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Verso le case di Viso, sopra Ponte di Legno (scorri la gallery!)
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Arrivando al Croce Domini da Breno
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Attorno al passo Croce Domini
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Pedalando verso il Croce Domini
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A passo Gavia
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Inizio stagione al passo Gavia
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Disgelo al passo Gavia
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Sui tornanti del Gavia
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Non è raro pedalare accanto a muri di neve, residui dell'inverno
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Il lago poco a valle del passo, verso la Valfurva
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Lago Bianco, passo Gavia
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Fioriture nei dintorni del passo Gavia
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Fioriture sul versante camuno del Gavia
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Lago Nero, appena sotto gli ultimi tornanti del Gavia
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Sulla strada del Gavia
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Le acque del Lago d'Iseo
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Autunno al Mortirolo
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Autunno al Mortirolo
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Ciclovia dell'Oglio
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Ciclovia dell'Oglio
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Ciclovia dell'Oglio
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Pizzo Camino e dintorni, dal Croce di Salven
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Pizzo Camino e dintorni, dal Croce di Salven
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Lo scenario dell'itinerario Taina, attorno al Tonale
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Mountain bike in val Grande
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Mtb autunnale in val Grande
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Sulla discesa verso Stazzona, dal passo dell'Aprica
Lombardia

Val Camonica

Edolo è il principale centro della media ed alta val Camonica, collocato in un'ampia conca tra il Parco dell'Adamello ed il Parco Nazionale dello Stelvio.
Dal suo centro si pedala verso l'Aprica ed il Mortirolo e si raggiunge in breve tempo l'alta valle. A breve distanza da Edolo si trova Berzo Demo dove parte la salita al passo Vivione.
Ai piedi del Gavia e del Tonale, Vezza d'Oglio e Ponte di Legno sono le basi ideali per affrontare queste ascese ma anche il punto di partenza di numerose escursioni off-road.
La bassa valle, invece, accanto ad una brulicante attività industriale offre comunque qualche spunto per pedalate anche stimolanti: su strada spiccano le salite a Borno, a Monte Campione ed al passo Croce Domini.
Su questo sito: http://www.mtbvalcamonica.it altri itinerari per la mountain bike.
Un'altra collezione di itinerari cliccando sulle pagine di http://www.vallecamonicapaesealbergo.com.


CICLOVIA DELL'OGLIO
Grazie a D.M.O. Valle Camonica, la Valle dei Segniinfo@turismovallecamonica.it (ufficio turistico); info@dmo-vallecamonica.it (ufficio promozione territoriale)
La partenza della Ciclovia del fiume Oglio è al passo del Tonale (confine tra Lombardia e Trentino Alto Adige), a 1883 metri di quota, circondati dai ghiacciai del Gruppo dell’Adamello, da qui si pedala verso sud attraverso i boschi ed i borghi del Parco dell’Adamello (www.parcoadamello.it) e della Valle Camonica fino alle suggestive sponde del Lago d’Iseo.
Abbandonato il Lago d’Iseo, il percorso ciclabile attraversa i pregiati vigneti della Franciacorta – la patria delle bollicine – e le sue verdi colline che dolcemente degradano verso il Parco dell’Oglio Nord e Parco Oglio Sud.
Qui la Ciclovia del Fiume Oglio giunge nel suo tratto pianeggiante, nel cuore delle aree agricole della Pianura Padana.
In questo tratto si scoprono nuovi ambienti e paesaggi: lungo gli itinerari ciclabili lungo gli argini del Fiume, i grandi coltivi si alternano ai boschi ripariali popolati da aironi e rare specie di insetti.
Dopo un percorso di circa duecentottanta chilometri, il fiume Oglio e la sua ciclovia terminano il loro corso: l’Oglio si immette nel fiume Po, la ciclovia, invece, conclude in grande stile attraversando il Ponte di Barche di San Matteo delle Chiaviche, uno degli ultimi ponti di barche ancora presenti in Italia.
scarica il tracciato GPS (formato compresso .rar)

 

La val Camonica è ricca di storia: dalla più antica (qui si trovano le più importanti incisioni rupestri d'Europa, la "rosa camuna" è il simbolo della Regione Lombardia) alla più recente (le tracce della Grande Guerra in alta montagna, i segni della Resistenza al Mortirolo) passando per quella medievale. Appena fuori da Monno, sulla strada vecchia per il Mortirolo, si trova un ponte romano mentre si racconta che l'Imperatore Carlo Magno percorse l'intera vallata durante la sua discesa a Roma.
CICLOVIA KAROLINGIA
Il passaggio di Carlo Magno attraverso le Alpi è un momento storico che più di altri ha dato adito a leggende e tradizioni: sono numerose le località che asseriscono di esser state visitate dall'Imperatore durante la sua discesa a Roma. Si pensi, ad esempio, al valico trentino tra val Rendena e val di Sole, intitolato proprio passo Campo Carlo Magno perchè si racconta, senza basi storiche attendibili, che le truppe e l'Imperatore stesso vi si accamparono durante il viaggio per farsi incoronare dal Papa.
Seguendo tale suggestione, in val Camonica è stato ristrutturato, negli ultimi anni, un percorso che corre dal passo Mortirolo al passo Gavia, o da Monno a Ponte di Legno, e che ricalca le vie sulle quali, secondo manoscritti e tradizione, sarebbe passato Carlo Magno.
Il percorso è marcato con la K, la lettera con la quale l'Imperatore firmava i documenti ufficiali. Storia e leggenda si fondono nel raccontare che Carlo Magno, accompagnato da sette vescovi, sconfisse i signori locali convertendo la popolazione al Cattolicesimo e fondando diverse chiese tra cui San Brizio a Monno, i Santi Michele e Giorgio a Davena, San Clemente a Vezza d'Oglio, Sant'Alessandro a Vione e la Santissima Trinità a Ponte di Legno.
Appena fuori Monno si pedala (o cammina) in saliscendi fino a raggiungere Vezza d'Oglio e la sua val Grande, la porta del Parco Nazionale dello Stelvio, che si risale solo parzialmente. In saliscendi ci si porta sull'altro versante fino alla chiesa di san Clemente e poi si passa per Vione, Lecanù e Villa Dalegno fino a raggiungere Ponte di Legno.
Chi preferisce gli itinerari circolari può scendere a valle seguendo la ciclabile dell'Oglio.
 

