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Sulle rive del Lago d'Idro (immagine dell'ufficio turistico locale)
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Sui sentieri della val Sabbia (immagine dell'ufficio turistico locale)
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Anfo, salendo al Baremone
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Scendendo da passo Baremone ad Anfo
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Blumone salendo al passo Croce Domini
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Rampe del Croce Domini (scorri la gallery!)
Lombardia

Lago d'Idro

Ai confini tra due regioni, un piccolo "fiordo" incastonato tra scoscese pareti: il Lago d'Idro, quinto tra i laghi lombardi per dimensione, nasce dove il Chiese rallenta il suo impetuoso corso e si adagia in una piana lunga circa quindici chilometri e mai più larga di tre.
Dai numerosi paesi del lago partono diverse escursioni che conducono in luoghi di grande fascino panoramico o di importante valenza storica: sulle montagne, diversi forti rimandano a sanguinose battaglie.
A monte del lago, in Trentino, diverse località offrono possibilità di soggiorni ed escursioni nel parco dell'Adamello mentre a sud del lago la valle Sabbia regala numerose valli laterali in cui addentrarsi curiosi.
Alcuni itinerari sono tratti dal sito del Consorzio Turistico Valle del Chiese (clicca)
Tre itinerari, segnalati, si snodano in valle Sabbia, nel territorio dell'alto corso bresciano del fiume Chiese.
 

MONTE STINO
Raggiungere Capovalle da Idro è una salita impegnativa (10 chilometri per 700 metri di dislivello) ma pedalabile. Attenzione alla galleria poco dopo il lago: è necessario portare con sè un faretto anteriore ed uno posteriore per essere visti.
Da Capovalle si può attaccare la salita verso il Monte Stino (circa 400 metri di dislivello ulteriore): breve ma sempre intensa ed a tratti veramente ripida.
La località raggiunta offre la possibilità di visitare una chiesetta degli Alpini ed il Museo dei reperti bellici della Prima Guerra Mondiale.
I chilometri percorsi, una volta tornati a Capovalle, saranno dieci.
Evitare le ore centrali della giornata è una scelta opportuna in quanto in tali ore si rischierebbe di pedalare con il sole sul collo.
E' un itinerario per mtb se si sale a monte Stino, per bici da strada nella sola salita tra Idro e Capovalle.
Clicca ed apri in pop-pu una pagina del sito www.salite.ch per il profilo altimetrico


PICCOLI BORGHI DI MONTAGNA
Da Idro si scende verso Brescia pedalando a fianco di scoscese pendici di monti fino a Lavenone dove si devia per Presegno (in cima al rettilineo in salita).
La strada sale a fianco del torrente Abbioccolo fino a raggiungere, tra pendenze varie, i 1000 mslm di Presegno.
Tappa successiva è Bisenzio oltre il quale si sale ulteriormente fino ad una pozza d'acqua sulla destra della strada e dove incomincia la discesa che attraverso Onodegno (proseguire diritto) porta sino a Vestone, da dove si risale a Idro lungo la SS237 del Caffaro.
Variante è la salita di Casto (411 mslm), da imboccare a Vestone, che porta a Briale e poi (bivio a dx) a Mura (691 mslm), un interessante paesino dove aveva sede la Pieve di Savallo. Si prosegue attraverso boschi di faggi in saliscendi sino a Pertica Alta (nome che deriva dall'unità di misura in uso sotto la dominazione veneta).
Salita ancora per giungere ad Odeno (925 mslm) e poi discesa su Vestone da cui si rientra a Idro lungo la statale 237 del Caffaro. Difficoltà medio alta.
Questo itinerario è per mountain bike.


