
Sulla via per Paratico si passa anche per il castello di Clusane, detto "del Carmagnola", risalente al XV secolo.

 

CICLABILE DEI LAGHI BERGAMASCHI
Un tracciato di quasi 40 km che, da Bergamo, attraversa le colline e i vigneti della val Calepio e raggiunge Sarnico, cittadina adagiata sul Lago d’Iseo. Qui i più allenati possono decidere di fare il periplo del lago (67 km) oppure prendere il traghetto e scoprire Montisola – l’isola lacustre più grande d’Europa – sempre sulla tua due ruote.
Clicca per aprire un dettaglio a cura di www.visitbergamo.net??????


ALLE PIRAMIDI DI ZONE
Da Iseo si raggiunge, lungo la statale che corre parallela al lago, l'abitato di Marone.
In questo paese parte la strada verso Zone: pendenze severe (attenzione anche alla sede stradale stretta per tutto l'abitato) ma scorci molto suggestivi sul lago che diventa ogni pedalata sempre più lontano.
Seguendo le indicazioni in loco, si può parcheggiare la bici e visitare le "piramidi", torri di roccia modellate nei secoli dal vento e dall'acqua. Le piramidi sono caratteristiche formazioni originate dall'azione erosiva delle acque dei torrenti e della pioggia. Il materiale morenico - nei millenni - ha assunto dunque la forma di piramide: ma non in modo definitivo. Ogni piramide è infatti in continua evoluzione: il sasso in vetta alla piramide protegge la struttura sottostante dall'azione levigatrice dell'acqua piovana. La caduta del sasso segna la fine della piramide.
La Regione Lombardia ed il Comune di Zone hanno allestito un percorso guidato all'interno della Riserva.
Oltrepassando l'abitato si può proseguire fino al passo Croce di Zone, 902 mslm (ed eventualmente fino a malga Aquina e laghetto, 1250 mslm).
Con arrivo al passo, il percorso è lungo dieci km e copre un dislivello di 700 metri circa.



PASSABOCCHE
Da Pisogne si sale verso Grignaghe, paese al quale si arriva percorrendo dieci chilometri di spettacolari tornanti, su pendenze spesso impegnative (media del 7%).
L'abitato di Grignaghe si supera inoltrandosi nella valle del Trobiolo sino a Passabocche (8.5 km da Grignaghe), dove è presenta un punto di ristoro. Da qui si scende lungo l'itinerario di salita oppure si pedala verso Dosso della Pedona e Croce Marino per scendere in val Palot e poi di nuovo a Pisogne.



CICLOVIA DELL'OGLIO
Grazie a D.M.O. Valle Camonica, la Valle dei Segni, e-mail: dmc.valledeisegni@roncalliviaggi.it
La partenza della Ciclovia del fiume Oglio è al passo del Tonale (confine tra Lombardia e Trentino Alto Adige), a 1883 metri di quota, circondati dai ghiacciai del Gruppo dell’Adamello, da qui si pedala verso sud attraverso i boschi ed i borghi del Parco dell’Adamello e della Valle Camonica fino alle suggestive sponde del Lago d’Iseo.
Abbandonato il Lago d’Iseo, il percorso ciclabile attraversa i pregiati vigneti della Franciacorta – la patria delle bollicine – e le sue verdi colline che dolcemente degradano verso il Parco dell’Oglio Nord e Parco Oglio Sud.
Qui la Ciclovia del Fiume Oglio giunge nel suo tratto pianeggiante, nel cuore delle aree agricole della Pianura Padana.
In questo tratto si scoprono nuovi ambienti e paesaggi: lungo gli itinerari ciclabili lungo gli argini del Fiume, i grandi coltivi si alternano ai boschi ripariali popolati da aironi e rare specie di insetti.
Dopo un percorso di circa duecentottanta chilometri, il fiume Oglio e la sua ciclovia terminano il loro corso: l’Oglio si immette nel fiume Po, la ciclovia, invece, conclude in grande stile attraversando il Ponte di Barche di San Matteo delle Chiaviche, uno degli ultimi ponti di barche ancora presenti in Italia.
scarica il tracciato GPS (formato compresso .rar)