PASSI OROBICI
Chi ha "fame" di passi trova pane per i suoi denti nella montagna bergamasca: la partenza di questo percorso circolare, però, è meglio fissarla in valle Camonica, tra il lago d'Iseo e l'alta valle.
Partendo da Rogno, Malegno o da Cedegolo si ha la possibilità di disegnare due anelli molto ambiziosi e l'ulteriore chance di concatenare questi due anelli in un "otto" davvero impegnativo.
Supponendo di porre la propria base a Rogno, in val Camonica, ci si riscalda per sedici chilometri fino a Malegno (attenzione a non finire sulla superstrada, seguire sempre la vecchia provinciale). A partire da questo paese, frazione di Cividate Camuno (nota per le sue iscrizioni rupestri) si affrontano le docili rampe della Croce di Salven, un valico che impegna moderatamente ma concede anche diversi tratti di respiro. Misura quindici chilometri e colma un dislivello di circa 800 metri.
In discesa verso la val di Scalve (attenzione: il versante bergamasco è ben più angusto di quello bresciano e la strada è parecchio dissestata nonostante alcune asfaltature nel 2019) si può optare per:
- pronta risalita verso il passo della Presolana che propone pendenze di tutto rispetto con punte oltre il 15%. La salita dura otto chilometri e supera un dislivello di 550 metri. Dal passo si prosegue poi in discesa verso Clusone e poi in falsopiano verso il lago d'Iseo. Picchiata su Lovere, passerella sulle rive del Sebino e rientro a Rogno (totale: 84 km e circa 1400 metri di dislivello).
- un'alternativa, da Dezzo di Scalve (750 mslm), è lanciarsi alla conquista del passo Vivione (1828 mslm): mille metri abbondanti di dislivello e poco più di ventuno chilometri per questa ascesa. Severi i primi tre chilometri poi un tratto di relativo relax passando tra i paesi dell'alta val di Scalve (su tutti, Schilpario) e poi di nuovo dura salita, su una sede stradale che andando avanti si fa davvero ridotta. Dopo aver pedalato per diversi chilometri nel bosco, il tratto finale si svolge in campo aperto e regala affascinanti panorami sulle Orobie bergamasche. Stretta è anche la discesa in val Camonica (20 km) fino a Forno Allione dove, badando a non imboccare la superstrada ma a mantenersi sulla vecchia provinciale, si inizia a scendere, in falsopiano, per fare rientro a Malegno. Da Forno Allione a Malegno i chilometri sono sedici ed ulteriori tredici ne mancano per arrivare a Rogno. Chi sceglie questo anello, volendo, può partire direttamente da Malegno evitando i 13+13 km del tratto Rogno - Malegno, non gratificanti.
I due percorsi circolari possono essere concatenati da chi è veramente allenato: oltre 3300 metri di dislivello e più di 160 km per il percorso Rogno - Malegno - Croce di Salven - Dezzo di Scalve - passo Vivione - Cedegolo - Malegno - ripetizione del Croce di Salven - Dezzo di Scalve - passo della Presolana - Clusone - Lovere - Rogno.
La vicinanza alla pianura e le quote non eccessive consentono - con l'eccezione del passo Vivione, chiuso per diversi mesi all'anno - di programmare questo percorso anche ad inizio stagione, quando i panorami si presentano spesso ancora innevati! (marzo 2013 nelle foto della gallery ad inizio pagina)
Verificare l'apertura del passo Vivione, chiuso nelle estati 2019 e 2020.
Clicca per aprire in pop-up una mappa Kompass del passo Vivione, entrambi i versanti, e del Croce di Salven, entrambi i versanti.
Nei dettagli:
- altimetria della Croce di Salven, da Cogno
passo Vivione, versante bresciano: dettagli altimetrici


