autunno a ritmo di walser, tra larici che si estendono a perdita d'occhio
La Val Sesia, principale (unica?) zona montuosa del territorio vercellese, è un luogo dove ambientare diverse passeggiate autunnali di grande soddisfazione. Non solo: ai colori di ottobre e novembre si aggiunge una vera e propria immersione nella cultura e nella tradizione del popolo walser. La memoria di queste genti - emigrate dal Vallese in cerca di fortuna durante il Medioevo - sopravvive nei nomi, nella musica, nella parlata (più o meno diffusa) ma è soprattutto evidente nell'architettura.
Le case di Alagna e delle sue frazioni così come quelle di Riva Valdobbia e delle sue borgate, in particolare in Valle Vogna, sono un vero tesoro.
E' particolarmente rcca di colori la passeggiata in Valle Vogna, vallata laterale che si apre verso sud a partire da Riva Valdobbia. Come quest'ultimo paese (capoluogo comunale fino al 2019), la vallata è intrisa di cultura walser: tutte le baite sono realizzate nel tipico stile di questa antica popolazione che scese dal Canton Vallese e si stabilì in diversi punti del Nord-Ovest tra cui, appunto, la Val Sesia.
La passeggiata più caratteristica è sicuramente quella che parte da Ca' di Janzo (o Sant'Antonio nei giorni in cui si può salire in auto, sostanzialmente i giorni feriali) e prosegue verso Sant'Antonio, dove si trova una bella chiesetta.
A questo primo tratto su asfalto (monotono ma arricchito dai frequenti incontri con l'edilizia walser) segue un tratto su forestale in direzione di Peccia: dopo qualche minuto si può scegliere se percorrere un sentiero tra i larici o la sterrata. Il primo è senza dubbio più suggestivo ma richiede qualche minuto in più ed anche una certa attenzione perchè non è segnato in modo impeccabile. La seconda è invece più diretta ma anche meno appagante.
Giunti a Peccia si ammirano le baite walser, la chiesetta di San Grato e si inizia a salire davvero, camminando su un sentiero d'antica fondazione e dal fascino evocativo. In un'oretta si superano i quattrocento metri di dislivello che separano dall'Alpe Larecchio: qui, a circa 1900 metri di quota, si trovano alcune baite, un agriturismo (chiuso a ottobre) e, cercando bene, un laghetto in cui si specchiano i larici.
"L’origine del nome deriva proprio dai numerosi larici che circondano l’alpe: uno di questi grossi alberi si trova su un roccione al centro della conca, dal quale si può godere della particolare vista sull’ampio pianoro. Seguendo il percorso del piccolo torrente che attraversa l’alpeggio, si può giungere al suggestivo laghetto posto poco più in alto" (www.visitvalsesiavercelli.it/vivi/outdoor-e-natura/sentiero-n-201a-peccia-alpe-larecchio-pian-del-celletto/).
Il ritorno avviene sulla via di salita.
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