CAPOVALLE E VALVESTINO
Questa strada è poco frequentata e, dato il clima temperato, si può percorrere da maggio ad ottobre, spesso anche ad aprile e novembre. Idro, a quota 385 mslm, è il punto di partenza prescelto e da questo paese si raggiunge Capovalle (frazione Vico) dopo una decina di chilometri di impegnativa e costante salita (come per il precedente itinerario verso il monte Stino)
Un'attenzione particolare va prestata all'inizio della salita quando la strada entra in galleria per circa 450 metri.
Se questa salita risulta insufficiente a soddisfare la "fame di salite" si può proseguire e scendere fino al bacino artificiale di Valvestino (a 503 mslm, km 7) oppure tornare indietro per pochi chilometri e risalire verso passo Cavallino della Fobbia (1080 mslm) per poi scendere in picchiata verso Vobarno o Treviso Bresciano e tornare ad Idro lungo la statale del Caffaro. Questa salita, pur breve, è irregolare quanto severa: un test molto impegnativo su un fondo molto sconnesso!
Un'altra idea può essere scendere fino al bacino di Valvestino (località Bollone osteria) e rientrare percorrendo la variante di Turano.
Per bici da strada.


TRA I MONTI DEL LAGO DI GARDA E DEL LAGO D'IDRO
Partenza in quota: da Capovalle si scende verso Moerna e poi in piano in direzione di Persone. In questo centro abitato ha origine il tracciato sterrato (prima in salita poi in discesa) che conduce al Ponte Franato (km 10.5, 900 mslm) attraversando località Premaus.
La direzione, comunque sempre facilmente intuibile, è indicata anche da alcune frecce in legno. Si arriva in salita a località Pilaster (1271 mslm) e si prosegue verso Costa: il percorso è in saliscendi fino a diventare sostanzialmente pianeggiante.
Successivamente si riprende a salire su fondo molto sconnesso giungendo al passo Puria, punto più alto del percorso (1400 mslm circa, km 20).
Discesa per diversi chilometri oltrepassando passo Scarpapè, passo d'Ere e passo della Colomba sino a giungere alla Bocca Paolone: un trivio a mille metri di quota e privo di indicazioni (è l'unico incrocio lungo il percorso, ma ci vuole attenzione per individuarlo, soprattutto se si transita in velocità).
A Bocca Paolone (km 28) si abbandona lo sterrato principale deviando a destra in piano. Duecento metri di tratto pianeggiante ed incomincia una lieve salita che precede una nuova e ragguardevole discesa tecnica con qualche tornante cementato.
Si giunge in una stretta valle dove la strada spiana e corre parallela al torrente Droanello. Improvvisamente la strada si congiunge con la provinciale che corre da Valvestino a Capovalle.
Mancano sette chilometri per terminare il difficile, quanto gratificante, percorso: in totale sono 42, di cui solo 12 asfaltati. Percorso, dunque, per mtb.


PASSO CAVALLINO DELLA FOBBIA
Queste pendici montuose, come altre localià delle Prealpi bresciane, sembrano una sorta di oasi lontana dall'operosa ma impattante attività industriale ed artigianale della bassa val Sabbia.
Treviso Bresciano ed il successivo passo del Cavallino della Fobbia si raggiungono da due vie: una di queste s'imbocca lungo la strada che sale da Idro a Capovalle: meno di cinque chilometri dal bivio ma davvero faticosi. Il fondo è molto sconnesso, le pendenze variabili ma a tratti molto severe.
Nei pressi del passo si può salire sino alla chiesetta degli Alpini o al Santuario Rio Secco, già verso Capovalle.
Salita molto impegnativa, su strada sconnessa, come detto.
Dissestata anche la salita da Vobarno passando per Eno, più lunga ed assolata. I chilometri da Vobarno sono tredici ma gran parte degli ottocento metri di dislivello si colmano negli ultimi sei chilometri. L'altimetria grazie a www.salite.ch