MONTECAMPIONE
Venti chilometri di salita e 1500 metri di dislivello: un tratto dove rifiatare lungo quasi tre chilometri e pendenze più o meno costanti salvo un tratto centrale. La salita a Montecampione, la località dove Brescia volle inseguire il sogno di una propria Sestriere, è un bel test, una salita tutt'altro che banale dove il Giro d'Italia arrivò nel 2014 celebrando il trionfo di Fabio Aru. Il sardo, però, non scalfì la maglia rosa di Rigoberto Uran che, invece, crollò il giorno successivo lasciando il simbolo del primato ad un altro colombiano, Nairo Quintana, che poi vinse. Aru concluse terzo, dietro proprio ad Uran.
Nel 1998, invece, su questa strada si sfidarono Marco Pantani e Pavel Tonkov. Lo scalatore romagnolo staccò il russo che su questa salita, vedendo incrementare il distacco da Pantani, già in maglia rosa, perse il giro. Nel 1982, invece, trionfò Bernard Hinault che poi vinse anche il Giro mantenendo la maglia rosa riconquistata proprio nella tappa di Montecampione.
Le pendenze medie, chilometro per chilometro, sono tutto sommato costanti dall'inizio alla fine fatti salvi i tre chilometri dal km 11 al km 14 quando il dato medio scende per effetto di falsopiani ed anche discese non troppo brevi. Il finale, superato l'abitato di Montecampione (a 1200 metri), è leggermente più duro, la media si avvicina, chilometro per chilometro, al 9%.
Fino all'abitato di Montecampione (località Alpiaz) si incontrano diversi centri abitati e punti d'appoggio, piccole frazioni. Poco dopo l'arrivo si nota una pittoresca chiesetta in stile romanico: spicca più evidente durante la discesa. Oltre, invece, ci sarà solo la Baita dello Sciatore, a circa tre chilometri dalla vetta. Il fondo stradale, nell'ottobre 2020, risulta letteralmente disastroso negli ultimi sei chilometri con buche, pietre e tratti più o meno franati. 
Il panorama risulta più interessante durante la salita, tra radure e boschi di latifoglie, che all'arrivo dove fanno bella mostra di sé alcuni ingombranti residenze.
La discesa risulta lenta nella prima parte per effetto di un fondo stradale molto insidioso, più veloce nella parte più bassa anche se è necessario prestare attenzione alle curve cieche ed alla possibile presenza di foglie sull'asfalto (il bosco di latifoglie è davvero fitto!).
L'ascesa a Montecampione: dettagli altimetrici
A località Alpiaz si arriva anche salendo da Artogne, con un tracciato più sconnesso e caratterizzato sia da meno traffico sia da una sede stradale più stretta: altimetria da Artogne ad Alpiaz



PASSO CROCE DOMINI
Il passo Croce Domini si trova a circa 1900 metri di quota, tra il bacino del lago d'Idro e quello del bacino del lago d'Iseo. Si tratta di una zona poco nota ed altrettanto poco frequentata, anche se questo non vale per i motociclisti che purtroppo rombano su queste strade. Il passo è però un ottimo terreno per una salita impegnativa e stimolante, immersa nelle propaggini meridionali del gruppo dell'Adamello.
Ventuno chilometri di salita severa con pendenze medie per chilometro sempre sostenute, che divengono forti (intorno al 7-8%) appena prima (km 8-11) ed appena passata la metà della salita, tra il km 14 ed il km 18.
La partenza da Breno, 346 mslm, è subito all'insegna della fatica e le pendenze non daranno molta tregua se non per sporadici tratti.
All'arrivo - se si pedala su gravel o mountain bike - è possibile proseguire oltre sino ai 1939 metri del Goletto di Cadino (solo 1 km) ed eventualmente continuare per una leggera salita sterrata di qualche chilometro (Dosso del Gallo) per poi scendere sino alla Valtrompia o al lago d'Idro, attraverso il passo del Baremone. Ma per chiudere un itinerario circolare.. c'è da risalire fino al passo.. 1600 metri più in alto delle acque del Lago d'Idro!
Altimetria da Brenowww.salite.ch/croce7.asp
Altimetria da Bagolino, in val Sabbia/lago d'Idro: www.salite.ch/croce6.asp

 

POZZA SAN GLISENTE
E' la salita più dura del mondo? Forse non la più dura ma sicuramente non sfigura nel novero delle ascese (pavimentate) più impegnative del pianeta. Si sale da Esine (via Fiamme Verdi/mulattiera 745) per 8.2 km colmando un dislivello di 1448 metri (dai 297 mslm del punto di partenza ai 1745 dell'arrivo): pendenza media del 17.6% e massima del 35%.
Durissima, tra boschi e radure, con tratti su fondo in pietra, gran parte della pedalata si svolge su un esile strisca d'asfalto dove transitano le ruote dei fuoristrada (cdd "binari").
Praticamente impossibile rimanere sempre in sella o, se si mette il piede a terra, ripartire. I chilometri più duri sono il secondo, il terzo ed il quarto con pendenze medie del 21, 22 e 26%. Quasi umani gli altri: oscillano dal 13 (primo chilometro) al 16 per cento.


