Chiusa ed i soleggiati alpeggi sudtirolesi, tra Bolzano e Bressanone
Paesaggi alpini, boschi dove la natura trionfa incontaminata e declivi sapientemente modellati da secoli di attività agricola, ottanta cime oltre i "tremila", masi con balconi fioriti, castelli nel fondovalle e sui rilievi che dominano i punti più strategiici, borghi di grande valore artistico: la valle Isarco offre in lungo (ovvero da nord a sud) e in largo (ovvero sui suoi due versanti) un percorso ideale per ogni esigenza, dimenticando ben presto il tracciato dell'Autobrennero, a volte purtroppo un po' invasivo sul fondovalle.
Sentieri nel bosco e sui prati, piste sterrate e percorsi di varie difficoltà salgono lungo i pendii di mezzacosta per arrivare oltre sulle verdeggianti radure d'alta quota.
PASSO COSTALUNGA - LAGO DI CAREZZA
Dalla bassa val d'Isarco, appena fuori Bolzano si parte e si mettono subito a dura prova le gambe pedalando per 12.5 km fino a Ponte Nova (tratti con pendenze superiori al 16%), punto di confluenza del Rio di Nova e del Rio della Pala.
L'itinerario è subito suggestivo: la val d'Ega, che la strada risale, è infatti impervia, selvaggia, a tratti pare addirittura un canyon. A Ponte Nova si segue la statale per altri cinque chilometri non impegnativi fino a Nova Levante (1200 mslm): ancora salita e dopo dodici chilometri di fatiche si valica il passo Costalunga (1750 mslm).
Prima del passo, si trova il lago di Carezza, un celebre lago alpino inserito in un bellissimo scenario alpino ai piedi del Latemar.
Il lago di Carezza si raggiunge anche attraverso sterrati e sentieri partendo da Ponte Nova e seguendo le indicazioni prima per Nova Ponente e poi per Obereggen.
Tutte da scoprire le leggende sulla formazione di questo spettacolare specchio d'acqua!
PASSO NIGRA
Il passo Nigra, situato proprio ai piedi del Catinaccio, è un valico meno noto dei suoi "vicini" ma decisamente meritevole di un'escursione: tra panorami e fatica, rimarrà senz'altro impresso nella mente di chi lo affronta.
Da Bolzano si pedala sulla pista ciclabile della val d'Isarco per sei chilometri fino ad imboccare la salita verso la val di Tires: Tires, paese capoluogo della valle, a 1019 metri sul livello del mare, è raggiungibile seguendo le frequenti indicazioni a partire da Campo Isarco, nel buio fondovalle scavato dal torrente Isarco tra Chiusa e Bolzano.
Le pendenze non sono proibitive ma la salita è costante ed impegna quasi incessantemente, salvo un tratto in cui un falsopiano in discesa permette di rifiatare. Si prende quota rapidamente: un po' di traffico solo prima del bivio per Fiè.
Giunti a Tires la salita è più varia ma sempre impegnativa: per arrivare al passo Nigra mancano altri dieci chilometri. Superate alcune rampe decisamente pesanti (soprattutto a San Cipriano, dove si sfiora il 20%) si scollina a 1690 mslm.
La salita è dunque pane per i denti dei più allenati! Incredibile - come detto - il panorama sul Catinaccio e le Torri del Vajolet: la migliore vista poco prima dell'arrivo a San Cipriano.
Sul sito www.salite.ch, l'altimetria dell'ascesa al passo passando dalla val di Tires. L'altro versante del passo Nigra non è altro che una estensione dell'ascesa al passo Costalunga dal fondovalle della val d'Isarco (altimetria): dal passo che unisce val d'Ega e val di Fassa, infatti, si deve solo pedalare in morbido saliscendi per una decina di chilometri.
LE SALITE DI CHIUSA
Il settore centrale e meridionale della val d'Isarco risulta essere stretto ed ombreggiato: la valle, tra Bressanone e Bolzano, si apre davvero solo in corrispondenza di Chiusa. I suoi versanti, però, sono estremamente soleggiati e panoramici e possono essere il teatro di impegnative salite in bicicletta: sulla sinistra orografica si aprono la val d'Ega, la val di Tires, la val Gardena (raggiungibile seguendo le due diramazioni della SS242), la val di Funes e la val di Eores mentre sulla sinistra le valli sono ben più impervie e le salite molto più scoscese.