TRA I LAGHI
Itinerario molto lungo (120 chilometri) ed impegnativo, ma estremamente affascinante in quanto passa per la gola che porta in val di Ledro, percorre tutta la bella valle di Ledro, scende e costeggia il Garda e rientra attraverso Valvestino dove si trova un bel lago artificiale, molto simile ad un fiordo norvegese.
Da Idro (385 mslm) si costeggia il lago per tredici chilometri di saliscendi fino a giungere a Lodrone: in sei chilometri si è a Storo (409 mslm), paese dove finiscono i saliscendi ed incomincia la salita vera.
La salita è lunga dieci chilometri anche se le pendenze più impegnative sono concentrate nei primi quattro chilometri. Al passo d'Ampola (km 0, 770 mslm) si scollina e si incomincia a percorrere la bella valle di Ledro: al km 5 si incontra Tiarno, al km 8 Bezzecca, paese dove Garibaldi su ordine del Re d'Italia rinunciò alle schermaglie con gli Austriaci (il famoso "Obbedisco"), al km 14.5 si è a Molina di Ledro (il lago si può costeggiare anche a destra, su strade poco frequentate) dove incomincia la discesa più seria (attenzione alle gallerie) lungo la vecchia strada del Ponale (sterrata), oggi una pista ciclopedonale a seguito dell'apertura della galleria Riva-Biacesa.
Riva (79 metri) è raggiunta al chilometro 25.
Incomincia ora la Gardesana, la strada che lambisce il lago e che si percorre sulla sponda orientale per circa 35 chilometri sino a Torri del Benaco.
Attenzione: la sponda bresciana tra Riva e Gargnano è caratterizzata da numerose gallerie, molte delle quali sono davvero buie. L'itinerario proposto si sposta sulla sponda veneta sia per sfiorare i luoghi più incantevoli del lago di Garda sia per evitare tale tratto insidioso.
A Torri si può prendere il traghetto che porta a Maderno, sulla sponda bresciana.
Da Maderno si risale lungo la Gardesana occidentale in direzione di Gargnano (km 8) dove si gira a sinistra per Capovalle, senza aver incontrato nessuna delle gallerie che invece si susseguono - come detto - a monte di Gargnano.
La salita è molto panoramica e non troppo dura: conduce sino a Navazzo (500 mslm, km 8) dove si scende per qualche chilometro prima di incontrare il lago di Valvestino (tredici chilometri da Navazzo alla fine del lago) e riprendere di nuovo a salire per gli ultimi quattro chilometri che portano a Capovalle (1000 mslm), piccolo paese da cui in dodici chilometri di veloce discesa si è ad Idro. Attenzione alla galleria poco prima di arrivare ad Idro.
 

PICCOLE DOLOMITI, in val Sabbia
Sono la Corna di Zeno, la cima Melghè e la Corna Blacca le cime denominate Piccole Dolomiti. Si parte da Lavenone (metri 385) in direzione di Presegno: strada facendo si incontrano alcuni pregevoli affreschi ed un ponte sull'Abbioccolo di origine romana.
Seguendo le indicazioni si raggiunge Vaiale (km 8, 700 mslm): alla sinistra della locanda si diparte una mulattiera ripida da seguire senza lasciarsi ingannare dalle diramazioni che conducono ai vari fienili. La ripida salita piega a sinistra e dopo alcuni chilometri porta alla malga Gardo, proprio sotto la Corna Blacca.
Il paesaggio è spettacolare, tipico dell'alta montagna: dalla malga la stradina diviene un sentiero che spesso costringe a scendere dalla bici. Transitati nei pressi di Presegno si accede al passo Croce (km 13.5, 1300 mslm), punto di collegamento tra la valle dell'Abbioccolo e le Pertiche.
Inizia la discesa, prima su sentiero poi su strada, che conduce a Paghera, Ono Degno (km 17.5, 770 mslm) e poi la frazione Beata Vergine.
Clicca ed apri la mappa
Qui dopo il lavatoio pubblico ci si dirige verso Levrange (570 mslm, km 21): questo borgo è stato fatto scivolare a valle da una frana negli anni '60 ed è patria degli intagliatori del legno, i boscai.
Si scende per duecento metri attraverso Levrange: in corrispondenza di un tornante destro si nota una stradina stretta ed asfaltata che incrocia la strada principale nei pressi di una casa. Si imbocca questa stradina: salita erta, poi un bivio dove si segue l'asfalto sulla sinistra, ancora in salita.
Il tratto successivo eleva sino a circa 1000 metri la quota in un paio di chilometri: poi la strada spiana.
Mantenendo la direzione principale si riprende in breve a salire finchè la traccia si fa sterrata: ci si addentra nel bosco.
Si avanza sempre salendo fino a scorgere in lontananza una strada che sale dal fondovalle. La nuova traccia è la rotabile che sale da Ono Degno: all'incrocio si va verso destra percorrendo due tornanti in salita per portarsi in una valletta. Sulla parte opposta la strada si porta in cima ad un passo (km 27, 1050 mslm): è ora di scendere verso Bisenzio, Presegno e giungere infine a Lavenone.
In tutto il percorso misura quaranta chilometri, sterrati all'80%. Il dislivello è di 1500 metri, difficoltà medio alta.
 