PASSO VIVIONE
Salita niente male il passo Vivione.
Nella sua variante "bresciana" la salita inizia a Forno Allione, nei pressi di Cedegolo e Berzo Demo, qualche manciata di chilometri prima di Edolo, porta per i più celebri passi dell'Aprica e del Mortirolo.
La salita al passo Vivione, tuttavia, non ha tanto da invidiare a passi più celebrati: in venti chilometri si guadagnano oltre milletrecento metri di dislivello, passando dai 500 mslm del paese di partenza ai 1828 metri di altitudine del passo.
Si tratta di una classica strada alpina, ombreggiata e - lontana da grandi flussi turistici - tranquilla.
Primo punto intermedio è il paese di Paisco Loveno: si raggiunge dopo 5.3 km e si trova a quota 853 mslm.
E' l'ultimo paese: fino al passo s'incontreranno solo baite isolate e qualche rustica trattoria. Pochi tornanti e pendenze variabili per questa salita che farà penare i meno allenati soprattutto dal km 13 al km 17 e nel penultimo chilometro: le pendenze medie, chilometro su chilometro, s'innalzano fino a sfiorare e talora superare il 10%.
L'altimetria su www.salite.ch


INCUDINE E SAN BRIZIO
Da Edolo si sale a Mù su strada asfaltata, continuando poi per la strada sterrata della Valeriana.
Attraversata la val Finale e arrivati alla periferia di Incudine si taglia a sinistra per i prati, fino a sbucare al ponte dei Pellegrini sul fiume Oglio. Dopo aver attraversato la statale si prosegue fino a superare il ponte sul torrente Oglio-Dorena.
Sorpassata la chiesetta di San Brizio si arriva alla strada asfaltata che porta alla costa e, in discesa si torna ad Edolo.
Il dislivello dell'itinerario è di 250 metri: itinerario di difficoltà media. Per mountain bike.



VERSO VICO E CORTENEDOLO
Tramite la SS39 per l'Aprica, partendo da Edolo si arriva al bivio di Vico dove si affronta una impegnativa salita. Raggiunto il paese si prosegue per l'unica sterrata verso Cortenedolo: si attraversano il paese e poi la statale riprendendo lo sterrato che pianeggiante porta a Lombro. Si ritorna su strada asfaltata attraverso Santicolo e proseguendo si percorre la via del ritorno in discesa fino a Edolo, immersi nel verde di fitti boschi e pianeggianti prati.
Il dislivello dell'itinerario è di 270 metri, l'itinerario è di difficoltà media. Per mtb.



PASSO APRICA
I cinquecento metri di dislivello che dividono Edolo dal passo dell'Aprica non rappresentano uno scoglio significativo. La salita infatti si presenta molto pedalabile ed accessibile anche ai meno allenati. Impegnativi risultano essere solo i primi 3-4 km quando dal centro di Edolo si pedala verso Cortenedolo. Ma superati questi primi chilometri la strada si addolcisce ed alterna tratti in pianura a tratti in falsopiano. La salita - comunque lunga - termina a circa 1200 metri di altitudine, dopo 17 chilometri.
Altimetria da Edolo: www.salite.ch/aprica1.asp
Altimetria dalla Valtellina: www.salite.ch/aprica.asp

 

ITINERARIO MISTO, IN MEDIA VALLE
Percorso di difficoltà media per mtb. Da Edolo passando per Sonico e l'abitato di Rino si raggiunge Garda e successivamente tramite una mulattiera la località Olda.
Tale strada si presenta, nel primo tratto, sconnessa e sassosa e spesso la mountain-bike deve essere spinta. Successivamente il fondo stradale diventa più compatto, si arriva così alla malga Olda di Sonico. A questo punto si discende in località Loa e subito dopo si imbocca una strada sterrata su un tornante che gira a sinistra.
Dopo vari chilometri di saliscendi si attraversa la località di Malonie - Feito fino a raggiungere la strada che porta a Comparte-Zazza. Proseguendo, in salita, si giunge all'incrocio delle 4 strade e si fa ritorno a Edolo passando ancora per Rino e Sonico. Il dislivello dell'itinerario è di 250 metri.


PASSO MORTIROLO
Il passo del Mortirolo è uno dei più duri dell'arco alpino italiano ed è una salita dove anche i prof spesso devono soffrire intensamente.
Da Edolo la salita è solo leggermente più docile rispetto al versante di Mazzo (Valtellina) ma propone quattro chilometri durissimi nel finale ed una pendenza massima del 15%. La media tuttavia è contenuta: 6.7%, anche se in questo dato pesano molto i primi cinque chilometri dove le pendenze non superano mai il 5%. Dal km 5 invece si sale sempre oltre il 6% sino a completare, al km 17.5, la salita.
Da Edolo, 699 mslm, i metri di dislivello con il passo sono 1153.
Altimetria da Edolo (Monno): www.salite.ch/mortirol.asp
Altimetria dalla Valtellina (Mazzo): www.salite.ch/mortirol1.asp


