pendii affacciati sulle Dolomiti, boschi fatati e le piramidi di terra
"L’altipiano del Renon è situato nel cuore dell’Alto Adige, al di sopra del capoluogo Bolzano e tra i fiumi Isarco e Talvera. Grazie alla posizione particolarmente soleggiata, questa zona gode di un clima mite d’inverno, mentre l’altitudine media di mille metri al di sopra del livello del mare è ideale per sfuggire alle calde estati cittadine. Qui troverete il più bel panorama delle Dolomiti patrimonio naturale Unesco, e molto di più: natura, cultura, e la possibilità di praticare molte attività in un’ambiente mozzafiato" (www.renon.com)
Renon, però, è anche quel vasto pendio soleggiato caratterizzato da panoramici vigneti, punteggiati da un paio di chiesette ed alcuni masi. E, soprattutto, affacciati sul Catinaccio, sulle Torri di Vajolet e la Roda di Vael. A questi luoghi è dedicata questa pagina. Per scoprire l'autunno dell'altopiano alle quote più elevate, a monte di Auna di Sotto, si può cliccare questo link (clic).
Un facile anello corre tra boschi e vigneti delle pendici meridionali dell'altopiano di Renon offrendo, ai più allenati, la possibilità di una deviazione verso le piramidi di Soprabolzano - Oberbozen. I motivi di interesse di questa passeggiata, tutto sommato non proibitiva, sono molteplici e sono ancora più … validi durante l'autunno. Dal punto di vista panoramico, infatti, l'autunno regala colori unici sia ai vigneti sia ai boschi di latifoglie: ogni sguardo, quindi, sarà rallegrato da infinite sfumature di giallo, arancione e rosso. Dal punto di vista "culinario", l'autunno è la stagione del torggelen e quindi i masi saranno in festa, pronti ad offrire i prodotti tipici di questa stagione, dalle castagne al vino nuovo, passando per la zucca.
Il percorso, però, è affascinante in ogni stagione anche se in estate, svolgendosi a quote medio basse, potrebbe essere segnato da temperature particolarmente elevate.
Si parte da un parcheggio situato a margine della strada principale verso Auna di Sotto, a monte dell'hotel Unterinner ed a valle del maso Plattner, in corrispondenza di una fermata dell'autobus.
Si attraversa e si cammina su una stradina asfaltata in direzione di Signato: durante le prime ore del mattino sarà difficile apprezzare il panorama verso il Catinaccio e le Torri del Vajolet ma quando il sole supera lo zenit la vista si fa sempre più appagante fino a diventare sontuosa nel tardo pomeriggio. In autunno, poi, con i colori dei vigneti e dei boschi di latifoglie ad incorniciare il panorama, il quadretto sarà indimenticabile. Senza grandi fatiche si cammina mantenendosi sempre ad una quota intorno agli ottocento metri. Boschi di latifoglie si intervallano a radure più o meno ampie, si ammirano, verso sud, Cornedo e la sua chiesetta tra boschi e vigneti. In circa tre quarti d'ora si arriva a Signato affrontando un breve strappo. Qui, seguendo le indicazioni, si cambia direzione e si prende a camminare verso est in direzione del maso Partschoner (1000 mslm circa) che si raggiunge in meno di mezz'ora. La vista è ora davvero ampia ed abbraccia appieno Torri di Vajolet, Catinaccio e Roda di Vael. Davvero spettacolare. In ombra, verso sud est, le pareti del Latemar.
Dal maso Partschoner in breve si fa rientro al punto di partenza affrontando però il tratto più tecnico del percorso: se fin qui si è camminato su asfalto e mulattiere sterrate, la traccia diviene qui più impegnativa, un vero sentiero di montagna tra radici e gradoni rocciosi. Verso la fine si evita di proseguire verso Auna di Sotto (Unterinn) ma si svolta verso destra prendendo in discesa verso il maso Plattner. In mezz'ora dal Parschoner si è nuovamente alla base. La camminata, in tutto, impiega per poco più di due ore.
Chi volesse camminare un po' di più trova senz'altro pane per i suoi denti. A Signato (840 mslm) si prende a sinistra in direzione di Bolzano e Soprabolzano, lungo il sentiero del castagno (Keschtnweg). Si scende nella gola del rio Rivellone abbandonando l'asfalto e percorrendo un sentiero che, a tratti ripido, perde alcune decine di metri di quota. Un ponticello in legno (760 mslm) consente l'attraversamento del torrente e segna il momento in cui si riprende a salire dapprima lungo una radura, poi nel bosco su quella che diventa un'ampia forestale. Si ignora la prima deviazione verso destra (nessuna segnalazione) e si asseconda invece la successiva: le indicazioni verso le piramidi di terra guidano verso nord. In circa 15' si arriva ad un belvedere da cui ammirare, e quasi sfiorare, una pittoresca formazione rocciosa (45' da Signato, 900 mslm circa).
Ma come nascono le piramidi di terra? La loro origine è davvero sorprendente.
"I pinnacoli sono formati da coni di materiale morenico su ciascuno dei quali poggia un grande masso creando singolari strutture di terra costituite da argilla morenica di origine fluvio-glaciale, residuo del ghiacciaio principale della Val Isarco e di alcuni ghiacciai locali secondari. Queste formazioni geologiche hanno la peculiarità di essere coese e compatte in condizioni di siccità, ma in quanto argillose, se esposte alla pioggia perdono stabilità e si sgretolano formando scarpate di 10 – 15 metri. I massi aderiscono all'argilla creando una barriera contro la pioggia, così che ad ogni precipitazione si verifica un inconsueto fenomeno: il materiale non protetto dai massi viene eroso e trasportato a valle facendo emergere letteralmente dal fondo le maestose piramidi di terra. È difficile definire il lasso di tempo entro il quale si può formare una piramide di terra, in quanto il fenomeno dipende da numerosi fattori. Così come è pressoché impossibile definire con precisione l’età delle piramidi di terra o che possono raggiungere. Una cosa però è certa: le piramidi di terra più belle e più grandi si sono formate nel corso di migliaia di anni. Una piramide di terra è destinata a scomparire rapidamente quando il cosiddetto „cappello“ cade dall’apice della colonna: in tal modo, privo di protezione, il materiale rimane esposto alle intemperie e la colonna si riduce ad ogni precipitazione. E mentre nel corso di questo processo una piramide di terra scompare, sulla scarpata se ne forma contemporaneamente una nuova" (da www.ritten.com).
Anche questa estensione della passeggiata offre la massima soddisfazione in autunno quando i colori accendono sia il bosco sia il sottobosco e si cammina su un letto di foglie di faggio, castagno ed altre latifoglie. Il ritorno a Signato, salvo si voglia proseguire verso gli altri gruppi di piramidi, fino alle porte di Soprabolzano Oberbozen, avviene sul percorso di andata.
Su www.cicloweb.net la zona attorno a Bolzano è raccontata anche in queste pagine:
- itinerari in bicicletta a Caldaro, Appiano, Egna, Ora e Montagna e più a nord verso il Renon
- la passeggiata a Castelfeder
- la passeggiata geologica e panoramica alla gola del Bletterbach
- il trekking denominato Castel Ronda, alla scoperta dei castelli attorno a Bolzano
- le passeggiate ed escursioni a Caldaro, Appiano e Termeno
- la guida a Caldaro, Appiano, Termeno, Egna, Ora ed alle località sulla strada del Vino
- la guida all'altopiano di Renon
E da www.ciaspole.net, due percorsi per chi ama la neve:
- il Corno di Renon, da Pemmern
- il Corno di Renon, da nord, da malga Gasser