PREALBA, in val Sabbia
Itinerario breve, ma impegnativo e vario: i chilometri sono ventitrè ed il dislivello è di 800 metri.
Si parte da Agnosine (500 mslm) dove, nei pressi dell'ufficio postale, si imbocca una vecchia mulattiera che si diparte a sinistra della prima curva della circonvallazione. La salita non è difficile e conduce al Funtani, sorgente famosa nella zona.
La mulattiera diventa più irta e dopo un chilometro incontra la statale: si volta a sinistra e poi ancora a sinistra, verso Casale. Si attraversa questo borgo (km 2, 680 mslm)e, toccata una fontana recante l'indicazione dell'anno di costruzione, 1636, si risale lungo la sovrastante provinciale da imboccarsi a sinistra.
Dopo qualche galleria e qualche ponte si transita a fianco della chiesa del passo del Cavallo e si scende sino ad un'area di servizio. Dopo una ventina di metri si sale per una strada cementata, una salita vertiginosa.
La strada è sterrata dopo un chilometro: circa tre chilometri molto ripidi con fondo ghiaioso separano dal passo della Brocca. Il panorama è sulla Valgobba e nei pressi si trova una Cappella dedicata a due giovani partigiani vittime del regime fascista.
Il sentiero si dirama proprio accanto alla cappella: lo si segue percorrendo alcune centinaia di metri bici in spalla salendo sino alla vetta (1250 mslm, km 11.5). Si scende ancora a piedi, ma per poco: in bici si arriva al caricatore di San Vigilio, chiesetta poco più in alto del sentiero.
Si scende in picchiata alla piana di Lò e poi a Pieve di Bione (km 18, 630 mslm): alla prima casa del paese si gira a destra lungo la mulattiera fino alla località Salto.
La strada si slarga e si accosta ad un torrente: si vede sull'altra riva una salita. Si guada allora il corso d'acqua e si sale lungo la mulattiera. Si giunge ad un bivio dove si prende a sinistra verso Sant'Andrea, frazione di Agnosine.
Da qui si entra in Agnosine.
 