MORTIROLO OFFROAD, DA PONTE DI LEGNO (vedi altimetria)
Mortirolo, un nome reso famoso dalle imprese di Pantani, diventa un fantastico e completo tour off road. L'itinerario si snoda in buona parte tra gli alpeggi della panoramica dorsale a cavallo tra la Valtellina e l'Alta Valle Camonica.
Da Ponte di Legno si scende lungo la pista ciclabile dell’Alta Valle Camonica sino al suo termine, in località Fontanacce a Vezza d’Oglio. Attraversato il ponte sul fiume Oglio, si gira a destra e si percorre la vecchia strada sterrata della Valle Camonica (Via Valeriana – di interesse l’antico ponte del Salto del lupo sul fiume Oglio) fino a Incudine. Continuando sulla SS 42 del Tonale e della Mendola per circa 1,5 Km., si gira a destra al bivio per Monno. Dopo 500 m. di salita si imbocca la sterrata che, inizialmente in discesa, conduce alla chiesetta di S. Brizio e, poi in falsopiano, continua sul bel versante solivo fino ad attraversare i nuclei rurali di Edolo e giungere all’intersezione con il tornante destrorso di una strada asfaltata. Qui ha inizio una lunga salita (circa 9 Km) lungo la bella e poco trafficata strada che, con pendenza regolare, porta agli scenografici prati di Mola. Attraversato l’alpeggio, la strada diventa sterrata e prosegue con bei saliscendi sino a Coren, dove una decisa salita conduce alla frazione Bagno, ottimo punto panoramico sull’ampia conca di Guspessa. La strada sterrata prosegue in falsopiano per altri 4 Km. fino al pittoresco laghetto di Guspessa, ove incrocia la strada, asfaltata ma altrettanto piacevole e panoramica, che da Trivigno porta al Mortirolo. In quest’ultima località i più curiosi, con una breve deviazione di circa 1,5 Km, potranno raggiungere il lago del Mortirolo per una gradevole sosta. Recuperate le energie si prosegue verso est lungo la strada che porta al Pianaccio: da non perdere in questo tratto le fioriture dei rododendri a luglio e dell’erica in settembre; con brevissima deviazione a destra si possono anche visitare le trincee poste alla base Monte Pagano. Ripreso il percorso, dopo poche decine di metri dallo scollinamento si devia a sinistra lungo la strada forestale che conduce alla Malga Val Bighera; qui una impegnativa mulattiera permette di scendere in Val Grande. Con piacevole sterrata ci si porta poi sul lato opposto della valle e, continuando a mezzacosta, si raggiunge dapprima la chiesa di S. Clemente (di notevole interesse il Campanile del XII sec.), e poi, lungo il nuovo percorso “Karolingio”, si raggiunge Stadolina. Attraversato in discesa l’abitato, si sottopassa la statale e si raggiunge il fondovalle, per ritornare poi a Ponte di Legno.
Più informazioni? Clicca questo link!


PASSO FLETTA
Percorso immerso in un ambiente con prati, boschi e bellissimi panorami su tutta la zona circostante. Lungo una strada asfaltata (per circa sei chilometri), che parte dal piazzale Mercato di Edolo, si arriva a Presamasco. Si continua per una strada sterrata e dopo un paio di km, superato un lungo tornante cementato, si imbocca la strada che porta a passo Fletta. Da qui una strada in parte sterrata giunge all'abitato di Loritto, per proseguire verso Malonno, e successivamente rientrare a Edolo su strada statale oppure dal campo di calcio di Malonno, seguendo via Greano-Rino-Sonico Edolo.
La strada è molto sconnessa anche dove asfaltata, meglio salire in mtb o in sella ad una gravel.
Il dislivello dell'itinerario è di 460 metri: l'itinerario, per mountain bike, è difficile.



CAMPOVECCHIO
Si parte da Edolo, dalla zona industriale: tramite strada asfaltata si raggiunge Santicolo e arrivati a Corteno, cinquanta metri prima del ponte sulla statale 39, si imbocca a sinistra la salita; attraversata la località Piazza si raggiunge una strada ripida con fondo ghiaioso. Una strada asfaltata ci porta a Sant'Antonio e superato l'abitato si deve affrontare un tratto di acciottolato molto impegnativo.
Al termine di questa salita, vi è una piazzola con segnaletica turistica-forestale da cui si possono scegliere due alternative:
- andare verso la val Brandet
- oppure verso la valle di Campovecchio.
Per raggiungere la prima valle, si prosegue dritti per lo sterrato e si giunge alle Baite Brandet e alla malga Casazza dove termina il percorso; per andare verso la valle di Campovecchio si deve girare a destra, affrontando una breve salita e un lungo tratto pianeggiante immersi tra larici: superato un ponte di legno, ci si trova nella valle.
Entrambe le valli meritano di essere visitate, per il loro splendido panorama e loro natura rigogliosa.
Si ritorna a Edolo seguendo il percorso dell'andata.
Il dislivello dell'itinerario è di 1130 metri: itinerario difficile per mountain bike.


DA EDOLO A PONTE DI LEGNO
E' un itinerario che alterna salite, discese, tratti di bosco, prati soleggiati e sentieri in ombra. Dalla piazza di Edolo si scende per 500 metri lungo la SS42. Poco prima del passaggio a livello si abbandona la statale imboccando a sinistra la strada che sale verso Mù; dopo quattro tornanti, a sinistra, ci si dirige su una mulattiera imboccando la Via Valeriana. Giunti in località Vago (Incudine) si scende sulla statale; dopo l'abitato sulla destra è ben visibile un ampio sentiero che conduce a Vezza d'Oglio.
Giunti in località Fontanacce si prosegue sempre dritti su asfalto, fino ad una chiesetta ove si deve deviare a sinistra su sterrato, e proseguire fino a Temù arrivando su strada pianeggiante, fino a Ponte di Legno. Il ritorno può essere compiuto sul percorso di andata oppure seguendo la SS42.
Il dislivello dell'itinerario è di 550 metri: media difficoltà, itinerario misto su sterrato e strada, ideale per gravel e mountain bike.