PASSO DEI TRE TERMINI
Il passo dei Tre Termini unisce la val Camonica, o meglio il bacino del lago d'Iseo, alla val Trompia. I due versanti più "canonici" quindi sono quello che parte da Iseo, davvero pedalabile su pendenze che oscillano tra il facilissimo ed il medio, e quello che parte da Ponte Zanano, frazione di Sarezzo, che è anch'esso molto pedalabile pur se scomponibile in due settori: fino al km 4 le pendenze sono modeste, successivamente, in particolare dopo il bivio per Brione, si sale con più decisione pur senza incontrare grandi difficoltà.
In questo link l'altimetria da Ponte Zanano (clic) ed in questo quella da Iseo (clic), grazie a www.salite.ch
Ma si può scollinare questo valico anche percorrendo altre tre strade, più affascinanti.
Due partono da sud e transitano da alcune delle tante frazioni di Polaveno prima di immettersi sul versante triumplino del passo. Si può partire da Ome per arrivare in sette chilometri al bivio, una salita che concentra i 350 metri di dislivello nei primi quattro chilometri (l'inizio è durissimo!) e poi prosegue in saliscendi fino alla breve ma intensa discesa fino al bivio (clicca per l'altimetria di questa variante, fino a San Giovanni di Polaveno dove inizia la discesa fino al bivio del versante triumplino del passo). Oppure si può partire da Gussago e risalire fino a Brione dove inizia un bel saliscendi tra boschi e borghi prealpini prima di arrivare a San Giovanni (frazione di Polaveno) e scendere al citato bivio.
Dal bivio a valle di San Giovanni si affrontano i tre chilometri più duri del versante triumplino del passo Tre Termini (clicca per l'altimetria della salita da Gussago al passo Tre Termini).
L'ultima variante, la quinta, è quella più dura e più panoramica.
Si parte da Sulzano (o da Sale Marasino) sulle rive del lago d'Iseo. Si affrontano pendenze davvero durissime per i primi quattro chilometri passando per Tassano e Martignago: solo l'incantevole vista sul lago d'Iseo può distrarre da una fatica incredibilmente intensa. Giunti in località Nistisino si rifiata per qualche centinaio di metri prima di tornare a salire, immersi nei boschi, su pendenze non comparabili a quanto già affrontato.
Al km 8.3 si raggiunge un valico, dove corre il confine tra i comuni di Polaveno e Sulzano, e si affrontano meno di tre chilometri di discesa in direzione di Polaveno. Ci si immette dunque sul tratto finale della salita ai Tre Termini: al passo mancano solo seicento metri, facili.
Volendo si può mettere in circuito questa salita con la discesa su Iseo, rientrando a Sulzano lungo la pista ciclabile del lago.
Clicca per l'altimetria della salita da Sulzano a Nistisino ed oltre, fino al confine tra i comuni di Polaveno e Sulzano.
Una mappa d'insieme delle varie vie di salita, grazie a Kompass

 

PASSO CROCE DOMINI
Il passo Croce Domini si trova a circa 1900 metri di quota, tra il bacino del lago d'Idro e quello del bacino del lago d'Iseo. Si tratta di una zona poco nota ed altrettanto poco frequentata. Il passo è però un ottimo terreno per una salita impegnativa e stimolante, immersa nelle propaggini meridionali del gruppo dell'Adamello.
Ventuno chilometri di salita severa con pendenze medie per chilometro sempre sostenute, che divengono forti (intorno al 7-8%) appena prima (km 8-11) ed appena passata la metà della salita, tra il km 14 ed il km 18.
La partenza da Breno, 346 mslm, è subito all'insegna della fatica e le pendenze non daranno molta tregua se non per sporadici tratti.
All'arrivo è possibile proseguire oltre sino ai 1939 metri del Goletto di Cadino (solo 1 km) ed eventualmente continuare per una leggera salita sterrata di qualche chilometro (Dosso del Gallo) per poi scendere sino alla Val Trompia o al lago d'Idro, attraverso il passo del Baremone (necessaria una mountain bike o una gravel). Però c'è da ritornare a Breno...
Altimetria da Breno: www.salite.ch/croce7.asp
Altimetria da Bagolino, in val Sabbia/lago d'Idro: www.salite.ch/croce6.asp



MONTECAMPIONE
Venti chilometri di salita e 1500 metri di dislivello: un tratto dove rifiatare lungo quasi tre chilometri e pendenze più o meno costanti salvo un tratto centrale. La salita a Montecampione, la località dove Brescia volle inseguire il sogno di una propria Sestriere, è un bel test, una salita tutt'altro che banale dove il Giro d'Italia arrivò nel 2014 celebrando il trionfo di Fabio Aru. Il sardo, però, non scalfì la maglia rosa di Rigoberto Uran che, invece, crollò il giorno successivo lasciando il simbolo del primato ad un altro colombiano, Nairo Quintana, che poi vinse. Aru concluse terzo, dietro proprio ad Uran.
Nel 1998, invece, su questa strada si sfidarono Marco Pantani e Pavel Tonkov. Lo scalatore romagnolo staccò il russo che su questa salita, vedendo incrementare il distacco da Pantani, già in maglia rosa, perse il giro. Nel 1982, invece, trionfò Bernard Hinault che poi vinse anche il Giro mantenendo la maglia rosa riconquistata proprio nella tappa di Montecampione.
Le pendenze medie, chilometro per chilometro, sono tutto sommato costanti dall'inizio alla fine fatti salvi i tre chilometri dal km 11 al km 14 quando il dato medio scende per effetto di falsopiani ed anche discese non troppo brevi. Il finale, superato l'abitato di Montecampione (a 1200 metri), è leggermente più duro, la media si avvicina, chilometro per chilometro, al 9%.
Fino all'abitato di Montecampione (località Alpiaz) si incontrano diversi centri abitati e punti d'appoggio, piccole frazioni. Poco dopo l'arrivo si nota una pittoresca chiesetta in stile romanico: spicca più evidente durante la discesa. Oltre, invece, ci sarà solo la Baita dello Sciatore, a circa tre chilometri dalla vetta. Il fondo stradale, nell'ottobre 2020, risulta letteralmente disastroso negli ultimi sei chilometri con buche, pietre e tratti più o meno franati. 
Il panorama risulta più interessante durante la salita, tra radure e boschi di latifoglie, che all'arrivo dove fanno bella mostra di sé alcuni ingombranti residenze.
La discesa risulta lenta nella prima parte per effetto di un fondo stradale molto insidioso, più veloce nella parte più bassa anche se è necessario prestare attenzione alle curve cieche ed alla possibile presenza di foglie sull'asfalto (il bosco di latifoglie è davvero fitto!).
L'ascesa a Montecampione: dettagli altimetrici
A località Alpiaz si arriva anche salendo da Artogne, con un tracciato più sconnesso e caratterizzato sia da meno traffico sia da una sede stradale più stretta: altimetria da Artogne ad Alpiaz
Nella mappa Kompass, evidenziato a destra il punto di arrivo e, con tre frecce, le due vie di salita ed il tratto dal paese alla fine dell'ascesa.