MONTE DUSONE, in val Sabbia
Un itinerario da 1220 metri di dislivello distribuiti su trentotto km di percorso attraverso i due versanti della valle solcata dal fiume Chiese: attraverso i vari paesi della val Sabbia si giunge verso la cima del Monte Besume, punto panoramico.
Il percorso è diviso pressochè a metà tra sterrato ed asfalto.
Si parte da Odolo (380 mslm)percorrendo la statale del Caffaro che sale a Preseglie e poi scende a Barghe.
Si prosegue deviando a destra per Provaglio Valle Sabbia, una salita lunga e regolare. Si sale attraversando Provaglio di Sotto (km 11, 550 mslm) per giungere alla frazione alta, a circa 800 metri di quota.
Nell'abitato si nota una deviazione indicata da una chiara freccia gialla con la scritta nera che porta la dicitura LA LAF.
Si segue tale indicazione su una nuova traccia cementata.
Dopo qualche decina di metri si presenta un bivio, con una salita frontale ed una deviazione laterale che entra in piano. Si sceglie quest'ultima direzione sulla traccia che sovrasta l'abitato di Arveaco.
Il primo tratto non è severissimo, ma dopo circa 500 metri la salita comincia a delinearsi. La strada cementata aumenta sempre la pendenza e con un ultimo deciso strappo giunge in un pianoro erboso caratterizzato da tre cascinali.
Sulla sinistra, alzando lo sguardo, si nota la cima del Monte Besume, sede di una chiesetta alpina. Si prosegue lungo l'unica traccia percorribile, che si restringe sino a diventare un sentiero, in salita.
I loghi tricolori marcano la traccia, che a volte costringe a scendere dalla bici. Un breve tratto non ciclabile e poi si arriva ad una chiesetta edificata in onore della Resistenza Partigiana.
La cima è molto vicina (km 16, 1050 mslm), e può essere raggiunta a piedi per poter ammirare il panorama. Si prosegue lungo il sentiero piano che entra nel bosco accanto alla cappella lignea.
Si dovrà proseguire pedalando in piano per un breve tratto evitando una prima deviazione che scende a sinistra ed imboccando la seconda che si trova sul percorso, proseguendo per poche centinaia di metri sino ad uscire dal bosco e poi, scendendo per il pendio erboso, fino al passo sottostante.
Il sentiero si fa più largo: proseguendo sul versante opposto si sale seguendo ancora i loghi tricolore. Si raggiunge un capanno di caccia, lo si lascia a sinistra e si scende per il pendio sottostante dove il sentiero si fa più accidentato rendendo la marcia in sella poco consigliabile.
Si mantiene la traccia entrando in un castagneto e sbucando su una strada sterrata, nei pressi di una casa.
Si scende ancora sulla strada, a destra, e dopo qualche decina di metri si devia sulla strada laterale che entra a destra su un dosso prativo molto esteso.
La direzione è l'unica e la strada sale attraverso il Dosso dell'Ora.
Scendendo per il dosso si confluisce sulla strada principale che andrà percorsa sempre a destra in discesa. La bella discesa conduce in circa 1.5 km alla frazione di Carvanno (km 20, 600 mslm) dove ricompare l'asfalto.
Si prosegue in discesa per qualche chilometro fino a Vobarno dove raggiunto l'unico semaforo si attraversa la strada passando per il ponte vecchio.
Subito oltre si devia a destra percorrendo la via che conduce sulla vecchia rotabile di congiunzione con Clibbio, tutta sterrata.
In tre chilometri si è al Ponte di Clibbio.
Qui si entra nell'abitato. Giunti nella piazzetta principale si prosegue a destra: la strada, asfaltata, si eleva e dopo circa 200 metri diviene cementata.
Si continua a salire per quasi un chilometro fino al monte Casto, dove la strada spiana ed inizia ad abbassarsi.
In breve si arriva alle cave di marmo di Sabbio Chiese dove la traccia si fa larga e pianeggiante.
Dalle cave in leggera salita si pedala per circa quattro chilometri lungo la strada asfaltata che porta ad Odolo.
 

TRE PASSI
Da Valle Dorizzo (1200 mslm) si sale lungo la strada asfaltata sino alla località Gaver (4.5 km, 1500 mslm) nei pressi degli impianti di risalita. Dietro un bar nei pressi di un albergo (Blumone) si trova una strada sterrata che sale verso la malga Bruffione (km 10, mslm 1900). Lo sterrato non è durissimo e si presenta ampio.
Nei pressi dello slargo in corrispondenza della malga si mantiene la sinistra costeggiando la costruzione dove trovano ricovero gli animali.
Ha inizio una traccia costruita durante la Prima Guerra Mondiale che porta sino al passo di Bruffione (2200 mslm, km 12.7). I tornanti sono ampi e regolari, quasi tutti ciclabili (esiste però qualche breve tratto franato).
Al passo si prosegue a destra percorrendo un sentiero in leggera salita giungendo in breve al passo Brealone (km 15), dove il tracciato si porta dietro il costone che domina i laghetti di Bruffione.
Si scende leggermente per qualche decina di metri imboccando un sentiero verso destra: anche in questo tratto la mulattiera militare ha ben assorbito il passare degli anni.
L'unico momento non ciclabile si ha nella salita che si deve fare per oltrepassare la montagna: ripreso a pedalare si giunge a passo Cornelle (km 18.5) da dove si ritorna a malga Bruffione (strada sconnessa ma percorribile).
Lungo la via dell'andata si rientra a Valle Dorizzo: in totale trentuno chilometri, sterrati al 60%.