VAL GRANDE
Due le principali vie d'accesso a questa vallata, situata nel comune di Vezza d'Oglio e preservata dal turismo di massa, da cui si dipartono numerose destinazioni laterali riservate agli escursionisti a piedi: si può accedere da Grano o da, piccole frazioni proprio alle porte della vallata. 
La Pro Loco di Vezza d'Oglio presenta così la vallata: "La Val Grande si apre dietro l’abitato di Vezza, prosegue per oltre 20 km fino a giungere all’imponente ghiacciaio di Pietra Rossa (3212 mslm) ed è percorsa dal torrente omonimo che, nei giorni di sole, scende formando pittoresche cascate dagli spruzzi multicolori. Tale Valle deve il nome proprio alla sua estensione, infatti nei suoi confini si possono contare oltre duecentocinquanta cascine che venivano utilizzate anticamente per l’alpeggio. Di queste è di rilievo storico l’architettura rurale tipica degli alpeggi alpini. Inserita all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio è coperta in parte da foreste di larici e disseminata di laghetti e torbiere. Dal punto di vista naturalistico, soprattutto negli ultimi anni, è divenuta luogo privilegiato per i cervi che, durante la stagione degli amori fra settembre e ottobre, scorrazzano in lungo e in largo lungo i costoni erbosi, ma non mancano certo gli altri animali tipici della fauna alpina d’alta montagna, qui particolarmente protetta. In questa splendida valle, ricca di verdi pascoli, vasti cespuglietti e spumeggianti torrenti, è situato in località Plas de l’Asen (2047 mslm) il Bivacco “Saverio Occhi”, tra i rododendri e gli ontani del pian di Pietra Rossa".
La pedalata misura circa 8 km (in salita) su entrambi i versanti.
Salendo "via Grano" si raggiunge un'area picnic (secca svolta a destra in corrispondenza di un tornante) e poi si prosegue su una stretta quanto severa stradina asfaltata fino alla Cappella dell'Acqua Calda (1350 mslm, circa 50') dove il fondo diventa acciottolato.
Alla stessa cappella si arriva passando da (1220 mslm). Lungo questo itinerario, si affronta un duro inizio su fondo asfaltato, in particolare oltre la chiesa di Tù, per poi proseguire pressochè in piano  su un'ampia forestale sterrata che si mantiene a mezza costa sfiorando diverse case da monte fino a raggiungere un ponte appena oltre la cappella dell'Acqua Calda.
Qui le due tracce si ricongiungono. Si continua su pendenze variabili, spesso proibitive, fino a raggiungere malga Val Grande a 1785 metri di quota. Discesa da affrontare con prudenza, sulla via di salita.


PASSO DEL TONALE
Quello di Ponte di Legno è il versante più breve e relativamente difficile della ascesa ai 1880 mslm del passo del Tonale. Sfigura, tuttavia, al cospetto dei "giganti" che ha vicino: da Ponte di Legno parte, infatti, anche l'ascesa al mitico passo Gavia mentre poco più a valle s'impenna la strada del Mortirolo.
Il passo è comunque una piacevole salita, specie se non c'è traffico, e rappresenta una sfida per i meno allenati ed un ottimo terreno di preparazione per chi invece ha diversi chilometri nelle gambe.
Da Ponte di Legno si giunge al passo dopo una salita di una dozzina di chilometri, molto tortuosa nel primo tratto (il più severo) e più rettilinea nel tratto successivo.
Ben diverso il versante trentino: lungo la val di Sole la salita si disperde su un percorso molto lungo toccando alcuni punti di notevole interesse storico. Qui, infatti, passava la linea del fronte della Prima Guerra Mondiale. Rimangono tracce visibili - come i forti austriaci - e ricordi tramandati di generazione in generazione, come l'evacuazione forzata di Vermiglio. Dal versante camuno, invece, partivano le spedizioni degli Alpini verso i ghiacciai dell'Adamello: le storie a riguardo sono tante e meritano di essere scoperte al museo della Guerra Bianca di Temù o sui tanti libri scritti in merito.
Altimetria da Ponte di Legno: www.salite.ch/tonale1.asp
Altimetria dalla val di Sole: www.salite.ch/tonale.asp

 

PASSO GAVIA
Itinerario durissimo, per stradisti. Il passo Gavia è una delle mete più ambite tra i cicloamatori di tutto il mondo. Sulle sue curve si è scritta la storia del ciclismo e si sono vissute pagine epiche come, ad esempio, l'arrivo sotto la neve nell'edizione 1984 del Giro d'Italia.
Il passo, trovandosi ad oltre 2600 metri di quota, rimane chiuso per diversi mesi all'anno e la sua ascesa va dunque programmata con attenzione, curandosi di verificare l'effettiva percorribilità della strada. Si segnala, inoltre, una buia galleria di circa mezzo chilometro in prossimità della vetta: assolutamente necessario dotarsi di una lampadina o una torcia.
La salita parte da Ponte di Legno a 1258 metri di quota ed inizia su pendenze poco impegnative (4%) per progredire costantemente - ed abbastanza rapidamente. Il quinto chilometro offre già una media del 9% e tutti i successivi chilometri non regaleranno momenti di tregua. I momenti più duri si incontrano alla fine dell'ottavo chilometro ed alla fine del quattordicesimo, proprio in corrispondenza della galleria.
A poco più di 17 km dalla partenza si scollina, a 2621 metri di quota.
Rettilineo il primo tratto, fino a Pezzo, mentre dopo questa frazione la salita presenterà una tortuosa serie di tornanti che si chiude una volta raggiunga quota 2200 mslm. Da qui la strada procederà a mezza costa fino ai piedi del passo, raggiunto con un'ultima infilata di tornanti.
La sede stradale è ampia fino a metà salita, poi si restringe come nella tradizione dei passi storici del ciclismo.
Alzate le braccia, al traguardo della vetta, si può quindi godere di un bel panorama sulle montagne, spesso innevate, che segnano i confini del Parco Nazionale dello Stelvio e che si collocano tra le province di Brescia e Sondrio, tra Valfurva e val Camonica.
Altimetria di passo Gavia, da Ponte di Legno



