al cospetto delle vette del gruppo della Presanella, un ambiente selvaggio
La val Nambrone è, forse, una delle vallate meno frequentate tra le laterali della val Rendena.
Sarà perché la strada d'accesso è stretta, sconnessa, lunga e tortuosa (17 km dal centro di Pinzolo, circa 12 dal bivio con la statale che porta a Madonna di Campiglio) ...
Sarà perché subisce la concorrenza dei rifugi del Brenta, delle cascate della val Genova o di Vallesinella e delle malghe più mondane a breve distanza da Madonna di Campiglio...
Sarà perché è impervia e selvaggia...
Poco importano i motivi (sempre che sia davvero meno frequentata) quello che conta è sapere che qui, ai piedi della Presanella, si può disegnare un percorso di grande impatto scenico che, prima di condurre ad un lago tra i più "instagrammati" delle Alpi (nonostante la - relativa - minor frequentazione), passa dal rifugio Segantini (negli ultimi anni aperto più a lungo rispetto al canonico periodo 20 giugno - 20 settembre), sfiora le pendici orientali della Presanella ed è costantemente affacciato sulle Dolomiti di Brenta.
Non è il classico itinerario autunnale per immergersi nei colori dei larici o delle latifoglie, tuttavia, questo percorso ad anello consente di ammirare - per gran parte della giornata - radi larici accendere di colori i pendii di pietraie e sfasciumi in cui si cammina. Vivace il contrasto tra le tonalità di arancione della vegetazione ed il grigio brillante della roccia della Presanella e vette del suo gruppo, acceso dalla limpida aria delle giornate di sole autunnali.
Più fitti, invece, i boschi in val d'Amola e poi lungo la via del ritorno, ad incorniciare il panorama sulle Dolomiti di Brenta.
Per chiudere un giro ad anello è bene parcheggiare a circa 2.5 km dal rifugio Cornisello, in corrispondenza del bivio per la sterrata che conduce al parcheggio dedicato al rifugio Segantini (da usare, invece, qualora si intenda semplicemente salire e scendere al rifugio).
Si prenda come riferimento la casetta stilizzata che riproduce il rifugio sulla strada che risale la val Nambrone.
Qui, a circa 1920 metri di altitudine, la segnaletica indica 1h15' - 1h20' per il rifugio. Si abbandona presto la sterrata per salire lungo un sentiero che in breve tempo guadagna la bella piana posta ai piedi di malga Vallina d'Amola.
Qui non sono tanto le cime (cima Bifora, 3026 metri, l'iconico Trapezio, alto 2809 metri, o la cima Segantini, 2841 metri) a rapire lo sguardo quanto il contesto con il torrente Sarca d'Amola che scorre placido nella piana, disegnando diverse curve e "rilassandosi" un attimo dopo aver raccolto le acque che scendono fragorose dalle vette e prima di proseguire ancora più impetuoso verso il fondovalle della val Nambrone, dove confluirà nel Sarca di Nambrone poco dopo aver dato un ultimo spettacolo con le Cascate d'Amola.
Dalla malga Vallina (2010 mslm) si inizia a salire con maggior decisione lungo il 211 dedicato ad Oscar Collini (il 211b è un interessante variante che segue di più l'andamento della vallata e richiede una mezz'oretta in più) che conduce in un'ora circa alle porte del rifugio Segantini, a 2373 metri di altitudine.
Come detto, i colori autunnali, in contrasto con il candore delle prime nevi ed il brillante grigio che caratterizza le pareti della Presanella e del vicino Monte Nero (nella foto sotto), creano un quadretto dal vago sapore patagonico che accompagnerà l'escursione fino alla Bocca de l'Om, raggiunta in circa un'ora dal rifugio, dopo un saliscendi non difficile ma nemmeno troppo banale (segnavia 216 dedicato alle guide Dallagiacoma). Si sfioreranno morene e sfasciumi, ricordi amari di un passato glaciale nemmeno troppo lontano.
Due parole, prima sul rifugio. Il Giovanni Segantini Val d'Amola è dedicato, come detto, al pittore trentino, noto come "pittore delle Alpi" e tra i padri della corrente pittorica detta "divisionista". Il rifugio è uno dei principali punti di appoggio per chi desidera salire la Presanella. La costruzione del Segantini segue quella del Roberti (datato 1885 e rimasto bivacco, in alta val Nardìs, una laterale della val Genova) e quella dello Stavel (sul versante solandro, datato 1899 e poi dedicato a Francesco Denza). Se il rifugio odierno risale al 1977, il ricovero originario (a cubo) è del 1900 ed è tuttora in piedi accanto al rifugio ed alla "stazioncina" della teleferica.
Tornando all'escursione, la Bocca de l'Om (2350 mslm) segna il passaggio ad un altro sottoversante idrografico, caratterizzato dalla presenza dei grandi laghi di Cornisello (sede di opere idroelettriche poi abbandonate a seguito dei tragici eventi del Vajont) e dal meraviglioso Lago Nero (2250 mslm), nel quale si riflette l'intera catena delle Dolomiti di Brenta.
Il laghetto, sempre più frequentato, è davvero incantevole ed invita ad una lunga sosta contemplativa. La discesa al lago dalla Bocchetta richiede una ventina di minuti così come la successiva discesa al rifugio Cornisello, storico traguardo per chi sale in bici la val Nambrone (2120 mslm, la salita più estenuante delle val Rendena!). Il rifugio è stato ricostruito ed inaugurato, nella sua nuova veste, nel 2023.
Risulta purtroppo inevitabile terminare l'escursione camminando sulla carrozzabile che riporta al parcheggio di partenza. Davvero meritevoli, però, i nuovi affacci sulle Dolomiti di Brenta e sulla cascata di Canavaccia, sull'altro versante della val Nambrone.
Altre escursioni e passeggiate tra Pinzolo, Madonna di Campiglio e la val Rendena si trovano qui: https://www.cicloweb.net/trekking/t-trentino/trekkingpinzolo.htm e qui: https://www.cicloweb.net/trekking/t-trentino/trekkingcampiglio.htm