PASSI OROBICI
Chi ha "fame" di passi trova pane per i suoi denti nella montagna bergamasca: la partenza di questo percorso circolare, però, è meglio fissarla in valle Camonica, tra il lago d'Iseo e l'alta valle.
Partendo da Rogno o Malegno si ha la possibilità di disegnare due anelli molto ambiziosi e l'ulteriore chance di concatenare questi due anelli in un "otto" davvero impegnativo.
Supponendo di porre la propria base a Rogno, in val Camonica, ci si riscalda per sedici chilometri fino a Malegno (attenzione a non finire sulla superstrada, seguire sempre la vecchia provinciale). A partire da questo paese, frazione di Cividate Camuno (nota per le sue iscrizioni rupestri) si affrontano le docili rampe della Croce di Salven, un valico che impegna moderatamente ma concede anche diversi tratti di respiro. Misura quindici chilometri e colma un dislivello di circa 800 metri.
In discesa verso la val di Scalve (attenzione: il versante bergamasco è ben più angusto di quello bresciano e la strada è parecchio dissestata nonostante alcune asfaltature nel 2019) si può optare per:
- pronta risalita verso il passo della Presolana che propone pendenze di tutto rispetto con punte oltre il 15%. La salita dura otto chilometri e supera un dislivello di 550 metri. Dal passo si prosegue poi in discesa verso Clusone e poi in falsopiano verso il lago d'Iseo. Picchiata su Lovere, passerella sulle rive del Sebino e rientro a Rogno (totale: 84 km e circa 1400 metri di dislivello).
- un'alternativa, da Dezzo di Scalve (750 mslm), è lanciarsi alla conquista del passo Vivione (1828 mslm): mille metri abbondanti di dislivello e poco più di ventuno chilometri per questa ascesa. Severi i primi tre chilometri poi un tratto di relativo relax passando tra i paesi dell'alta val di Scalve (su tutti, Schilpario) e poi di nuovo dura salita, su una sede stradale che andando avanti si fa davvero ridotta. Dopo aver pedalato per diversi chilometri nel bosco, il tratto finale si svolge in campo aperto e regala affascinanti panorami sulle Orobie bergamasche. Stretta è anche la discesa in val Camonica (20 km) fino a Forno Allione dove, badando a non imboccare la superstrada ma a mantenersi sulla vecchia provinciale, si inizia a scendere, in falsopiano, per fare rientro a Malegno. Da Forno Allione a Malegno i chilometri sono sedici ed ulteriori tredici ne mancano per arrivare a Rogno. Chi sceglie questo anello, volendo, può partire direttamente da Malegno evitando i 13+13 km del tratto Rogno - Malegno, non gratificanti.
I due percorsi circolari possono essere concatenati da chi è veramente allenato: oltre 3300 metri di dislivello e più di 160 km per il percorso Rogno - Malegno - Croce di Salven - Dezzo di Scalve - passo Vivione - Cedegolo - Malegno - ripetizione del Croce di Salven - Dezzo di Scalve - passo della Presolana - Clusone - Lovere - Rogno.
La vicinanza alla pianura e le quote non eccessive consentono - con l'eccezione del passo Vivione, chiuso per diversi mesi all'anno - di programmare questo percorso anche ad inizio stagione, quando i panorami si presentano spesso ancora innevati! (marzo 2013 nelle foto della gallery ad inizio pagina)
Verificare l'apertura del passo Vivione, chiuso nelle estati 2019 e 2020.
Nei dettagli:
- altimetria della Croce di Salven, da Cogno
passo Vivione, versante bresciano: dettagli altimetrici
Nella cartografia Kompass, una visione d'insieme: della salita alla Croce di Salven seguita dal giro della Presolana (clic) e della salita alla Croce di Salven seguita dall'ascesa al passo del Vivione con ritorno lungo la vecchia strada della val Camonica (clic).


Il lago d'Iseo su www.cicloweb.net:
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- la guida al lago d'Iseo ed a Montisola

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