 

FORTE DI CIMA ORA
Da Anfo un itinerario che misura in totale ventisette chilometri e che porta al forte di Cima Ora. Difficile, per mountain bike.
Si segue la strada che dalla statale del Caffaro prende a sinistra in direzione di passo Maniva appena a monte dell'abitato.
La sola conquista del passo Baremone è possibile anche in bici da corsa: pendenze severe e regolari, senza tratti dove rifiatare, caratterizzano un'ascesa poco nota ma davvero impegnativa.
Cliccando qui: www.salite.ch si osserva l'altimetria del valico.
Solo in mtb si arriva al forte di Cima Ora.
La salita si può dividere in tre tratti sostanzialemte di uguale lunghezza: il primo corre nei pressi del torrente Re e si presenta abbastanza tortuoso, più lineare il secondo tratto che sale con costanza prima dell'ultimo tratto di salita che colma quattrocento metri di dislivello con una serie di tornanti.
La salita misura dunque tredici chilometri e, faticosa, offre panorami sul lago e scorci sulla natura selvaggia delle valli attraversate. Da segnalare il santuario di Santa Petronilla costeggiato nella prima parte della salita e lo stesso forte di Cima Ora, meta dell'escursione, ubicato in una strategica posizione a dominio delle valli sottostanti.
La salita al passo Baremone, se affrontata in mtb, può costituire parte di un lungo itinerario circolare attraverso passo Maniva e passo Croce Domini.

 

BOCCA COCCA
Itinerario interessante sui due versanti del lago d'Idro, lago che si domina con scorci spesso ineguagliabili.
Punto baricentro del percorso è Anfo: si pedala in direzione di Ponte Caffaro ed entrati in Trentino si raggiunge Baitoni (km 11), sulla riva opposta dell'Eridio, il nome latino del lago.
Si sale verso Bondone (km 15.5, 700 mslm): la strada è lunga una manciata di chilometri, ampia e tortuosa. Sull'ultimo tornante si nota una scritta su un cartello in legno "strada della Calva", ed è questa la direzione da seguire.
La strada entra nelle valli retrostanti il lago descrivendo delle linee sinuose che riportano alternativamente a sbalzo sul lago o sul fondovalle. La traccia mantiene una pendenza costante ed è sempre ben ciclabile.
Giunge infine su uno spiazzo a circa 1000 metri di quota: si oltrepassa un gruppo di case in direzione sud. La strada diviene sentiero ma sempre ciclabile.
Il percorso diventa ora più "complicato" ma divertente e panoramico: alcuni tratti, sino a Bocca Cocca, diventano impraticabili e costingono a scendere dalla bici.
Giunti a Bocca Cocca (1320 mslm, km 25) si oltrepassa la catena dello Stino fino a confluire in uno sterrato pianeggiante ed ampio.
Si pedala verso destra, senza incertezze, su una strada molto regolare. Si oltrepassa una deviazione sulla destra osservando al di sotto Moerna: la traccia è ottima con lieve pendenza e si congiunge con la traccia che sale da Capovalle al monte Stino.
Raggiunto l'asfalto non rimane che scendere i circa quattordici chilometri che mancano per arrivare ad Idro e poi, tornati sulla statale del Caffaro, fare rientro ad Anfo.
I chilometri sono quarantotto, poco più di venti su sterrato, ed il dislivello cumulato è di circa mille metri.

 

PASSO CROCE DOMINI
Da Anfo (400 mslm) la salita al passo Croce Domini misura trenta chilometri, con un dislivello di oltre 1400 metri.
Anfo è il punto di partenza ideale perchè partendo da questo borgo situato a metà della costa occidentale del lago d'Idro è possibile scaldarsi pedalando in saliscendi per 4.5 km.
Proprio al km 4.5 si incontra il bivio per Bagolino - Croce Domini, caratterizzato da un'enorme rotonda in pendenza: incomincia in questo punto una salita impegnativa ma non difficile di circa sei chilometri che porta progressivamente all'interno della valle del Caffaro.
Bagolino (730 mslm, celebre per la produzione del formaggio bagoss) dista nove chilometri dal bivio del km 4.5: sei chilometri sono di salita, in seguito una veloce discesa di due chilometri porta all'attacco dell'ultimo chilometro di nuova salita verso Bagolino.
Bagolino, km 13.5, si attraversa in falsopiano seguendo le frequenti e chiare indicazioni per il passo: la valle oltre Bagolino si fa più stretta ed il sole, nelle prime ore della mattinata, fatica a farsi largo tra le aspre pareti montuose. Incomincia invece ad affiancarsi alla strada il torrente Caffaro che con i suoi giochi, le sue rapide e le sue cascate accompagna la strada sin oltre Valle Dorizzo, l'ultimo paese della valle.
Oltre Bagolino si sale dunque, con qualche pausa, come detto sino a Valle Dorizzo (1200 mslm, km 21). La valle si fa qui più ampia e soleggiata, la salita continua dolce e pedalabile passando per boschi e pascoli.
Passato Gaver, sede di impianti di risalita, la strada si stringe e si fa decisamente tortuosa restando tuttavia non proibitiva nelle pendenze.
Tornante dopo tornante si arriva al passo Croce Domini ed al suo rifugio, punto dall'eccezionale panorama sulle Alpi Orobie, valtellinesi ed in lontananza elvetiche.
In bici da corsa (salvo si voglia rischiare qualche foratura) si torna sulle proprie tracce, in mtb o gravel si può proseguire verso il Dosso del Gallo (2200 mslm) e poi tornare ad Anfo o scendendo dal passo Maniva a Bagolino oppure passando per il passo Maniva e poi per i passi della Berga, della Spina e Baremone.
Altimetria da Bagolino, grazie a www.salite.ch

