una valle incantata tra pascoli, larici e Dolomiti
I lariceti di Longiarù sono un vero spettacolo e, com'è ovvio, il loro fascino è ancora più coinvolgente in autunno quando, nel breve volgere di una ventina di giorni, il loro colore passa dal verde al giallo e poi ad un arancione sempre più intenso prima che gli aghi cadano al suolo e le piante si preparino definitivamente all'inverno.
L'incanto si percepisce già dal fondovalle ma è ovviamente con una passeggiata in quota, o una pedalata in mountain bike, che ci si può calare davvero in questo spettacolo naturale.
L'escursione ideale è un impegnativo anello che da Longiarù sale a Utia Vaciara e prosegue in quota per poi scendere di nuovo a Longiarù lungo la Valle dei Molini. Si apprezzano, con questa escursione circolare, tutti gli scorci sul Sass de Putia e sul versante settentrionale del Puez, le pareti dolomitiche che cingono a ovest ed a sud la valle di Longiarù.
Questo itinerario circolare risulta però davvero impegnativo ed allora ci si può "accontentare" di una passeggiata che prende le mosse dalle Case di Vi', a circa 1650 mslm, e si conclude a Utia Vaciara (2000 mslm circa) lungo l'ampia traccia forestale, a tratti cementata, contrassegnata dal segnavia 9.
Una camminata tutto sommato facile ma su pendenze mai banali. Impossibile sbagliare strada, facilissimo distrarsi contemplando il panorama, le caratteristiche baite, i larici e l'open air museum allestito da un artigiano locale. Sono ormai decine le opere in legno che caratterizzano questa traccia: gufi, cartelli spiritosi, biciclette, farfalle e soprattutto tanti giochi che sfruttano la forza dell'acqua creando suoni e dinamismo. Anche i bambini possono rimanerne incantati. Una piccola tartaruga in legno vivacizza già il piccolo parcheggio di partenza, a Case di Vi'.
Giunti all'Utia Vaciara, chiusa dopo l'estate, si può pranzare al sacco e - se si rinuncia all'itinerario circolare sopra descritto (che proseguirebbe seguendo la traccia 35 e poi la 4 in discesa lungo la citata valle dei Mulini) - si può divagare tra le varie baite o portarsi lungo la cresta, verso il passo di Goma ed aprire così la vista verso nord, verso la cresta di confine.
All'incombente Sass de Putia fanno da contraltare, verso est, le lontane vette del Monte Sella di Sennes e del Sasso di Santa Croce. Ancora più lontane, verso sud est, spiccano le pareti del Lagazuoi, del Sass della Stria e in fondo in fondo la sagoma del Pelmo.
Il dislivello complessivo non supera i 400 metri in salita.
Ai larici di Longiarù è dedicato Larjei ("Larici" in ladino), un corposo volume edito da Uniun Ladins Val Badia. Sull'esempio del lariceto di Longiarù, gli autori illustrano origini, evoluzione ed attualità di questo tipo di bosco. In circa 330 pagine sono presenti oltre 350 disegni e precisi riferimenti cartografici che possono appassionare il semplice curioso come il professionista preparato.
Nel testo, i larici sono lo spunto per una più profonda analisi della tradizione e dello sviluppo agrario di questa piccola vallata. Particolarmente interessante risultano i capitoli sulla geologia della valle e sulle più curiose caratteristiche della sua pianta più simbolica.
Per informazioni, https://www.micura.it/en/bookshop/libro/411-larjei/category_pathway-31
Su www.cicloweb.net si parla di Longiarù e dintorni anche qui:
- passeggiate e sentieri a Longiarù
Mentre su www.ciaspole.net sono descitte:
- la ciaspolata all'Utia Vaciara;
- l'escursione con le racchette da neve verso Antersasc