Da Chiusa, in particolare, si può salire verso Lazfons (1160 mslm, km 11.3) ed oltre fino a località Kuhhof, guadagnando circa mille metri di dislivello dai 523 metri del fondovalle ai 1550 del maso in quota. Si percorre la SP74 fino a Velturno e poi la SP142. A Kuhhof, l'asfalto termina dopo quindici chilometri di salita (vedi la mappa sotto) e diviene necessario pedalare su mountain bike o gravel per governare lo sterrato compatto che, in ulteriori 3.5 km, porta al rifugio Chiusa al Campaccio (1923 mslm).
Clicca per aprire la mappa Kompass della salita dal fondovalle a Kuhhof.
Non è finita.
Su pendenze più impegnative - e qui solo su mtb - si può raggiungere il maso Rungger oltre il quale, volendo, si può rifiatare per 2-300 metri prima di guadare un torrente (c'è anche un ponticello qualora la portata del rivo sia consistente) ed affrontare le impossibili rampe che conducono ai 2327 metri di quota del rifugio Croce di Lazfons (Lazfonserkreuz) caratterizzato da un panorama impagabile e dal santuario più alto d'Europa. Difficile, a dire il vero, fare più di qualche metro in sella dopo il guado superato il maso Rungger.
Fatica notevole ma ripagata con gli interessi! Il panorama è già visto in partenza ma cresce sempre di più: le Odle si stagliano all'orizzonte e guadagnando quota lo sguardo abbraccia il Sella, il Sassolungo ed il Sassopiatto, la Marmolada, il Latemar. Masi, baite e torrenti, poi, impreziosiscono ogni colpo di pedale regalando una vista nuova ad ogni curva.
In discesa si prosegue per la via di salita prestando particolare attenzione al tratto più ripido dove i freni saranno notevolmente sollecitati.
Clicca per aprire la mappa Kompass della salita al Latzfonserkreuz
Quattordici - impegnativi - chilometri di tornanti elevano da Chiusa (bivio con la SS12 dell'Abetone e del Brennero) fino alla malga Gasser dove termina l'asfalto. Si sale su una sede stradale sempre più stretta alternando passaggi tra i boschi ad altri tra radure e vigneti. I primi chilometri offrono un bellissimo panorama sul monastero di Sabiona mentre salendo la vista si apre dapprima alle Odle poi a settori sempre più vasti delle Dolomiti. Una pedalata indimenticabile, adatta alle biciclette da corsa fino a malga Gasser (1756 mslm).
Oltre, se si è saliti in mountain bike o gravel, si può proseguire verso varie destinazioni nel cuore dell'Alpe di Villandro (come la Stofflhutte, a 2057 mslm, o malga Pfroder, 2130 mslm, ai piedi della chiesetta Am Toten) o verso la Sella dei Sentieri (Gasteigersattel) che apre le porte dell'Altopiano di Renon ed è un punto intermedio dell'ascesa alla vetta del Corno di Renon.
Panorami davvero infiniti e, scegliendo quest'ultima destinazione, la possibilità di un itinerario circolare che farà rientro a Chiusa passando da Barbiano oppure sfruttando il treno da Bolzano (vedi: questa pagina di www.cicloweb.net)
Nella mappa, la salita fino alla Gasserhütte.
Le due salite, alla Gasserhutte ed al rifugio Croce di Lazfons, possono essere unite in un percorso circolare, da fare solo in mountain bike: passando per la Stofflhutte si percorre il sentiero numero 1. E' un itinerario molto impegnativo dal punto di vista fisico e richiede anche abbastanza abilità nel portare la mtb a spalle in particolare nei 40'-50' che dividono il rifugio Croce di Lazfons dai prati dell'Alpe di Villandro (dopo la panchina che segna la mezza via verso la Stofflhutte).
Nella mappa, la zona attorno alla malga Gasser, allo Stofflhütte ed alla Toten kirche.
Cliccando sui seguenti link è possibile scaricare alcune guide a cura di www.valleisarco.info:
Diverse escursioni in mtb (documento word) - mtb, difficoltà varie
da Vipiteno a Bressanone (documento word) - strada/mtb, medio
da Villandro a Barbiano (documento word) - strada, difficile
Altri itinerari su: valleisarco.net e eisacktal.info.
Clicca i link per scoprire, su www.cicloweb.net:
- le passeggiate in Alto Adige - Sudtirol
- le pedalate e le escursioni in mountain bike in Alto Adige - Sudtirol
- le guide di www.cicloweb.net alle località ed alle vallate dell'Alto Adige Sudtirol