 

PASSO MANIVA
Il versante settentrionale del passo Maniva è molto diverso da quello triumplino. Sede stradale stretta, molto sconnessa, quasi tutta all’ombra del bosco e generalmente poco trafficata.
Si sale dal ponte sul Caffaro, appena fuori Bagolino (indicazioni per Collio) e la salita non molla fino al parcheggio del passo: 10.7 km e 900 metri di dislivello. I primi metri sono ben pedalabili poi non appena la strada si addentra nel fitto bosco di latifoglie si inizia a fare sul serio anche se, dopo svariati chilometri di pendenze variabili tra faggi e castagni, il tratto più impegnativo risulterà essere quello finale tra le praterie che circondano il passo.
Nonostante l’ambiente appaia … selvaggio fino all’ultimo chilometro non mancano diverse baite e punti di ristoro. Piacevole il panorama verso le Alpi di Ledro e la valle del Caffaro.
Chi parte con una gravel o una mountain bike può, volendo, proseguire oltre il passo Maniva e raggiungere, su sterrato, il Dosso dei Galli a quota 2188 mslm. Per arrivarci si scende di qualche decina di metri verso Collio per poi risalire per un totale di otto chilometri (la salita, molto diseguale, si concentra nei primi cinque). Da qui, discesa con lunghi tratti sterrati fino al passo Croce Domini (10 km) e poi veloce discesa asfaltata fino a Bagolino (18 km dal Croce Domini al ponte sul Caffaro).
Un’altra idea potrebbe essere quella di proseguire, sempre con gravel o mountain bike, dal passo Maniva al passo Baremone (passando per i passi della Berga e della Spina) e scendere ad Anfo, rientrando poi a Bagolino percorrendo la strada che costeggia il Lago d’Idro e seguendo poi le indicazioni per Bagolino.
Le altimetrie dei due versanti grazie a www.salite.ch:
- da Bagolino (si sale dal ponte sul Caffaro, km 4 nel grafico),
- da Collio


PASSO TREMALZO
Da Storo si sale lungo una ampia strada fino al passo d'Ampola (9 km, ma dislivello concentrato in meno di cinque chilometri).
Prima degli abitati di Tiarno di Sopra e di Sotto si svolta a destra verso il passo del Tremalzo.
In questo primo tratto di salita, con cui si conquista l'Ampola, sono i primi 3.5 i chilometri più duri, appena fuori da Storo si sale con pendenze severe fino ad infilarsi in un profondo canyon che poi, intorno al km 8, si apre improvvisamente: si entra in val di Ledro.
La strada fino all'albergo Garda al passo Tremalzo, imboccata come detto presso il passo d'Ampola, è lunga quindici chilometri e giunge fino a circa 1700 metri di altitudine.
Dall'albergo Garda, come da altri tratti lungo la ascesa al passo, è possibile continuare in percorsi "fuoristrada" per i quali si rimanda alla sezione valle di Ledro ( clic). Soprattutto nel primo e nell'ultimo tratto la strada è molto esposta al sole: è consigliabile percorrerla al mattino ed evitare le ore centrali e del pomeriggio in cui il sole può essere troppo caldo.
Altimetria al passo d'Ampola ed al passo Tremalzo grazie a www.salite.ch

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