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Mucche al pascolo a due passi dalla faggeta (scorri la gallery!)
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Il belvedere di Canfaito
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Come un pennello con una tavolozza di colori
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Al Belvedere
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Elcito, piccolo borgo a due passi dalla faggeta
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Elcito, aggrappato ad uno sperone roccioso
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Nella faggeta di Canfaito
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Vacche in posa tra i faggi
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Pascoli bradi tra prati e faggi
Autunno

Canfaito

Nel cuore dell'Appennino centrale, e più precisamente nelle Marche, si trova una spettacolare faggeta dove ambientare una facile passeggiata autunnale, rimanendo sempre ad un'altitudine compresa tra i 1075 ed i 1120 metri sul livello del mare.  Questa faggeta ospita piante secolari tra cui una, "il re" si stima abbia più di cinquecento anni di vita: si tratta della faggeta di Canfaito, un luogo che già dal nome ("Canfaito" deriva infatti dal latino "campus faitum", campo di faggi) promette bene!
Questa faggeta è parte della Riserva dei Monti San Vicino e Canfaito ed è raggiungibile percorrendo le strette provinciali che portano al cosiddetto "monumento di Canfaito" dal versante di San Severino Marche (passando per Apiro) o  da quello di Matelica (impostare nei GPS "Canfaito parcheggio"). Ovviamente non mancano vie d'accesso più selettive che prendono quota partendo dal fondovalle.
Lasciata l'auto presso il parcheggio sterrato sono numerose le possibilità escursionistiche più o meno impegnative: per godere della giornata tra i faggi in tranquillità e senza particolari sforzi è consigliabile seguire il percorso 6.
Si tratta di un anello con un dislivello complessivo di poco più di cento metri, distribuiti in circa cinque chilometri, che alterna tratti all'ombra di faggi secolari - come detto, meravigliosi in autunno - a momenti in campo aperto quando la vista abbraccia ampi settori dell'Appennino Umbro - Marchigiano. Il punto più panoramico è il cosiddetto "belvedere", segnalato da un isolato alberello.
Curioso l'incontro con numerosi esemplari di cavalli e vacche da latte che qui pascolano allo stato brado: un incontro da godere a distanza, per non irritare o innervosire gli animali.
Puntuali indicazioni escursionistiche accompagnano la passeggiata che, già di suo, non presenta particolari difficoltà di orientamento salvo si venga sorpresi dalla nebbia. La stessa nebbia - prese le dovute precauzioni - non deve scoraggiare: rende anzi più intrigante ed affascinante il bosco di faggi!

Sul "re di Canfaito", le parole di don Eugenio Angeloni, arciprete del Capitolo della Cattedrale di San Severino cui appartiene la faggeta
II Faggio in questione non ha una storia specifica, anche perché fa parte di una splendida faggeta, in cui però domina in quanto è un po’ più grande degli altri; è un sovrano in mezzo ai giganti; mentre la storia è ampia e documentata per quanto concerne la zona preappenninica, in cui la faggeta si distende e che trova in San Vicino (1480 mslm) la cima più alta. Conversando con i turisti che vengono sul Canfaito son solito dire che il faggio in questione fa da confine tra un’amministrazione e un’altra. Infatti nel 1486 l’azienda che era stata per tanti secoli di proprietà dei monaci fu donata da Innocenzo VII al Capitolo della Cattedrale di San Severino. Ebbene, questo faggio potrebbe risalire a quell’epoca? E’ una mia supposizione, certamente non suffragata da uno studio botanico accurato, ma che non dovrebbe essere molto lontana dalla realtà”.

Dopo la passeggiata tra i faggi merita una deviazione il caratteristico borgo di Elcito (824 mslm) dove, peraltro, si trova anche una delle poche locande cui fare riferimento per uno spuntino. Il paese non è altro che un minuscolo gruppo di case aggrappato ad uno sperone roccioso, ai piedi del monte San Vicino: una posizione davvero suggestiva che si apprezza ancora di più percorrendo le stradine che vi arrivano.  Oggi pressoché disabitato, un tempo contava più di duecento abitanti dediti a pastorizia ed altre attività boschive: il borgo è quanto rimane di un antico castello eretto a difesa dell'abbazia benedettina di Valfucina.
Il suo nome deriva da "elce", ovvero "leccio", un albero tipico della macchia mediterranea che si pensa possa essersi diffuso in questo contesto più montano.

Cliccando questo link è possibile scaricare il PDF della passeggiata a cura di http://www.riservamontesanvicino.it/

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