VALLE DELLE MESSI
La salita al passo Gavia è un must per i ciclisti più allenati ma per i mountain biker esiste un percorso che si addentra nella valle delle Messi e regala pendenze da togliere il fiato anche se distribuite su una distanza molto inferiore. Il rifugio Valmalza, a 1998 metri di quota, è il punto di arrivo di questa pedalata che - su sterrato - impegna per poco meno di cinque chilometri dal parcheggio di Sant'Apollonia.
In cinque chilometri e mezzo su asfalto si sale da Ponte di Legno al bivio della strada del Gavia (proprio nel punto in cui viene chiusa al transito nella stagione invernale). Il dislivello è di 330 metri dai 1260 mslm di Ponte di Legno ai 1590 di Sant'Apollonia.
Dopo un tratto quasi pianeggiante tra prati e qualche baita -  sempre su asfalto - si raggiunge un grande parcheggio dove inizia lo sterrato (circa otto chilometri da Ponte di Legno). Inizialmente docile, la mulattiera (percorsa anche da pochi mezzi motorizzati) sale poi con decisione obbligando, in qualche punto, a mettere il piede a terra. In quattro chilometri si colmano i quattrocento metri di dislivello ma attenzione: il dato è falsato da un inizio in morbido saliscendi, il clou della salita è davvero tosto!
Nella mappa Kompass, Sant'Apollonia ed il rifugio Valmalmza.



VERSO ED OLTRE LE CASE DI VISO (vedi altimetria)
Itinerario di grande soddisfazione, molto impegnativo per lunghezza, dislivello, quota; in molti tratti, il terreno mette a dura prova le capacità dei bikers. Inserito nel Parco Nazionale dello Stelvio, in un contesto storico-naturalistico di estrema bellezza, è un percorso dai molteplici interessi: scenografici, con magnifiche vedute sulla conca di Ponte di Legno e sulla Valle di Pezzo; storici, per la presenza di manufatti della Grande Guerra; architettonici, perché si attraversa un villaggio alpino, Case di Viso, ancora ben conservato; naturalistici, per la nutrita presenza di animali selvatici e per la ricca flora alpina; gastronomici, per la presenza di malghe e caseifici dove è possibile acquistare prodotti derivati dalla lavorazione del latte.
Da Ponte di Legno si attraversano le frazioni Zoanno e Precasaglio e ci si inoltra lungo la strada del Gavia (in località Planpezzo, merita una visita la Chiesa di Sant’Apollonio, struttura romanica risalente all’XI sec., considerata una delle chiese più antiche della Valle Camonica) sino a Santa Apollonia. Qui si inverte bruscamente direzione di marcia, imboccando sulla destra una dolce strada sterrata che risale allo scenografico pianoro di Case di Giuoco e continua fino nel centro di Pezzo. Costeggiata la chiesa, si prosegue in direzione Case di Viso lungo una caratteristica mulattiera. L’attraversamento del "Pont di Martinui" permette di portarsi sulla sinistra orografica della valle e seguire la strada sterrata che raggiunge l’incantevole nucleo rurale di Case di Viso. Proseguendo in salita, talvolta in compagnia di cervi e caprioli al pascolo, dopo due tornanti si raggiunge l’area attrezzata di “Pra del Rum”; svoltando a destra, inizia la dura salita lungo la strada militare che porta al rifugio Bozzi, attorniato dalle trincee della Grande Guerra, recentemente sistemate e meritevoli di una visita. Risaliti in sella, si ritorna per circa 300 m. fino all’incrocio con il sentiero C.A.I. n. 2 e lo si segue piegando a sinistra. Dopo un primo tratto in discesa su fondo sconnesso, inizia un meraviglioso single track di 4 km. che, attraverso suggestive macchie di rododendri, porta al dosso di Meda, splendida balconata sulla conca di Ponte di Legno. Qui una ripida quanto divertente variante al percorso scende a destra su sentiero erboso, sino a raggiungere la pista forestale che si immette nella strada della Tonalina e giunge a Talasso. Il tracciato principale prosegue invece a mezzacosta per altri 3 km., fino al panoramico dosso sottostante Cima Le Sorti. 4 ripidi tornanti interrompono temporaneamente la direzione di marcia e permettono di perdere oltre 160 m. di quota, necessari a raggiungere il bivio con il sentiero di Vescasa; continuando verso Est su strada forestale, dopo aver attraversato la Val de Lares, una pista di sci e il rio Vallazza, si raggiungono le colorate praterie del Passo del Tonale. Giunti sulla strada statale, la si segue brevemente verso Ponte di Legno, proseguendo poi lungo la vecchia strada sterrata del Tonale sino a oltrepassare la Scuola Italiana di Sleddog con i suoi pittoreschi Siberian Huski. A una santella (edicola votiva) si risale a destra una mulattiera che raggiunge la strada statale del Tonale; attraversatala, si prosegue sino a Vescasa Alta, stupendo palcoscenico sulla conca di Ponte di Legno. Continuando con qualche saliscendi si giunge al termine della strada sterrata e si imbocca un inizialmente ripido sentiero che, con un bellissimo single track attraverso un folto bosco di conifere, raggiunge Talasso. Girando a destra e affrontando prudentemente la ripida discesa lungo il sentiero contrassegnato dal segnavia C.A.I. n. 2 (è facile incontrare escursionisti che risalgono il sentiero) si raggiunge di nuovo Ponte di Legno.
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CEDRON (vedi altimetria)
Tra Tonale e val di Sole, una splendida cavalcata su terreno vario, con passaggi tra i resti dei forti austriaci della Grande Guerra. Entusiasmante l'attraversamento delle tre vallate alpine di Strino, Verniana e Saviana, con splendide viste sui ghiacciai del gruppo della Presanella. Il nome si riferisce all'habitat naturale del gallo cedrone. Per mountain bike: 39 km e 1350 metri di dislivello.
Dal Passo del Tonale si segue la strada sterrata che porta all’Ospizio San Bartolomeo (La Mirandola). Giunti al bivio per la Val di Strino si abbandona la strada Valbiolo e si scende a destra lungo le vaste e panoramiche praterie del pascolo del Tonale. In prossimità del Forte Mero si entra nel bosco; giunti con leggero saliscendi al bivio per il Forte Zaccarana, si scende a destra sino all’imbocco della Val di Strino, dove il bosco si dirada lasciando intravedere il suggestivo anfiteatro della valle. Attraversato il Rio Strino, si costeggiano brevemente i prati, per poi risalire nel bosco sino alla Maga Mezzolo, eccezionale punto panoramico sull’opposta dorsale Adamello - Presanella. La salita termina in corrispondenza di un piacevole scorcio della Val di Sole, dove ci si immette in un sentiero piuttosto impegnativo che in lieve discesa conduce in Val Verniana. Attraversato il rio, e costeggiato l’esteso pascolo fino a oltrepassare i Masi di Verniana, si risale la strada forestale che porta in Val Saviana, proseguendo poi in direzione Malga Boai, dove non si può non sostare ad ammirare la bellezza delle cime sul versante opposto. Una lunga discesa su strada forestale permette di raggiungere il fondovalle; dopo aver superato il centro storico di Cortina e la strada statale, si attraversa il torrente Vermigliana e si risale sul versante opposto sino ai laghetti di Vermiglio. Proseguendo sulla strada che corre ai piedi del bosco, si oltrepassano i Masi di Volpaia, di Poia e di Stavel, e si costeggia per un breve tratto il Rio Presanella. Attraversati i prati della Cadin, si arriva alla strada del Rifugio Denza; risalita per un breve tratto, a un tornante si devia per Baita Velon. Si prosegue nel bosco costeggiando il torrente Vermigliana sino in località Viscle, dove un ponte in legno permette di portarsi sul versante sinistro orografico. Intersecata la piacevole strada militare che conduce al Passo del Tonale, la si risale con pendenza contenuta e regolare; oltrepassando la Malga Pecè e proseguendo sino a imboccare la strada sterrata dell’alveo Presena. Dopo poche centinaia di metri di salita più decisa, si devia a destra e si segue il piacevole percorso vita sino a ritornare al Passo del Tonale.
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TAINA  (vedi altimetria)
Percorso facile e fisicamente poco impegnativo, ma che ci permette di raggiungere un ambiente decisamente di alta montagna, degno habitat della pernice bianca ('taina'). Tra imponenti creste rocciose e ghiacciai, che originano impetuosi torrenti con ripide cascate, si giunge sino a un pittoresco laghetto alpino. Una dozzina di chilometri in tutto. Per mountain bike.
Raggiunto il piccolo campo sportivo posto a sud della strada statale, ci si immette nel piacevole percorso vita che costeggia la base del versante settentrionale dei “Monticelli”. Intersecata la strada dell’alveo Presena, si gira a destra e la si risale fino ad una galleria piuttosto buia e spesso umida. All’uscita di quest’ultima si presenta davanti agli occhi un vero spettacolo naturale: un grandioso anfiteatro morenico sovrastato dai perenni ghiacciai del Cercen, della Busazza e Presena. La strada sterrata prosegue sino alla partenza di una seggiovia dismessa e, dopo una ripida ma breve rampa, fino all’Alveo Presena, posto incantevole con le acque di scioglimento che si raccolgono in un laghetto alpino. Il ritorno avviene con facile discesa lungo lo stesso percorso.
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Un'altra altimetria da www.salite.ch:
Saviore dell'Adamello, da Cedegolo


Scopri la val Camonica con la guida di www.cicloweb.netwww.cicloweb.net/bicicletta/b-lombardia/newedolo.htm
E su questa pagina passeggiate ed escursioni in val Camonica: www.cicloweb.net/trekking/t-lombardia/trekkingcamuni.htm
Ed inoltre ciaspolate in Lombardia, da www.ciaspole.net

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